Il primo disco di YKO, Believe, è un mosaico emotivo che si muove tra ballad intense e slanci country-folk. E se devo essere onesto, sono proprio questi ultimi i pezzi che mi hanno catturato di più.

C’è qualcosa di liberatorio in brani come “Rockin’ On The Reel” e “Drop in the Bowl”: raccontano storie che sembrano uscite da una strada polverosa, con il vento in faccia e poche certezze. Anche “Road Too Far” ha quel sapore di viaggio e malinconia che ti resta addosso.

Le ballad, come “Mama”, “I Will” e “Essence”, sono toccanti, profonde, ben scritte. Ma è nei brani più movimentati che sento davvero YKO respirare, come se lì potesse finalmente lasciarsi andare, senza filtri.

La title track “Believe” è il ponte perfetto tra questi due mondi: inizia con delicatezza e si apre con intensità, portando dentro tutto — la voce, gli archi, l’anima.

YKO non ha paura di mescolare stili e stati d’animo. E questo disco, pur nella sua varietà, suona coerente. Sincero. Vivo.

Alla fine, Believe è come una stretta di mano fatta con il cuore. E vale la pena incontrarla.


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