Beverly Hills cop – Collezione completa: rivive in blu-ray la trilogia comico-poliziesca con Eddie Murphy

Il mito, la storia, la leggenda, se non una vera e propria eredità artistica lasciatasi dietro. La serie nata negli anni Ottanta con Beverly Hills cop – Un piedipiatti a Beverly Hills ancora oggi detta legge nell’ambito della commedia poliziesca, giostrando alla perfezione il mix di action e risate.

Ovviamente, gran parte del merito va alla scelta del suo protagonista: l’allora astro nascente della comicità afroamericana Eddie Murphy, reduce all’epoca da 48 ore e Una poltrona per due, qui per la prima volta alle prese con un ruolo principale, senza dividere la scena con nessuno (in quei due casi era affiancato rispettivamente da Nick Nolte e da Dan Aykroyd).

Tutto è cominciato grazie al fiuto infallibile dei due produttori Don Simpson e Jerry Bruckheimer, i quali, dopo aver trionfato ai botteghini con successi del calibro di American gigolo e Flashdance nei primi anni del decennio reaganiano, decisero di portare nelle sale un film d’azione che avesse per protagonista un poliziotto di Detroit in trasferta a Beverly Hills e alle prese con uno scottante caso di omicidio.

La prima scelta su chi avrebbe dovuto ricoprire il ruolo dell’intrepido Axel Foley cadde inizialmente su Sylvester Stallone, ai tempi sulla cresta dell’onda grazie a Rambo, il quale dovette purtroppo rifiutare sebbene il progetto stesse già prendendo forma.

Quindi, abbandonati i toni cupi appositamente preparati per la presenza del Rocky dello schermo, la produzione decise di alleggerire il tutto coinvolgendo Murphy e la sua verve comica, ottenendo i risultati che ormai tutti conosciamo (a tratti memori del commissario Giraldi interpretato da Tomas Milian).

Universal ripropone in blu-ray la trilogia più dinamica di sempre tramite il cofanetto in unica custodia amaray Beverly Hills cop – Collezione completa, spingendo lo spettatore ad immergersi nuovamente in una simpatica visione casalinga, a cominciare dal già citato Beverly Hills cop – Un piedipiatti a Beverly Hills, che aprì le danze nel 1984.

Il titolo attraverso cui, appunto, cominciano le indagini scottanti dell’agente di polizia di Detroit Foley, ex piccolo criminale ormai datosi alla legge, scaltro, veloce e dai metodi abbastanza tragicomici, ma, in ogni caso, sempre efficiente nel suo lavoro.

Agente che, vedendosi ucciso a pochi passi da sé l’amico Mikey (James Russo), decide di vendicarlo per conto proprio finendo a Beverly Hills, a caccia di trafficanti di droga e contro la volontà dei suoi superiori; nel corso di un’avventura piena di insidie e momenti esilaranti, ma anche di compagni di lavoro come i due agenti Rosewood (Judge Reinold) e Taggart (John Ashton), più la decisiva presenza del tenente Bogomil (Ronny Cox).

Diretto dal calibrato Martin Brest, un nome che poi si è fatto strada occupandosi anche di Prima di mezzanotte con Robert De Niro e facendo vincere l’unico Oscar della sua carriera ad Al Pacino con Scent of a woman – Profumo di donna, questo prototipo del buddy movie è un classico senza tempo che è sempre un piacere visionare, impreziosito da una miscela esplosiva di sparatorie e battute al fulmicotone che hanno poi dettato legge nel genere poliziesco.

Elementi che hanno funzionato alla perfezione, tanto che Murphy fu consacrato star cinematografica a tutti gli effetti e che il lungometraggio fu uno dei maggiori successi dell’anno, aggiudicandosi addirittura una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura ( a cura di Danilo Bach e Daniel Petrie jr.).

Non a caso, nel 1987 arrivò il primo sequel: Beverly Hills cop 2, che, oltre a riportare in azione gran parte del cast del capostipite, vide al timone regia Tony Scott, già al servizio dell’accoppiata Bruckheimer/Simpson, l’anno precedente, per il successo mondiale Top gun.

Un sequel in cui Foley deve seguire una traccia che lo porti direttamente ai colpevoli di una serie di rapine che avvengono a Beverly Hills: dei criminali che seguono le lettere dell’alfabeto e guidati dalla malefica coppia costituita da Maxwell Dent (Jurgen Prochnow) e dalla sua donna Karla Fry (Brigitte Nielsen). Inoltre, questi si macchiano di un attentato ai danni di Bogomil, il quale, quindi, si ritrova in fin di vita all’ospedale.

Allora, tra le palme e le piscine di Beverly Hills l’appuntamento raddoppia e le risate si fanno più ampie, anche se Scott, da buon mestierante votato al cinema adrenalinico, spinge il pedale sulle sequenze d’azione, sfoggiando il suo personale istinto, pregno di giusto ritmo e spettacolarità senza eguali.

Murphy ormai ha in piene mani il suo Axel e gigioneggia nella maniera assolutamente più esilarante possibile, concedendosi siparietti da one man show (la scena ambientata nella Palyboy mansion, addirittura con apparizione di Hugh Hefner) e curando anche il soggetto del film.

Stavolta la nomination agli Oscar va all’iconica canzone The heat is on, scritta da Harold Faltermeyer (autore della mitica colonna sonora della serie), Keith Forsey (già vincitore di una statuetta per Flashdance) e Bob Seger.

Nel 1994, infine, con Beverly Hills cop 3 si chiude il cerchio delle avventure dell’agente Foley, il quale si ritrova di nuovo nel quartiere più lussuoso di Los Angeles per cercare l’assassino del suo capo di Detroit, il rude e rispettato ispettore Todd (Gilbert R. Hill).

Le indagini lo portano a Wonder World, parco di divertimenti per le famiglie gestito dal potente Ellis De Wald (Timothy Carhart), sospettato numero uno dell’omicidio commesso davanti agli occhi di Axel. Riuscire ad arrestarlo non sarà cosa facile per il poliziotto, aiutato come sempre dall’amico Rosewood.

Passata la regia nelle mani del mitico John Landis, che già diresse Murphy nel sopra menzionato Una poltrona per due e ne Il principe cerca moglie, l’impronta comica e il lato giocherellone prendono il sopravvento su quello delle indagini in questo terzo episodio, lasciando a briglia sciolta il suo rodatissimo protagonista, tra momenti al cardiopalma e scenette degne della risata più liberatoria (l’incontro col Serge del Bronson Pinchot del primo film fa il suo ilare dovere).

In più, Landis ci mette del suo inserendo un suo marchio di fabbrica indelebile, ovvero la presenza di registi come comparse: George Lucas, Martha Coolidge, Joe Dante, Peter Medak, Arthur Hiller, Ray Harryhausen, Barbet Schroeder e John Singleton, in modo che lo spettatore di diverta a scovarli mentre assiste al divertente spettacolo in fotogrammi.

Inoltre, il primo disco incluso in Beverly Hills cop – Collezione completa dispensa una corposa sezione riservata ai contenuti speciali, tra commento audio di Martin Brest, Il fenomeno comincia (ventinove minuti riguardanti la creazione della serie, Il casting di Beverly Hills cop (nove minuti sulla scelta degli attori), La musica di Beverly Hills cop (sette minuti dedicati alla composizione della mitica colonna sonora), La mappa delle ambientazioni (un estratto diviso in sette parti e dedicato alle location del film) e un trailer cinematografico.

 

Mirko Lomuscio