BIBIDI, BOBIDI, BU….TRAFFICO! OVVERO LE RIFLESSIONI SU COSTUMI E SOCIETA’ DI “FEDERICA QUAGLIERI”

Ormai si sa, una delle mode scatenatesi  grazie ai nuovi smartphone e all’avvento dei social network, è quella delle selfie. Io per prima ne faccio largo uso. Le mie, sono foto che mi ritraggono in smorfie o espressioni ironiche. Qualcosa che dia di me un’immagine diversa ,e più veritiera, di quella che traspare dalle foto più patinate che uso per lavoro. In genere ,quelle che vedo degli altri, sono autoscatti di ultima generazione; in cui le fanciulle mandano baci,si fotografano le gambe dall’alto così sembrano più magre, e i maschietti hanno la lingua di fuori e/o una birra alla mano. Condivisione, insomma, di momenti di vita . Che siano poi più o meno interessanti, è altra questione.

Insomma,si parla molto di questa nuova tendenza. Quello  di cui non si parla affatto,però, è della moda di farsi foto in posa,rigorosamente ignudi, o di prediligere parti intime del proprio corpo, da tenere in cantiere ( una specie di  catalogo a parte del nostro album telefonico) per poi spedirle al momento opportuno.

Mi spiego meglio:

Da un po’ di tempo a questa parte , mi capita di ricevere questa versione hard di selfie via whatsapp ( anche questa, l’evoluzione del più giurassico sms).

Persone con le quali mi sento, con cui magari sembra esserci forse una “simpatia” particolare,un inizio di frequentazione… ma con le quali non c’è ancora mai stato nessun contatto fisico  ( un bacio, una carezza, un nulla) , ad un certo punto…senza che vi sia una ragione reale  scatenante…tra un messaggio e l’altro, così, come se fosse normale, mi spediscono il loro pene o una loro foto nudi ,fatta con il telefono allo specchio.

No, dico, ma è normale? Lo chiedo, perché magari è anche questa una moda, dato che non credo affatto di essere l’unica destinataria di foto del genere ;e perché sta moda…io magari me la sono persa, e non ero affatto preparata.  Non è che mi scandalizzi per l’oggetto della foto, nulla che nella vita non mi sia già capitato di vedere. Lo dico per la modalità con cui ciò avviene.

Voglio dire, non è forse bruciare le tappe? Con una come me, anzi, significa addirittura precludersi ogni strada. ( il mio interesse scema immediatamente, trovando la cosa squallida e fuori luogo. Affatto intrigante)  Ma insomma, due persone che cominciano a conoscersi e che non hanno intimità, oggi se la conquistano per via virtuale? Hanno rapporti con pezzi dei loro corpi ritratti, prima ancora di farli incontrare ,quei corpi??? Boh! Forse so antica io, ma non capisco.

Ad ogni modo, o io devo dare l’impressione di essere una gran brava persona, oppure questa gente è completamente pazza. Nell’inviare una foto del genere, si pensa mai che si potrebbe essere sputtanati ed esposti a pubblico ludibrio? Com’è possibile che il proprio narcisismo ci faccia essere così sciocchi da non preoccuparci delle conseguenze? O , ancora peggio, ricattati…se a spedire il regale augello, è una persona che ricopre un ruolo lavorativo che lo espone più di altre.

All’inizio ne restavo sconcertata. Quasi offesa. Poi ho compreso essere una nuova tendenza . Oggi,infatti,  quando accade, penso : “ tiè, eccone n’altro.”

Ho nel telefono un book  di così tanti  uccelli ,che potrei fare un casting. Ricordate la scena del remake del Conte Max, in cui  Anita Ekberg aveva dei calchi sul muro, e indicandone  uno diceva:“ lui principe di mia collezione”? Ecco, io ho un catalogo di uccelli di rovo, anzi di uccelli di foto.

Lo so che alcuni leggendo potranno non credermi ,e gli  sembrerà strano che ciò avvenga senza che io abbia fatto nulla. So che penseranno “ vabbè, dai, se ti arrivano ste cose zozze, chissà tu come li provochi?!”.

La risposta è semplice. Ho scoperto che c’è  una parola magica che scatena il maschio medio ossessionato da selfie porno. E la parola è : TRAFFICO!

Avete capito bene, tra-ffi-co.

Ora, quale sia il meccanismo mentale che passa tra “ traffico” e “ti spedisco il mio pene”, francamente lo ignoro. Ho però notato che la prima volta in cui avviene la spedizione delle foto incriminate è quando dico che sono in macchina nel traffico. A quel punto, zac! Arriva la foto!!! Tanto che spesso arrivano alle due di pomeriggio o in orari da traffico diurni, più che serali. Poi ,magari, la cosa si ripete anche in altri momenti; ma la prima volta è lì che accade…nella macchina intrappolata nel traffico.

Magari ci sarà chi leggendomi si ritroverà in chi questa moda la pratica, chi subendola e ignaro della cosa come lo fui io, si sentirà meno solo…chi ancora ne scoprirà l’esistenza solo adesso. Ma se ci fosse qualcuno che si infervora alla parola TRAFFICO , gentilmente potrebbe spiegarmene le ragioni?

In più, scrivendo questo pezzo credo di poter essere socialmente utile alle donne.

Signore, anche se non vivete in città caotiche come Roma ma in una tranquilla cittadina, se avete voglia di un cimelio di guerra senza nemmeno aver partecipato alla battaglia…se la vostra vita sessuale è piatta, e volete un’emozione da un quasi sconosciuto che avete solo cominciato a frequentare, scrivete che siete nel TRAFFICO… e vedrete che cosa succede. In questo modo, potrete evitarvi anche brutte sorprese dal vivo…se la foto non vi soddisfa.

Bene, io da oggi comunque vado a piedi.

Aloha