Bliss e Muori papà… muori! sono le nuove limited edition blu-ray di Midnight Factory

Collana di Koch Media dedicata all’horror in fotogrammi, Midnight Factory prosegue il suo inarrestabile cammino rendendo disponibili in limited edition blu-ray due nuovi imperdibili inediti cinematografici: Bliss e Muori papà… muori!, rispettivamente datati 2019 e 2018.

Terzo lungometraggio diretto dal Joe Begos cui si devono Almost human e The mind’s eye, il primo tira in ballo la tematica della creatività inespressa calando Dora Madison nei panni (pochi, a dire la verità) di una giovane e sboccatissima pittrice in crisi artistica che, in seguito ad una folle nottata a base di alcool e cocaina, comincia ad avvertire poco raccomandabili sintomi riconducibili a quelli di una lenta trasformazione in qualcosa di mostruoso.

Qualcosa che non manca neppure di sfociare in sanguinolento cannibalismo nel corso di circa un’ora e venti di visione che, comprendente nel cast anche il veterano George Wendt di Chi è sepolto in quella casa?, sembra in un certo senso strizzare l’occhio a Brain damage – La maledizione di Elmer di Frank Henenlotter – di cui rispecchia, inoltre, determinati passaggi della fase conclusiva – nel filtrare attraverso il genere la dipendenza dalle droghe.

Man mano che, tra un bollente rapporto sessuale a tre e una doccia di sangue dai forti echi seventies, un ritmo frenetico risucchia lo spettatore in una allucinata e allucinante Los Angeles decadente accompagnata da martellante hard rock e immersa nei caldi toni di una fotografia dal sapore vintage, grazie anche alla scelta di girare il tutto in sedici millimetri.

Ci spostiamo, invece, in Russia con il secondo, opera d’esordio di Kirill Sokolov, chiaramente indirizzato fin dal prologo dalle parti della commedia nera, complici i colori vivaci delle scenografie e le grottesche dinamiche della situazione raccontata.

Ne è protagonista Aleksandr Kuznetsov nel ruolo di un giovane che, provvisto di martello, si presenta dal padre della sua fidanzata, poliziotto di Mosca incarnato da Vitaliy Khaev e dall’aspetto poco affabile, dando inizio ad un estremo gioco da camera al massacro.

Mentre vengono alla luce sia una scorta di denaro nascosta che un segreto ancor più shockante, infatti, è interamente all’interno dell’abitazione che una macchina da presa raramente ferma immortala il bizzarro faccia a faccia dal sapore teatrale.

Un bizzarro faccia a faccia che, in mezzo a un trapano dolorosamente conficcato in una gamba e abbondanza di liquido rosso schizzante, non fatica a lasciar emergere influenze dallo Spaghetti western e riferimenti al tarantiniano Pulp fiction, soprattutto per quanto riguarda i flashback atti ad approfondire la storia pregressa dei diversi personaggi.

Fino alla sequela di colpi di scena che scandiscono la corsa all’epilogo – sulle note di una rilettura strumentale della sempreverde The house of the rising sun – di un violentemente divertente spettacolo le cui intenzioni vengono così sintetizzate dal regista: “Ho cercato di alternare vari cliché di genere, legando il linguaggio della commedia, del western, dell’exploitation e cucinando questo mix che resta comunque un film russo, fatto da un russo e in cui, quindi, filtra una mia visione della società in cui vivo”.

Sia Bliss che Muori papà… muori! Sono accompagnati dal rispettivo trailer nella sezione extra.

 

Francesco Lomuscio