Certamente gli appassionati di horror si ricorderanno di un film uscito nel 2011 col titolo italiano 1921 – Il mistero di Rookford, del regista britannico Nick Murphy, e che riscosse un discreto successo di pubblico. L’anno successivo esce nelle sale quello che viene etichettato come il secondo lungometraggio di Murphy, Blood. Ma forse pochi sanno che Blood è in realtà il primo film dell’eclettico cineasta inglese, che era rimasto sugli scaffali della casa di produzione, salvo poi essere proiettato successivamente cavalcando l’onda del successo di 1921. E se Il Mistero di Rookford era un horror con sfumature thriller, qui ci troviamo invece nel campo del vero e proprio thriller psicologico con incursioni nel più puro poliziesco. Murphy decide di trasporre in film la famosa miniserie tv BBC Conviction del 2004, scritta da Bill Gallagher. L’idea di fondo che costituisce la spina dorsale di entrambi i lavori, quello televisivo e quello cinematografico, è quella di avere come protagonista qualcuno che viene perseguitato dal crimine che ha commesso e dal senso di colpa che ne viene generato. Un tutore dell’ordine, della legge, passa, per troppo zelo, dalla parte del torto, e questo non gli permetterà più di vivere bene con se stesso e con gli altri.

Sulla bella isola gallese di Hilbre, dove si alternano incessantemente nuvole e sole, viene scoperto un orrendo delitto: su una rampa da skateboard frequentata da giovanissimi viene rinvenuto il corpo senza vita di una dodicenne. Ad indagare su tale barbaro crimine verrà chiamata una squadra di poliziotti tra cui vi sono i due fratelli Joe e Chrissie Fairburn, figli di un vecchio poliziotto in pensione, Lenny, noto per i metodi poco ortodossi utilizzati durante il suo servizio. Le accuse cadono ben presto su un uomo che in passato aveva già ricevuto denuncie per molestie sessuali, ma che sembra essersi redento dopo aver incontrato Dio, ed ora presta servizio in una chiesa, Jason Buleigh. Le prove a suo carico, però, non sono sufficienti e l’uomo viene rilasciato, scatenando l’ira di Joe Fairburn, fermamente convinto della sua colpevolezza che, avendo una figlia dell’età della giovane vittima, si sente investito del dovere di fermare il presunto assassino. Ma nulla andrà come deve andare, sprofondando Joe, Chrissie e coloro che gravitano loro intorno in una spirale discendente sempre più buia ed impossibile da risalire.

Pur ricorrendo a luoghi comuni narrativi piuttosto abusati come il senso di colpa ed i problemi legati ad una vita familiare non sempre facile, Murphy riesce comunque a creare, grazie anche all’aiuto della bellissima e glaciale fotografia di George Richmond, un film con una buonissima dose di tensione, che non si basa su quantità sovrabbondanti di action ma spesso e sovente sull’introspezione psicologica che è in parte debitrice della lezione di David Fincher. Pian piano i ricordi traumatici dell’infanzia dei due fratelli verranno a galla, metabolizzandosi in maniera diversa nell’uno e nell’altro, grazie anche alla presenza al loro fianco dell’ingombrante padre, adesso affetto da demenza senile, ma conosciuto per il pugno di ferro spesso usato sia sul lavoro che in famiglia. Il racconto, di cui l’omicidio della dodicenne è solo il pretesto, ci porterà a scandagliare le ragioni per le quali i due fratelli hanno deciso di scegliere la legge e poi scavalcarla e passarvi al di là. Il film è un ottimo prodotto, basato su una solida componente interpretativa, una trama importante piena di rigagnoli narrativi, sotto trame ricche di pathos e un rigoroso stile registico, che ne fanno un gradevole mix di indagine poliziesca, dramma familiare e risolutiva resa dei conti coi propri, asfissianti, sensi di colpa, il tutto calato nelle brumose atmosfere costiere, col vento perenne ed il mare spesso burrascoso, dell’isola gallese.

La potenza narrativa del film sta nel percorso di dolore, senso di colpa, rinunce e sacrifici che portano a un crescendo emozionale sempre più incalzante e sofferto, che pian piano ingloba nella sua sostanza vischiosa tutti coloro che entrano in contatto, più o meno diretto, con tale indagine. Ed è davvero notevole la capacità di Murphy di riuscire a barcamenarsi agevolmente tra coscienza ed istinto, fra amore e delusione, tra ricordi e rimorsi, creando un’atmosfera che va sempre più a toccare la sfera emozionale man mano che scorrono le immagini del film, che si discosta molto presto dal poliziesco propriamente detto, in quanto l’identità dell’assassino viene rivelata quasi subito, perché non è questo il fulcro intorno al quale il regista vuole costruire il senso del suo lavoro: Murphy fa ricercare ai suoi protagonisti il loro io più profondo, nascosto nelle pieghe della loro psiche, che riemerge grazie alle vicende drammatiche nelle quali si troveranno coinvolti. Il nostro destino, sembra suggerirci, è il frutto del nostro passato, e sebbene si provi tutta la vita a sfuggirgli questo ci perseguiterà per sempre: in tal senso è da leggere la poetica scena conclusiva del film.

Punto di forza della pellicola è, come già avevo sottolineato prima, anche la solidità del cast su cui poggia l’intricata vicenda. Protagonista indiscusso l’attore inglese marito di Jennifer Connelly Paul Bettany, universalmente conosciuto per aver interpretato l’oscuro ed ambiguo ruolo del monaco Silas nella trasposizione cinematografica del best seller Il Codice Da Vinci di Dan Brown. Bettany riesce a calarsi perfettamente nei panni di un poliziotto assetato di giustizia che, pur deprecando i metodi non tradizionali del padre, tuttavia se li riscopre impressi a fuoco nel DNA, ritrovandosi a usarli quasi senza un vero perché, segnando così l’ineluttabilità della sua sorte e di quella della sua tanto amata famiglia. A seguirlo quasi come un cagnolino adorante il fratello Chrissie, interpretato dall’attore inglese Stephen Graham, il cui volto associamo a quello del simpatico pirata Scrum della saga Pirati dei Caraibi: il suo è un personaggio costantemente al limite, che non pare riuscire a prendere decisioni di testa sua, assecondando sempre in qualche modo il fratello, anche quando tutti i sogni della sua vita possono essere completamente infranti dalle sue azioni sconsiderate. Murphy è davvero pittorico nel cesellare il delicato rapporto di equilibrio fra questi due fratelli perennemente gravitanti attorno all’orbita dell’anziano padre Lenny, egregiamente interpretato nella sua demenza senile con attacchi di lucida follia dall’attore britannico Brian Cox, primo interprete sul grande schermo del cannibale creato da Thomas Harris Hannibal Lecter, nel meraviglioso Manhunter di Michael Mann del 1986, e con alle spalle una celebratissima esperienza teatrale che certamente gli ha giovato molto nella costruzione di questo singolare personaggio. Menzione di merito anche per altri due attori che ben si calano nei difficili ruoli loro affidati: da una parte Ben Crompton, che interpreta Jason, il super sospettato numero uno, che gli appassionati de Il Trono di Spade ricorderanno come il Guardiano della Notte Eddison Tollett, grande amico di Jon Snow e Samwell Tarly; dall’altra, a vestire i panni di Robert Saemour, poliziotto che cerca di vedere chiaro negli oscuri segreti della famiglia Fairburn, Mark Strong, attore londinese che raggiunge la notorietà grazie al ruolo di Lord Blackwood nel film di Guy Ritchie del 2009 Sherlock Holmes, al fianco di una doppietta del calibro di Robert Downey Jr. e Jude Law.

Insomma, sebbene Blood fosse un film col quale era facile cadere nei soliti clichè da thriller, in canovacci già visti come i consueti occultamenti di cadaveri e i conseguenti sensi di colpa, tuttavia l’ottima coordinazione tra regista, cast e crew, ha contribuito a creare una discreta efficacia narrativa ed una buona tensione che reggono tutto l’effimero castello di carte in gioco. Murphy eviscera pian piano le varie psicologie dei personaggi, dipana le coscienze, sia quelle più fosche che quelle più leggere ma non meno vivide, porta alla luce particolari di vite passate, di destini paralleli ma incrociati, che sempre più escono prepotentemente dal magma primordiale. Anche le figure minori acquistano una loro dignità cinematografica, basti pensare alle madri delle due vittime, quella della dodicenne uccisa e quella del giovane sospettato dell’omicidio, entrambe desiderose di giustizia, una che però grida il suo dolore in faccia al mondo come uno schiaffo dato con immensa rabbia, l’altra invece remissiva, dolce, toccante, il cui dolore esce nella ricerca di tutti gli elementi che possano riabilitare la figura del figlio tanto amato. Solo un regista dotato di enorme sensibilità avrebbe potuto realizzare due personaggi femminili così simili eppure così diversi, capaci di commuovere e fare a brandelli il cuore degli spettatori in mezzo ai tanti maschi che le contornano e che sono i costruttori dell’intero teatrino. Molto ben tratteggiata è anche la dicotomia del rapporto padre/figli, il primo che ha solo degli sprazzi di lucidità nella sua condizione costante di demenza, i secondi invece che scivolano pian piano nell’incoscienza dell’irrazionale dopo che gli eventi da loro creati hanno modificato per sempre la loro psiche. E ritorna sempre il vecchio adagio secondo il quale, prima o poi, i figli saranno lo specchio dei padri, ancor più quando sembrano ostinarsi a mostrare se stessi esattamente all’opposto, forti e convinti del fatto che non ripeteranno mai gli errori genitoriali. E’ quindi un intenso dramma psicologico, questo Blood, più che un semplice thriller, che scava a fondo nelle anime puntando più sul forte impatto emotivo che su quello puramente visivo, e investe bene il suo ottimo potenziale di partenza nella costruzione di una storia intensa ed emotivamente introspettiva. Colpa, peccato, espiazione, redenzione: questo è l’iter seguito da Murphy nel portare sullo schermo la sete di vendetta di un padre e il suo desiderio di essere tutore della giustizia a tutti i costi, fino a trasformarlo davanti ai nostri occhi da carnefice a vittima per la quale provare una sincera pietà.
Il film è attualmente disponibile sulle piattaforme Amazon Prime Video, Google Play Film, TIM Vision e Apple TV ed in dvd Notorious Pictures.
https://www.imdb.com/it/title/tt2078552


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