Non sentono di poterla definire la bellezza… loro che in qualche modo alla bellezza hanno chiesto moltissimo per questo suono. Sono i Bob Balera ovvero Romeo Campagnolo e Matteo Marenduzzo. Suona “Pianeti” in questo tempo liquido e digitale e lo fa con un retrogusto sfacciatamente battistiano, vintage, di quell’Italia delle balere ma anche di quel pop raffinato, ricercato nella semplicità delle parole e delle melodie. Efficace quindi la bellezza di questo nuovo disco dei Bob Balera…
Noi partiamo sempre parlando di bellezza. Ma andiamo oltre la bellezza canonica da copertina: per voi cos’è la bellezza e dove e come ricercarla?
La bellezza è astratta e indefinibile per natura. Ma ne siamo circondati. A volte è manifesta e grandiosa, altre invece è nascosta e ci sorprende improvvisa.
Se penso alla musica, trovo molto bello il termine inglese “eargasm” che descrive l’emozione provata ascoltando le canzoni che ci piacciono.
Questo disco strizza anche molto ad un certo glam, ad una bellezza estetica… o sbaglio?
Lo stile glam ha assunto molte sfaccettature negli anni. Dall’inconfondibile stile di Bowie a atteggiamenti più barocchi di molte band cosiddette “glam rock”. Non siamo così tanto originali. Sicuramente più sobri. Glam sì, ma a modo nostro.
In fondo se la bellezza è nella diversità, questo titolo porta con se anche questo tipo di significato… siamo tutti pianeti diversi… cosa ne pensate?
Sicuramente è così. Il titolo del disco si riferiva più che altro ai vari mondi musicali che contiene.
Però è anche vero che il sex appeal, la bellezza femminile, almeno nei due video che avete pubblicato, è al centro… perché secondo voi?
Perché scriviamo di amore tentando di definirlo in alcune delle sue forme. Ovviamente questo non può prescindere dal sex appeal e la seduzione
E domani? Che tipo di suono avranno i Bob Balera?
Non so dirti se saremo più rock, pop, funky o altro. Continueremo a scrivere canzoni. Speriamo di riuscire a farlo bene…
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