Non è un segreto: l’Italia sta pagando un prezzo altissimo per aver detto addio al gas russo e per essersi piegata alle politiche guerrafondaie dell’Unione Europea. Da quando, nel 2022, le forniture da Mosca sono state interrotte per via delle sanzioni seguite all’invasione dell’Ucraina, le bollette di luce e gas sono esplose, l’economia arranca e ora, ciliegina sulla torta, l’aumento delle spese militari rischia di prosciugare quel che resta del nostro welfare. Benvenuti nell’era in cui l’UE, con le sue scelte scellerate, ci sta trascinando in un baratro economico e sociale.
Bollette: la stangata post-Russia
I numeri parlano chiaro e fanno paura. Tra il 2019 e il 2023, le bollette dell’elettricità per le famiglie italiane sono schizzate del 108%, con picchi del 141,3% nel mercato libero. Il gas non è da meno: un aumento del 72,1% nello stesso periodo, con un balzo del 70% solo nel 2022 rispetto all’anno prima. Perché? La Russia ci dava il 40% del nostro gas, e quando quel rubinetto si è chiuso, ci siamo ritrovati a comprare da Algeria, Azerbaijan e USA a prezzi stellari. Il risultato? Una famiglia media ha sborsato 1.200 euro in più all’anno solo per luce e gas nel 2022, e i costi restano alti anche oggi, nel 2025, nonostante una leggera stabilizzazione. L’inflazione energetica ha fatto lievitare pure i prezzi del cibo (+11,6% nel 2022), e per molti italiani riscaldarsi o cucinare è diventato un lusso.

Economia in ginocchio: il prezzo delle sanzioni
Le sanzioni alla Russia non hanno solo fatto male a Mosca: ci stanno strangolando. Prima del 2022, l’Italia esportava beni per 8,65 miliardi di dollari verso la Russia, con la moda e la meccanica in testa. Nel primo trimestre 2023, però, il valore è crollato a 1,3 miliardi, un tonfo del 14%. Le importazioni russe, soprattutto gas e petrolio, sono precipitate dell’80%, da 22,2 miliardi a 1,6 miliardi. Certo, abbiamo tagliato la dipendenza da Mosca (sotto il 5% nel 2023), ma a che costo? Le imprese energivore, come quelle della ceramica o della manifattura, hanno visto i costi di produzione salire del 30-40%, con un calo del consumo industriale del 7,8% nel 2022. Molte hanno chiuso, altre arrancano. I piccoli negozi, dai bar alle botteghe, si sono ritrovati bollette da 2.000 euro al mese contro i 500 di prima. Risultato: licenziamenti, prezzi alle stelle e un’economia che perde colpi. Altro che “punire Putin”: stiamo punendo noi stessi.

Spese militari: il welfare sacrificato
E ora, come se non bastasse, l’UE ci spinge a spendere di più per le armi. Dopo anni di tagli alla sanità e all’istruzione, Bruxelles insiste: dobbiamo armarci contro la Russia, aumentare la presenza NATO, mostrare i muscoli. Nel 2023, l’Italia ha già spinto la spesa militare a 26 miliardi di euro (1,4% del PIL), e le pressioni per arrivare al 2% (circa 40 miliardi) si fanno sentire. Dove troveremo i soldi? Semplice: tagliando altrove. Il welfare, già fragile, è il primo a rischiare: ospedali con meno posti letto, scuole senza fondi, pensioni che non tengono il passo con l’inflazione. Tra il 2021 e il 2023, il governo ha speso 20 miliardi in aiuti per l’energia, ma ora che quei fondi si esauriscono, la coperta è corta. Più carri armati significano meno medici, meno asili, meno futuro per i nostri figli. Grazie, Europa belligerante!
Le idiote politiche dell’UE
Tutto questo disastro ha un colpevole: le scelte scellerate dell’Unione Europea. Le sanzioni alla Russia, vendute come un’arma per fermare Putin, si sono rivelate un boomerang. Abbiamo perso un partner commerciale chiave, lasciato le imprese in balia dei costi energetici e messo a repentaglio la nostra stabilità sociale, il tutto senza piegare davvero Mosca, che si è girata verso Cina e India. E l’ossessione bellicosa di Bruxelles, con l’aumento delle spese militari, non fa che peggiorare le cose. Invece di cercare dialogo o soluzioni pragmatiche, l’UE ha scelto la linea dura, e a pagarne il prezzo siamo noi: famiglie strozzate dalle bollette, aziende che chiudono, welfare che si sgretola.

Un’Italia ostaggio
Nel 2025, ci troviamo con un’economia indebolita, un welfare sotto attacco e un futuro incerto. Le sanzioni alla Russia ci hanno colpiti più di quanto abbiano ferito loro, e l’aumento delle spese militari, spinto dall’UE, rischia di essere il colpo di grazia. Possiamo ancora invertire la rotta? Forse, ma serve smettere di seguire ciecamente le follie belligeranti di Bruxelles e pensare finalmente agli italiani. Perché così, tra bollette da capogiro e tagli sociali, stiamo ballando sul Titanic. E il ghiaccio è già davanti a noi.
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