Prem Gandharv trasforma una discesa di scale in una festa sonora. Il nuovo singolo “Bouncy Dance” nasce da rumori quotidiani e li trasfigura in una miscela di house, groove e ironia. Una danza spontanea, un invito a muoversi leggeri nel corpo e nello spirito.

Ciao prem gandharv, da dove nasce l’ispirazione per il singolo bouncy dance?
Stavo scendendo le scale allegramente, saltellando un gradino dopo l’altro e sento un sibilo di frizionamento dell’ascensore che si era appena messo in moto dai piani di sopra (suono che faceva più o meno come le prime 3 note della melodia iniziale del pezzo al quale ho aggiunto il resto delle note). Il grosso mazzo di chiavi che avevo in tasca della giacca tintinnava ad ogni gradino e il mio vicino di casa, chitarrista, si stava esercitando con qualche giro di accordi country.
Una volta sceso, sento il rumore dei giri bassi del motore di una grossa moto che stava per partire (il Cajon e i timbales) e tutto questo groviglio di suoni e ritmo mi hanno fatto partire l’idea di questo brano, trovando divertente l’idea che anche scendere le scale di casa possa trasformarsi in una danza allegra e spensierata.
Cosa ti ha avvicinato alla musica house, che suggestioni evoca in te?
Sicuramente il fatto di averla ballata per decenni fin da ragazzino nelle discoteche. La musica house è però solo una delle tante forme di musica ballabile che realizzo (insieme alla trance elettronica ma anche a brani tribali e sciamanici di sole percussioni acustiche). La House l’adoro quando ho bisogno di muovere il mio corpo, animare un po’ la mia energia in allegria e leggerezza.
Vorresti trasmettere un messaggio ai tuoi ascoltatori?
Per me la Musica è sempre espressione dell’assoluto e dovrebbe essere ascoltata o danzata con gli occhi chiusi, la mente spenta e il Cuore accesso.
Danzare un brano come Bouncy Dance è terapeutico perché il corpo merita di liberarsi dalle tossine del vivere moderno per potersi auto ricaricare positivamente. Anche saper danzare liberamente supportati da una musica allegra è sinonimo di profondità spirituale, una celebrazione della propria Vita.
Hai già i mente qualche progetto per il futuro?
In autunno uscirà “I dreamed of You” ( un brano dolcemente nostalgico per pianoforte, synth pad e piccolo ensemble corale che però viene usato solo come suono, senza un testo) pensato per commemorare le persone che non sono più in vita o nella nostra vita, e che a volte ci vengono a trovare in sogno. E un altro brano è quasi pronto: il mio secondo Mantra, “Om Tare Tuttare Ture Soha”, per ensemble tradizionale indiano e coro misto più voci bianche.
Il sogno sarebbe quello di eseguire tutta questa mia musica in un grande spazio all’aperto in stile Yanni ma servirebbero un’orchestra e molti musicisti che sappiano suonare in stili diversi, vabbè intanto sogno poi vedremo cosa mi riserva il futuro.
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