Remake americano del film spagnolo Campeones, conosciuto in Italia con il titolo Non ci resta che vincere, Campioni è un progetto che dalle nostre parti si può definire davvero unico nel suo genere, in quanto il doppiaggio dei protagonisti – una squadra di basket i cui ragazzi hanno la Sindrome di Down e disturbi dello spettro autistico – è stato affidato ad un gruppo di persone aventi le stesse disabilità dei personaggi che interpretano.
Questi giovani, allegri e volenterosi, erano presenti all’anteprima stampa che si è svolta a Roma e il caloroso applauso ricevuto alla fine della proiezione ha generato in loro sorrisi luminosi e una felicità quasi incontenibile, dando luogo ad un momento di grande commozione.
Già regista, insieme al fratello Peter, di cult come Tutti pazzi per Mary e Io, me e Irene, Bobby Farrelly si cimenta in una prova dietro la macchina da presa come “solista”, confezionando tramite Campioni un’opera delicata e gradevole che tratta con estrema grazia il tema della disabilità e dell’inclusione, svelando, sequenza dopo sequenza, la crescita del protagonista: il sempre carismatico Woody Harrelson, che, grazie alla sua sgangherata squadra, riscopre i valori dell’amicizia e del rispetto. Marcus è infatti assistente di una squadra della lega minore, ma, all’ennesimo battibecco con il superiore, viene licenziato.
Non pago e decisamente alticcio, il coach tampona un’auto della polizia e si ritrova di fronte a un giudice che lo manda ad allenare una quadra di basket composta da giocatori con disabilità intellettive. Una sconfitta personale sembrerebbe pensare Marcus, invece i giovani giocatori di pallacanestro, ognuno con le proprie peculiarità, si dimostrano ben presto uniti e volenterosi e, a mano a mano, riescono ad abbattere la corazza del loro coach, poco avvezzo a rapporti autentici e profondi con i suoi atleti. Ci sono Johnny, che ha paura dell’acqua ma che in una dolcissima sequenza con un topolino riesce a superarla, e Benny, maltrattato dal suo datore di lavoro eppure sempre sorridente; poi Darius, che si rifiuta di giocare per il coach ma presto ne comprende la buona disposizione d’animo, e la mitica Cosentino, che non le manda certo a dire e che tratta la sua Sindrome di Down con una autoironia quasi commovente.
Ambientato nella fredda e innevata Des Moines, nell’Iowa, Campioni è ricco di messaggi positivi e buoni sentimenti: non mancano la love story né il discorso motivazionale prima della finale. Eppure, sebbene non aggiunga grandi innovazioni al genere, la delicatezza con cui viene trattato il tema della disabilità, vista come qualcosa che arricchisce, è un plus imprescindibile del film. Dolce, commovente, istruttivo, divertente e con una colonna sonora decisamente accattivante. Per gli animi sensibili, per chi ama lo sport e le commedie ben scritte, per chi vuole sostenere un progetto davvero bellissimo, Campioni è il film perfetto e vi farà uscire dalla sala con il sorriso e più consapevoli.
Daria Castelfranchi
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