Cancro della prostata: un brindisi virtuale con Francesco Paolantoni per sfidare i tabù e non ritardare i controlli neanche durante l’emergenza Covid-19

Dopo il successo della web sitcom Qui Pro Quo con Francesco Paolantoni ed Emanuela Rossi di fine 2019, l’artista napoletano (il Martedì sera su Rai2 in Stasera tutto è possibile condotto da Stefano De Martino) torna con tutta la sua leggerezza e ironia, stavolta con uno spot assieme a tre amici – Adelmo Togliani (Boris – Il film, Un medico in famiglia, Romanzo siciliano), Giuseppe Di Giorgio (La scelta impossibile, Commessee Alessandro Carvaruso (Low Budget, teatro: I buffoni di Dio, Maestri di scacchi), per la nuova edizione della campagna sulla salute della prostata, e questa volta la domanda è: ma quanto è conosciuto il tumore maschile più diffuso?

Non ritardare visite e controlli per la diagnosi precoce del cancro della prostata, il tumore maschile più diffuso (36.000 nuovi casi nel 2020), neanche in questo periodo difficile dominato dall’emergenza Covid-19: secondo un’indagine realizzata da Elma Research, la conoscenza di questa malattia tra gli uomini è adeguata, ma sono ancora troppo pochi quelli che si sottopongono con regolarità a visita urologica.

 Riparte con questo messaggio la campagna “QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci,  sì alla prevenzione” promossa da Europa Uomo Italia Onlus e Fondazione ONDA, per sensibilizzare gli uomini over 50 e le loro partner sull’importanza di superare i pregiudizi e sottoporsi a periodici controlli della prostata.

Con un interessante webinar  si è affrontato e lanciata una campagna dedicata alla prevenzione al tumore della prostata. Molti uomini sanno indicarne i fattori di rischio e i principali sintomi, hanno fiducia nella prevenzione e nelle terapie, ma alla teoria non segue la pratica e quando si tratta di passare all’azione gli uomini italiani esitano: dopo i 40 anni appena il 25% si sottopone alla visita urologica, passaggio che può svelare la presenza di un tumore della prostata in fase precoce, quando può essere trattato in maniera efficace con buone probabilità di guarigione. Controlli che non vanno procrastinati nemmeno nel difficile periodo che stiamo vivendo dominato dall’emergenza Covid-19.

A rivelare awareness e comportamenti degli uomini italiani sul tumore della prostata è un’indagine realizzata da Elma Research nell’ambito della seconda edizione di “QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci, sì alla prevenzione” campagna promossa da Europa Uomo Italia Onlus e Fondazione ONDA – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di AIOM – Associazione Italiana degli Oncologi Medici, SIU – Società Italiana di Urologia, SIUrO – Società Italiana di Urologia Oncologica, AIRO – Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica, AURO – Associazione Urologi Italiana, FIMMG – Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Fondazione AIOM, FFO – Fondazione per la Formazione Oncologica, e con il contributo incondizionato di Astellas.

Tabù, reticenze, imbarazzi sono ancora oggi i maggiori ostacoli all’attenzione alla salute urogenitale maschile e alla prevenzione delle patologie prostatiche. E per rompere l’“omertà” tra gli uomini, la campagna QUI PRO QUO ha coinvolto nuovamente l’attore Francesco Paolantoni, già protagonista renitente ai controlli nella web sitcom della prima edizione della campagna: nel nuovo webspot Paolantoni and friends, si mostra invece saggio e consapevole, al punto di coinvolgere altri tre amici in un “brindisi di compleanno online” nel quale il regalo per il festeggiato neo-cinquantenne è… un esame per il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico).

«QUI PRO QUO è una campagna innovativa sotto vari aspetti, che parla in modo nuovo di prevenzione del tumore della prostata e ha ottenuto un grande successo di pubblico – afferma Maria Laura De Cristofaro, Presidente Europa Uomo Italia Onlus – Europa Uomo ha deciso di promuoverla per sensibilizzare tutta la popolazione, uomini e donne, sull’importanza della diagnosi precoce. È importante che la campagna sia ripartita in un periodo così difficile perché anche in questa emergenza è indispensabile continuare a non ritardare i controlli».

Anche se poco più di un terzo (38%) del campione conosce la funzione della prostata (la produzione di liquido seminale), il 60% degli intervistati cita spontaneamente il tumore della prostata tra le neoplasie maschili più diffuse. Buona anche la conoscenza del fattore di rischio dell’età over 50, indicata dal 72% del campione, seguita dalla familiarità, indicata dal 36%; discreta la conoscenza sui sintomi o campanelli d’allarme rivelatori del tumore prostatico, patologia in realtà spesso asintomatica nelle fasi iniziali: il 41% riferisce lo stimolo frequente a urinare, il 39% la difficoltà nella minzione, il 35% la prostata ingrossata. E gli uomini si mostrano assolutamente informati sulle azioni preventive da mettere in atto, quali il dosaggio del PSA (79%) e la visita urologica (68%). Significativamente, la prevenzione della salute della prostata è più diffusa tra chi vive una relazione di coppia.

«Anche in questa seconda edizione uno degli obiettivi di QUI PRO QUO è coinvolgere e sensibilizzare la popolazione femminile – afferma Francesca Merzagora, Presidente Fondazione ONDA – la salute della prostata dovrebbe essere considerata una questione che investe globalmente la coppia, un avvenimento importante che, specie quando la coppia è affiatata, deve essere condiviso da entrambi i partner».

Il cancro della prostata è la neoplasia più diagnosticata tra gli uomini sopra i 50 anni, con oltre 36.000 nuovi casi nel 2020 (I numeri del cancro in Italia, Edizione 2020) e 473.000 in Europa (Globocan, 2020 da European Urological Association 2021). In Italia il numero di uomini che convivono con una diagnosi di tumore della prostata è pari a 564.000 (I numeri del cancro in Italia, Edizione 2020). Fattori di rischio, oltre all’età over 50, sono la familiarità e lo stile di vita.

«La sintomatologia è in genere assente nelle forme iniziali del tumore – sottolinea Bernardo Maria Cesare Rocco, Professore Ordinario di Urologia Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Direttore SC di Urologia AOU di Modena, Presidente Comitato scientifico Europa Uomo Italia Onlus – per la salute dell’apparato genito urinario maschile, è importante prestare attenzione alla dinamica minzionale, che non ci sia sangue nelle urine o nel liquido seminale, che non ci si alzi troppo spesso di notte e che l’attività sessuale sia nella norma».

Per quanto riguarda gli approcci terapeutici, la sorveglianza attiva è una strategia di trattamento differito alla quale sono candidati gli uomini con malattia a basso rischio: si basa su uno stretto monitoraggio del PSA, la ripetizione periodica di biopsie prostatiche e della visita clinica al fine di rilevare tempestivamente l’eventuale progressione della malattia e avviare poi il paziente ad eventuale trattamento locale con intento “radicale”. Per il tumore a rischio intermedio confinato alla prostata, l’asportazione completa della ghiandola attraverso l’intervento rappresenta una soluzione: negli ultimi due decenni, l’avvento della chirurgia robotica ha consentito interventi sempre meno invasivi e rispettosi degli aspetti funzionali del paziente, quali la continenza urinaria e la potenza sessuale. La stessa chirurgia sia applica anche a tumori a rischio alto o a quei tumori localmente avanzati, nell’ottica di un successivo eventuale trattamento multidisciplinare della malattia.

In fase avanzata invece, si può ricorrere alla terapia ormono-soppressiva, associata o meno alla chemioterapia. «Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti progressi nel trattamento farmacologico del tumore della prostata, che è una malattia ormono-sensibile – afferma Massimo Di Maio, Professore Associato di Oncologia Medica, Università degli Studi di Torino SCDU di Oncologia Medica, AO Ordine Mauriziano di Torino e Segretario Nazionale AIOM – in particolare, sono stati messi a punto farmaci ormonali di nuova generazione che riescono controllare anche per lunghi anni la malattia in caso di precedente resistenza alla terapia ormonale di prima linea. Ai progressi farmacologici si è accompagnato un miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita».

La radioterapia è tra le strategie terapeutiche che nell’ultimo ventennio hanno vissuto una vera e propria rivoluzione ed è uno dei pilastri nel trattamento del tumore della prostata, con un ruolo importante in tutte le fasi della malattia, non solo in quella iniziale. «Nella malattia iniziale la radioterapia costituisce una valida alternativa alla chirurgia, tanto da essere definita “chirurgia virtuale”spiega Barbara Alicja Jereczeck, Professore Associato di Radioterapia Università degli Studi di Milano, Direttore Divisione di Radioterapia Istituto Europeo Oncologico (IEO) di Milano – quando la malattia è localmente avanzata senza però metastasi viene utilizzato un approccio combinato radioterapia e ormonoterapia oppure chirurgia seguita da radioterapia adiuvante a scopo precauzionale. Nei casi di malattia oligometastatica si può utilizzare la radioterapia mirata selettiva sulle singole metastasi e il paziente ha una buona qualità di vita».

Astellas è da sempre impegnata a produrre cultura della salute e a promuovere innovazione con l’intento di migliorare la qualità di vita dei pazienti. «QUI PRO QUO è una campagna che sosteniamo dal 2019 per ragioni che si possono riassumere in due parole: responsabilità e sensibilità – afferma Giuseppe Maduri, Amministratore Delegato Astellas Pharma – una diagnosi di cancro cambia la vita e le prospettive per il paziente: è fondamentale aiutare gli uomini adulti a superare barriere, tabù e resistenze su un tema che ci mette in forte imbarazzo e migliorare la bassa predisposizione a fare diagnosi precoce. E, al tempo stesso, va riconosciuto il ruolo degli affetti (partner e/o amici), spesso determinanti nell’attivare il percorso diagnostico. Per generare salute è importante condividere dei percorsi di prevenzione e qui il ruolo della popolazione laica e di tutto il Sistema Salute è fondamentale per stimolare delle riflessioni sul tema del tumore della prostata ed è questa la vera leva che nei prossimi anni ci aiuterà a combattere questa neoplasia».