Carlo Fenizi: con Istmo, vi racconto la solitudine di un Influencer

Alzi la mano chi almeno una volta, soffermandosi sull’ennesima stories di Instagram dell’influencer di turno, non si sia domandato quanto ci sia di vero dietro quel mondo perfetto che tanto ammiriamo. E alzi la mano chi, sospirando, non abbia pensato “Vorrei vivere la sua vita”.
Ma cosa si nasconde dietro la perfezione di un post? E’ ciò che ha cercato di raccontare il regista Carlo Fenizi nel suo ultimo film, Istmo, uscito lo scorso 20 maggio direttamente in streaming su Chili, a causa delle chiusure imposte della pandemia.
Una pellicola che nasce dall’osservazione della realtà, che punta i riflettori sulla solitudine che si nasconde dietro un oceano di followers, uno specchio desolante e allo stesso tempo accattivante. Noi di Mondospttacolo abbiamo intervistato per voi Carlo Fenizi.

Come è nata l’idea per Istmo?

È nata dall’osservazione della realtà. Dalla sensazione che oggi il nostro modo di entrare in contatto con l’altro è sempre meno autentico e reale e sempre più filtrato dai social network. Non solo sono cambiati i rapporti con gli altri, ma è cambiato anche il modo di entrare in connessione col mondo in generale. Tutto è affidato al web e allo smartphone. Non c’è necessità di uscire di casa. Sono aspetti del mondo contemporaneo che mi inquietavano già prima e a prescindere dell’emergenza nazionale che abbiamo vissuto e volevo approfondirne alcune dinamiche attraverso questo film.

Istmo è un film per i giovani o per comprendere i giovani?

Non credo che il tema del film sia circoscritto ai giovani, penso possa dirigersi a tutti. Anzi, sono le generazioni nate nel mondo analogico, (come Orlando, il protagonista che ha quarant’anni) catapultate nell’era digitale che paradossalmente hanno reazioni di dipendenza più estreme.

Dove finisce la vita reale e inizia quella social e si può fare realmente una differenza tra le due vite?

Sì che si può, ma questo implica un’opera di autocoscienza e di coraggio. Dietro gran parte dell’utenza che dipende in forma eccessiva da queste modalità di comunicazione forse, a parer mio, c’è una qualche forma di fragilità. Mi auguro che, al di là dell’oggettiva e innegabile utilità della rete, si possa riscoprire l’orizzonte reale del fuori, secondo me, decisamente più bello ed entusiasmante.

Il coronavirus ha inevitabilmente cambiato il nostro modo di approcciarci alla realtà. Riusciremo a tornare indietro, o abbiamo imboccato una strada senza uscita?

Perché non dovremmo più tornare indietro? La storia dimostra che l’uomo è stato in grado di superare situazioni ugualmente difficili. Il caso di Istmo, film che tratta il tema dell’autoreclusione, girato in tempi non sospetti e uscito in tempi di pandemia ha del profetico e del paradossale. Ho pensato spesso in questo periodo al fatto che le restrizioni e la paura di questo momento possano dare il colpo di grazia a quella che era già una forma “distanziata” di comunicazione. Poi però mi sono voluto ricredere. Magari, aver subito forzatamente questa negazione di libertà, potrà suscitare in tutti noi, invece, la necessità di una ritrovata autenticità nei rapporti.
Nessuna strada, in fondo, è senza uscita.

Nel 2020 è necessario apparire per essere?

Secondo me questo mantra è già superato, appartiene ai decenni precedenti, perché c’è talmente tanta consapevolezza, ormai, di questo stato di cose che il concetto di apparenza ha subito già molte mutazioni. Forse nel 2020 è l’apparenza che trascina l’essenza, senza, necessariamente negarla o falsificarla, perché viviamo in un mondo talmente sofisticato nei mezzi di intromissione nelle vite delle persone che è diventato molto difficile fingere di essere.

Nel film ricorre molte volte il tema della libertà, mai così attuale in questo periodo in cui ci viene limitata. Cos’è per te la libertà?

È una presa di consapevolezza che comporta un percorso non facile di autoanalisi. È un percorso che dura tutta la vita, perché è costantemente minato e caratterizzato da sfide quotidiane. Secondo il mio personale parere il punto di partenza per la libertà, in tutte le sue forme virtuose, è prima di tutto il coraggio di rimanere fedeli a sé stessi.