Un percorso esistenziale, coraggioso e controcorrente è quello che emerge dalla visione di Caterina Caselli – Una vita, cento vite, ovvero il racconto in prima persona di colei che ci ha regalato, tra le altre, l’autentico capolavoro della canzone tricolore Insieme a te non ci sto più.
Capolavoro di cui, nel corso della circa ora e quaranta di visione, parla proprio in compagnia del suo autore Paolo Conte, rientrante tra i diversi ospiti dell’operazione messa in piedi da Renato De Maria, regista di Paz! e La prima linea.
Ospiti comprendenti il cantautore Francesco Guccini e i produttori discografici Stefano Senardi e Mauro Malavasi; man mano che, grazie ai molti filmati di repertorio, si passa dal periodo in cui la mitica Caterina divenne l’artista rivoluzionaria degli anni Sessanta dall’inconfondibile caschetto biondo – imitato da tante ragazze dell’epoca – al momento che l’ha vista decidere di intraprendere in maniera esclusiva la carriera di manager musicale.
E, tra ricordi della madre secondo cui cantare non era un mestiere per donne e della casa dove viveva da bambina insieme alla sua famiglia povera ma molto allegra, si sguazza da Sono qui con voi, rilettura nostrana di Baby please don’t go dei Them, a Perdono, grazie alla quale vinse il Festivalbar del 1966. Senza contare Cento giorni, finita addirittura nella colonna sonora de Il cervello con David Niven, e, ovviamente, Nessuno mi può giudicare, originariamente tango scritto per Adriano Celentano.
La Nessuno mi può giudicare che ha prestato il titolo anche al musicarello di grandissimo successo rientrante nella manciata di pellicole interpretate dalla stessa Caterina; la quale cita, inoltre, Io non protesto, io amo di Ferdinando Baldi, che nel 1967 la vide al fianco di un Mario Girotti non era divenuto il Terence Hill compagno di scazzottate di Bud Spencer.
Ma, in mezzo alle cover Sono bugiarda e Il volto della vita, c’è anche il tempo di rievocare il suicidio di Luigi Tenco e gli show televisivi E sottolineo yè con Gianni Morandi e Diamoci del tu, condotto affiancata da Giorgio Gaber. Fino ad arrivare al contratto con il sopra menzionato Celentano, che ha regalato tramite Prisencolinensinanciousol il primo rap della storia, e al tentato sequestro del marito caselliano Piero Sugar.
In un intenso dialogo in fotogrammi destinato ad alternare in Caterina Caselli – Una vita, cento vite aneddoti intimi e testimonianze pubbliche dal decennio della Beat generation all’inizio anni Venti del XXI secolo.
Un intenso dialogo che non dimentica neppure di tirare in ballo discorsi sui Negramaro, il compianto Pierangelo Bertoli, il tenore Andrea Bocelli, Un’estate al mare di Giuni Russo, Si può dare di più del trio Morandi-Ruggeri-Tozzi, Un’estate italiana di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato e la collaborazione tra Elisa ed Ennio Morricone per Django unchained di Quentin Tarantino.
Con interventi di Filippo Sugar e, al telefono, del musicista premio Oscar Giorgio Moroder.
Francesco Lomuscio
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