Roma, 13 maggio 2025 – La sospensione dello spot U-Power con protagonista Diletta Leotta ha acceso un dibattito che divide l’opinione pubblica, e tra le voci che hanno contribuito a questa decisione spicca quella di Paola Ferrari. La giornalista sportiva, volto storico della Rai, ha rivendicato con orgoglio il suo ruolo nella vicenda tramite un post su Instagram: “Dopo l’importante sensibilizzazione iniziale di Selvaggia Lucarelli, l’iniziativa mia e del Moige, il Giurì dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha sospeso la programmazione dello spot di U-Power in quanto in palese contrasto con l’articolo 11 che vieta la rappresentazione di comportamenti o atteggiamenti improntati a sfondo sessuale nei bambini”. Con un applauso a Lucarelli, al Giurì e a sé stessa, Ferrari ha concluso: “Non mi arrendo mai” [https://www.instagram.com/paolaferrari_db/p/DJmFoFXME06/].
La polemica è scoppiata quando Selvaggia Lucarelli ha criticato lo spot, definendolo disturbante per la scena in cui un bambino osserva con ammirazione una cantante in minigonna, ripresa dal basso in una posa ritenuta provocante. “Le pubblicità di U-Power sono sempre state brutte, con quel gusto anni ’90 nell’ammiccare al sesso. Ma stavolta si fa un passo ulteriore: si mette al centro il corpo di una donna con una ripresa dal basso, in minigonna inguinale, e lo sguardo di desiderio è quello di un bambino”, ha scritto Lucarelli nelle sue Instagram Stories. Le sue parole hanno innescato un’ondata di critiche, coinvolgendo pubblico, media e associazioni come il Moige, fino alla decisione del Giurì di bloccare il commercial per violazione dell’articolo 11 del codice di autodisciplina pubblicitaria, che tutela i minori da contenuti inappropriati.
Paola Ferrari, già a fine marzo, aveva espresso il suo dissenso, commentando: “Parole finite da tempo. Ognuno fa le scelte che vuole e però ne è responsabile”, accompagnando il post con un “Brava” rivolto a Lucarelli. La sua iniziativa congiunta con il Moige ha trasformato una critica social in un’azione concreta, ma la domanda rimane: era davvero necessario censurare lo spot, o si è trattato di un eccesso di sensibilità?
Un Dibattito che Divide
La sospensione dello spot ha generato reazioni contrastanti. I sostenitori della censura, come Ferrari e Lucarelli, ritengono che la rappresentazione del bambino in un contesto con implicazioni sessuali sia inaccettabile, soprattutto in un’epoca in cui la protezione dei minori è una priorità. Il Moige ha rafforzato questa posizione, sottolineando il rischio che messaggi pubblicitari inappropriati influenzino i più giovani. La rapidità del Giurì è stata lodata come un esempio di responsabilità etica nel settore.
Tuttavia, non tutti condividono questa visione. Alcuni vedono nella censura un’esagerazione, considerando lo spot un’ironica provocazione tipica della pubblicità, senza intenti maliziosi. La presenza di Diletta Leotta, testimonial di punta del brand, rientra in una strategia di marketing che punta sull’attrattiva, un approccio comune nel settore. Su X, diversi utenti hanno criticato la decisione, lamentando un’attenzione eccessiva a dettagli minori: “Con tutti i problemi che abbiamo, ci concentriamo su uno spot?”, ha scritto un utente, evidenziando il rischio di distogliere l’attenzione da questioni più urgenti.
Il Parere del Direttore di Mondospettacolo
Sulla vicenda, il Direttore di Mondospettacolo esprime un’opinione chiara e diretta: “Guardando la pubblicità, non ho visto nulla di così scandaloso da doverlo censurare. Piuttosto, bisognerebbe preoccuparsi di altre questioni che riguardano i bambini e non di uno spot che non ha assolutamente nulla da censurare. Ma per cortesia!”. Una presa di posizione che invita a riflettere sulle priorità: in un mondo in cui i minori affrontano sfide ben più gravi, dalla violenza all’esposizione a contenuti estremi sui social, concentrarsi su un commercial dall’impatto discutibile sembra una battaglia fuori fuoco. Il Direttore sottolinea così il rischio di un’ipersensibilità che, invece di proteggere, finisce per limitare la creatività e il dialogo aperto.
Riflessioni sul Confine tra Libertà e Responsabilità
La vicenda U-Power solleva interrogativi profondi sul ruolo della censura nella pubblicità. La creatività pubblicitaria ha sempre giocato con l’immaginario collettivo, spesso spingendosi al confine del provocatorio per catturare l’attenzione. Ma in un contesto culturale sempre più attento alle implicazioni dei messaggi, dove tracciamo la linea? La scena del bambino nello spot è intrinsecamente problematica, o è il nostro sguardo a caricarla di significati non previsti? E ancora: la censura tutela davvero i minori, o rischia di infantilizzare il pubblico, privandolo della capacità di discernere?
Paola Ferrari, con la sua determinazione, ha messo in luce l’importanza di vigilare sui contenuti mediatici. Tuttavia, il suo ruolo, insieme a quello di Lucarelli e del Moige, invita a riflettere sul potere delle voci influenti nel plasmare le decisioni pubbliche. È giusto che una campagna venga sospesa sulla base di critiche sollevate da pochi, per quanto autorevoli? O è questa vigilanza a garantire che i media restino uno spazio etico?
Un Invito al Confronto
La sospensione dello spot U-Power non è solo una notizia di cronaca, ma un’occasione per interrogarci sui valori che vogliamo promuovere attraverso la pubblicità. È stata una scelta necessaria per proteggere i minori, come sostengono Ferrari e Lucarelli, o un intervento eccessivo, come ritiene il Direttore di Mondospettacolo? Mondospettacolo invita i suoi lettori a riflettere e a condividere le proprie opinioni: la censura è una barriera indispensabile o un ostacolo alla creatività? In un mondo dove ogni immagine può essere fraintesa, come possiamo trovare un equilibrio tra sensibilità e libertà?
Lascia un commento