Charlie’s angels: le pupe del Bosley

Prima che ci si sposti ad un anno più tardi, in anticipo addirittura sui titoli di testa è immediatamente l’azione ad aprire Charlie’s angels, che, come il titolo lascia intuire, prende le mosse dalla mitica serie televisiva andata in onda tra la seconda metà anni Settanta e l’inizio decennio successivo.

Serie televisiva di cui, in fugaci fotografie, rivediamo proprio le protagoniste originali (tra le quali la Jaclyn Smith qui presente anche in un cameo), come pure le Drew Barrymore, Camereon Diaz e Lucy Liu dei rifacimenti cinematografici Charlie’s angels e Charlie’s angels – Più che mai, diretti tra il 2000 e il 2003 da McG.

La Drew Barrymore che, tra l’altro, è produttrice esecutiva di questo nuovo lungometraggio che intende essere, appunto, non un reboot, bensì una continuazione sia dei due precedenti che dal telefilm da cui tutto ebbe origine.

Nuovo lungometraggio in cui, guidati da una Bosley dalle fattezze della Elizabeth Banks che troviamo anche al timone di regia, i nuovi Angeli dell’agenzia investigativa Townsend sono l’ex agente dell’MI6 Jane Kano, incarnata da Ella Balinska, e la maga dei travestimenti Sabina Wilson, ovvero la diva della saga Twilight Kristen Stewart; alle quali si rivolge presto Elena Houghlin alias Naomi Scott, ingegnere informatico a conoscenza di un’innovazione in grado da un lato di rivoluzionare il settore energetico, ma dall’altro di diventare un’arma decisamente pericolosa per l’umanità.

E, oltre ad uno spietato Jonathan Tucker, rispettivamente nei panni di John Bosley e di Edgar Bosley, figurano anche Patrick Stewart e Djimon Hounsou all’interno del ricco cast di un tassello che, orchestrato tra Amburgo, Los Angeles e Istanbul, fa ovviamente della moderna tecnologia il proprio elemento di differenza rispetto a tutte le precedenti avventure targate Charlie’s angels.

Un tassello in cui, fortunatamente, la tanto chiacchierata filosofia del Girl power accentuatasi con la diffusione del movimento femminista Me Too non viene gratuitamente e fastidiosamente sbandierata all’eccesso, sebbene ci si trovi dinanzi ad un’operazione che non può fare altro che porre l’attenzione sulla potenza combattiva del gentil sesso.

Anche perché l’esile plot preferisce concentrarsi sull’abbondanza di situazioni frenetiche che, registicamente tutt’altro che disprezzabili, includono, inoltre, un serrato inseguimento automobilistico opportunamente infarcito di spreco di pallottole.

All’insegna di un action movie che, senza dubbio, non aggiunge nulla di particolarmente originale al filone, ma, allo stesso tempo, si regge su quasi due ore di visione che scorrono via con estrema velocità.

Fino alle ultime immagini poste durante i titoli di coda di Charlie’s angels, il cui intreccio, oltretutto, tra inganni e personaggi pronti a rivelarsi ciò che non sono, non è poi così scontato come si potrebbe inizialmente pensare.

 

 

Francesco Lomuscio