Christian Frosio: la bellezza e i suoi contenuti

La bellezza. La bellezza della tradizione ma anche quella delle piccole rivoluzioni. La bellezza delle decisioni ma anche quella che arriva dall’improvvisazione del momento. E penso che oltre a questo ci sia anche tanto altro in questo primo lavoro di Christian Frosio (Home Page) dal titolo “Mille Direzioni” che sul suo Canale YouTube si arricchisce di 3 video davvero interessanti. Un disco di estetica ma anche di etica, di bellezza e di contenuto che viaggia inesorabile dentro il DNA del grande pop leggero italiano. Ed è questa la chiave di lettura dentro la quale ci piace scavare… e se scaviamo, sappiamo di trovare cose davvero buone.

Noi parliamo spesso di bellezza. Ma non solo di quella sfacciata da guardare. E con te vogliamo parlare della bellezza che c’è dietro la facciata. Cosa significa per te bellezza?
Si potrebbe fare una tesi sul concetto estetico di bellezza. Ti parlerò ovviamente toccando uno dei punti soggettivi legati alla bellezza. Per me è un valore che trovo nell’armonia del gesto. Puoi vederla in un prodotto: artistico, artigianale, nel proprio lavoro. La bellezza è nel lavoratore che svolge con passione e dedizione il proprio compito, appartiene a chi si lascia vivere adempiendo al meglio il proprio ruolo. Io sono affascinato da questa bellezza.

E come questa bellezza influisce e condiziona l’estetica e la scrittura di una tua canzone?
Riguardo la scrittura, influisce nel momento in cui trovo onestà e verità in ciò che scrivo. Nell’arte non si può mentire ma al contrario donare tutto te stesso senza paura.
Nell’estetica è in quella ricerca fatta di dettagli che possa esprimere il mio discorso musicale. E questo si realizza principalmente negli arrangiamenti, nel vesito sonoro da dare alla canzone.

In “Mille Direzioni” hai ripercorso un po’ le grandi direzioni della bella canzone leggera italiana. Perché? Dentro questo genere cosa senti ti rappresenta di più?
Ho seguito semplicemente la mia direzione artistica. Nasco principalmente dalla musica italiana, a cui unisco anche un certo pop-rock inglese.
Ciò che cerco e che mi rappresenta principalmente nella fase di scrittura, è il valore della melodia e dell’armonia che per me è essenziale. La melodia sulla costruzione armonica è ciò che esprime la mia idea di bellezza, il nucleo originario su cui poi costruisco il resto.

Oggi siamo “vittime” di un’eccessivo bisogno di bellezza scenica. Come la vedi? E come cerchi di coniugarla con i contenuti che prevedono un certo bisogno di introspezione?
Credo che la bellezza scenica se non supportata dai contenuti sia ingannevole. Il ruolo dell’artista deve avere cura dei contenuti in primo luogo.
Poi certo la bellezza scenica è parte integrante del discorso artistico, il cui equilibrio più alto è stato raggiunto da David Bowie. In lui presenza scenica e contenuti andavano a braccetto.
Nel mio caso l’introspezione di cui parli si sposa con la presenza scenica diventando essa stessa presenza scenica. Guarda i miei video e la copertina del disco. Questo non vuol dire nascondersi o rifiutarsi al pubblico, ma cercare di farlo in modi consoni alla musica che si vuole proporre.

E ci teniamo con te a sottolineare la tua quasi totale produzione. Anche questo è un segno dei tempi non trovi?
Per certi versi si, ma non esclusivamente. Credo che oggi, soprattutto per un cantautore, sia importante pensare di muoversi da solo nei primi passi curando molti aspetti della canzone, che fuoriescono dall’aspetto prettamente artistico della scrittura, quindi autoprodursi, portandosi in prima linea su tutta la catena di produzione.
Io ho fatto questa scelta, un pò per necessità e un pò per volontà. Mi sono immerso in una dimensione di studio, scrivendo tutti gli arrangiamenti. E’ un disco che in questo ha richiesto due anni di gestazione. Ho fatto una ricerca anche sul suono ricercando un certo mix che potesse rappresentare al meglio le mie canzoni e ciò che volevo esprimere. Ho lavorato tanto con l’idea di raggiungere un obiettivo di qualità e professionalità. E posso dire senza presunzione, di esserci riuscito.