Ginevra Roberta Cardinaletti torna con Ci vediamo fuori luogo, libro che presenterà a Roma, il 28 Gennaio 2019 alle ore 18.30, presso Margot, in via Crescenzio 39, con la partecipazione della scrittrice Simona Colaiuda e di Bianca Olivetti.
Una piccola grande storia, Ci vediamo fuori luogo, che mette sotto i riflettori le nostre emozioni, i nostri timori e individua la capacità di usarli per imparare ad essere più forti. Una trama, quella di Ci vediamo fuori luogo (Edizioni Aloha srl), che ha per protagonista Martina e che, attraverso questo personaggio, ci porta alla scoperta delle nostre debolezze, ma anche della nostra straordinaria determinazione. Un percorso “intimo” all’interno di noi stessi, che poi è una delle principali caratteristiche anche delle scorse pubblicazioni di Roberta Ginevra Cardinaletti (ai top delle classifiche di vendita di Amazon), che già con i suoi precedenti lavori, Il peggio è passato e Undici donne, aveva dato prova di possedere una scrittura particolarmente vitale e scorrevole ma, al tempo stesso, profonda e ricca di sfaccettature. La brava scrittrice, per saperne un po’ di più…
Secondo te quale dovrebbe essere il compito principale di uno scrittore al giorno d’oggi? Esprimere se stesso o lanciare dei messaggi?
Forse l’ideale sarebbe riuscire a lanciare dei messaggi semplicemente esprimendo se stessi. Credo che il vissuto di ognuno di noi abbia molto da raccontare e lo scrittore ha la possibilità di trasmetterlo agli altri.
Riesci a definire il tuo nuovo libro, Ci vediamo fuori luogo, con cinque aggettivi?
Tenero, profondo, leggero, sorridente, sincero. In cui “tenero” e “profondo” non sono opposti ma complementari, che poi è proprio l’essenza del libro.
Ti è mai capitato di sentirti “fuori luogo”?
Molto spesso e altrettanto spesso mi è capitato di essere a contatto con persone che si sentivano così. Capita per piccole cose, come, per esempio, situazioni imbarazzanti, ma anche per contesti più importanti. C’è anche chi si sente fuori luogo da una vita.
Questo è il tuo terzo libro; è il più o il meno autobiografico?
Nei miei libri c’è sempre molto di me, ma c’è anche molto di ciò che assorbo dagli altri. Mi piace ascoltare gli altri e mettermi nei loro panni. A volte raccontare me e raccontare gli altri coincidono perché, come dico spesso, abbiamo in comune molto più di quanto pensiamo, soprattutto nei timori e nelle insicurezze.
Hai detto di voler continuare a scrivere libri, ma per la tua prossima “creatura” pensi ad un sequel o a qualcosa di nuovo?
Qualcosa di nuovo, ma che sarà anche collegato ai precedenti libri. Il mio stile rimane, così come il mio modo di osservare il mondo, però avrò un approccio completamente diverso nell’esposizione. Credo sia la giusta evoluzione dei miei scritti.
Ti è mai capitato di prendere ispirazione per scrivere i tuoi libri da qualcosa visto in televisione oppure al cinema?
Sì, prendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda, anche dal cinema e dalla televisione, ma ancora di più dalla vita reale.
Hai qualche interesse per il mondo della poesia?
Sono sempre stata affascinata dalla poesia, ci sono molti versi che mi hanno colpita e mi sono rimasti impressi. La poesia è una forma di comunicazione molto difficile, ma estremamente efficace.
Al giorno d’oggi tutti sono molto social. A te quanto piace comunicare attraverso i social? E ti sei mai imbattuta in qualche lato negativo?
I social sono mezzi potenti e, in quanto tali, anche pericolosi. Io li uso molto perché penso rappresentino un ottimo modo per essere in contatto con il mondo. Come a molti, anche a me è capitato di essere attaccata e criticata, ma basta non dargli troppo peso. Anche nella vita reale ci si imbatte in persone maleducate e aggressive, in rete purtroppo è tutto amplificato, ci si sente liberi di insultare sconosciuti, non è facile combattere l’ignoranza e l’inciviltà.
Puoi lanciare un messaggio per il nuovo anno a tutti i lettori?
Prendo spunto da un capitolo di Ci vediamo fuori luogo dedicato proprio al mese di Gennaio, in cui scrivo: “Gennaio è un mese bianco, come una tela su cui dipingere”. Il mio augurio è che ognuno di noi possa affrontare questo mese e il nuovo anno proprio come una tela bianca su cui dipingere la vita che desideriamo. Non quella giusta per gli altri, ma quella giusta per noi.
Susanna Marinelli
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