Con I morti non muoiono arrivano in blu-ray gli zombi di Jim Jarmusch

Visto nelle sale cinematografiche italiane nel Giugno 2019, approda in blu-ray, sotto il marchio Universal, I morti non muoiono, lungometraggio tramite cui l’americano classe 1953 Jim Jarmusch affronta la tematica dei morti viventi, dopo essersi dedicato nel 2013 alla propria personale visione dei vampiri attraverso Solo gli amanti sopravvivono.

Titolo, quest’ultimo, da cui recupera una Tilda Swinton qui resa titolare di pompe funebri abile con la katana, arricchendo ulteriormente uno sfizioso cast che, tra un Tom Waits eremita dei boschi, uno Steve Buscemi fattore e un trio di giovani in cerca di un motel formato da Austin Butler, Luka Sabbat e Selena Gomez, vede due poliziotti dalle fattezze di Bill Murray e Adam Driver quali personaggi principali.

Una buffa coppia di rappresentanti delle forze dell’ordine affiancati dalla collega Chloë Sevigny nella immaginaria cittadina di Centerville, dove, a quanto pare, i defunti hanno iniziato a tornare in vita, pericolosamente affamati di carne umana, dopo che il fracking ai poli nord e sud sembra aver generato uno spostamento dell’asse terrestre.

Testimoniando una trovata decisamente originale che si distacca da quelle relative ai vari gas o ai riti voodoo che hanno accompagnato un po’ tutta la storia degli zombie movie, il cui maestro assoluto fu il George A. Romero che, ovviamente, non manca qui di essere omaggiato anche verbalmente.

Del resto, in un terzo millennio da schermo sempre più popolato di infetti veloci e scattanti, il cineasta originario di Akron guarda in maniera evidente alla tradizione classica, proponendo una delle poche resurrezioni da sotto terra viste in fotogrammi e preferendo le classiche salme lente e dinoccolate che sono annientabili decapitandole.

Salme tra le quali possiamo riconoscere la rock star Iggy Pop, vecchia conoscenza dei set jarmuschiani come buona parte degli attori coinvolti, comprendenti anche un Danny Glover che, affiancato da un nerdissimo Caleb Landry Jones, finisce assediato in stile La notte dei morti viventi.

Al servizio di oltre un’ora e quaranta di visione che, strutturata su una sequela di scenette poste per lo più in parallelo, appare tutt’altro che volta a prendersi sul serio, a cominciare dalle assurde reazioni dinanzi al ritrovamento dei corpi trucidati di Fern e Lily, ovvero Eszter Balint e Rosal Colon.

Con tanto di una battuta dal chiaro taglio meta cinematografico che, inaspettatamente sfoderata dal citato Driver, provvede ad accentuare ulteriormente il clima di follia generale; man mano che viene suggerito che gli zombi altro non sono che ciò che resta delle persone materialiste e che il maggior pregio de I morti non muoiono si rivela essere un’accattivante estetica funerea che l’horror, purtroppo, sembra aver da tempo perso.

Con una brevissima intervista a Murray, un dietro le quinte diviso in sei parti e quasi tre minuti di featurette Restiamo uniti nella sezione extra del disco.

 

   

Francesco Lomuscio