Premessa: per chi ancora non conoscesse il suo nome (ma c’è da dubitare a riguardo), Tsui Hark è un personaggio fondamentale della cinematografia cinese, l’uomo che, verso la metà degli anni Ottanta, insieme al collega che risponde al nome di John Woo (e se non conoscete neache lui è grave) e nella veste di produttore, rivoluzionò la cinematografia orientale grazie a titoli di grande richiamo e dall’impronta gangsteristica noir, come la trilogia A better tomorrow (il terzo film diretto dallo stesso Hark) e, soprattutto, The killer.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata e il buon Tsui ha alternato nel tempo operazioni di regia e produzione con la medesima creatività che ha sempre caratterizzato il suo cinema, tra opere ambientate nel presente (Double team – Gioco di squadra, Hong Kong colpo su colpo, Time and tide – Controcorrente) e altre nella Cina feudale, nel pieno del cappa e spada (la serie Once upon a time in China, The blade, la trilogia dedicata a Detective Dee).
Nel 2005 ha orientato il proprio sguardo verso un’opera colossale realizzata con grandi capitali e un desiderio immenso di raccontare una pagina storica del suo paese, seguendo la moda che aveva allora preso piede nel mercato grazie al successo dell’oscarizzato La tigre e il dragone, datato 2000.
Traendo ispirazione da un romanzo di Liang Yu Sheng intitolato Seven swordsman from Mountain Tian, prese vita, quindi, Seven swords, imponendosi nei mercati cinematografici di tutto il mondo e arrivando addirittura nelle nostre sale cinematografiche (fu anche presentato al Festival del Cinema di Venezia), fatto piuttosto insolito per un titolo appartenente alla filmografia di Hark.
La storia al centro del film è ambientata nel XVII secolo, ai tempi della dinastia Qing capitanata allora dai Manciuriani, persone determinate e tiranne, intenzionate a mettere al bando la pratica delle arti marziali e ad uccidere con la decapitazione chiunque gli si opponga.
Il loro obiettivo è attaccare il cosiddetto Villaggio delle Arti Marziali, un luogo all’apparenza pacifico e ora nell’occhio del ciclone per la sua tradizione, consapevole dell’attacco dei Manciuriani e pronto a prendere le dovute difese.
Ad aiutarli vi è Fu Qingzhu (Lau Kar Leung a.k.a. Liu Chia-Liang), un uomo anziano che è stato al servizio della precedente dinastia Ming in qualità di boia, il quale, portando con sé i due giovani Han Zhibang (Lu Yi) e Wu Yuanying (Charlie Yeung) arriva fino al Monte Paradiso, dove gli vengono affidate sette spade forgiate dal Maestro Ombra della mano (Ma Jing Wu).
Insieme ai quattro valorosi Chu Zhaonan (Donnie Yen), Yang Yuncong (Leon Lai), Xin Longzi (Tai Li Wu) e Mulang (Duncan Lai), tornano al villaggio con l’intenzione di dare filo da torcere ai loro nemici e chiudere una volta per tutte questa sanguinosa battaglia contro i Manciuriani.
Maestoso Tsui Hark, sempre attento alla storia del proprio paese creando delle magnifiche epopee pregne di spettacolarità e rispetto per l’eredità marziale che rappresenta, costruendo su misura per la sua tradizione cinematografica un Wuxia (genere cavalleresco cinese) di grande presa, ricco di colori e spettacolari combattimenti all’arma bianca, coreografati dallo stesso Lau Kar Leung (compianto regista de La 36a camera Shaolin, qui alla sua ultima interpretazione) insieme a Wei Tung e Xin Xin Yong, che non mancano di arti mozzati e decapitazioni.
Nel variegato cast è possibile intravedere i volti della star d’azione Yen (Rogue One: a Star Wars story, XXX – Il ritorno di Xander Cage) e di Lai (Bodyguards and assassins, Infernal affairs 3), qui al servizio di un kolossal candidato a ben dieci Hong Kong Film Awards (gli Oscar cinesi).
Rieditato in dvd da Mustang Entertainment (www.cgentertainment), Seven swords viene presentato in una ricca edizione a due dischi, con il secondo supporto dispensatore di molti contenuti speciali: cinque scene tagliate; un Making of di diciassette minuti; interviste al regista Hark, agli attori Yeung e Yen e alle attrici Jingeu Zhang, Sun Hong-Lei e So-yeon Kim; un estratto di nove minuti intitolato Il Wuxiapian, riguardante il filone; un teaser; un trailer originale; un trailer italiano; quattro spot tv e una galleria fotografica.
Mirko Lomuscio
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.