Con Sudden fury, A day of violence e Beyond fury arriva in dvd la violentissima trilogia di Darren Ward

Sempre più attenta alle opere estreme, gore e underground che in maniera difficoltosa o, addirittura, mai sono approdate nello stivale del globo, Digitmovies lancia su supporto dvd – in versione originale sottotitolata in italiano – una ideale trilogia realizzata in circa vent’anni dall’indipendente britannico Darren Ward.

Una trilogia costituita da Sudden fury, A day of violence e Beyond fury e i cui ingredienti principali sono malavitosi, vendette e, soprattutto, violenza esagerata.

 

Sudden fury (1998)

Intenzionato a prendere il controllo dello spaccio di cocaina nel sud-est dell’Inghilterra, un criminale da quattro soldi assume un noto sicario per liberarsi del suo principale rivale; fino al momento in cui le cose cambiano perché arriva a tradire il killer.

Trattandosi di un lavoro di fine anni Novanta, a cominciare dai personaggi appartenenti all’universo criminale e dal loro abbigliamento in giacca e cravatta è facile pensare ad una forte influenza proveniente da Le iene dell’allora emergente Quentin Tarantino. Ma, rifacimento dilatato del cortometraggio Bitter vengeance, diretto dallo stesso Ward, la oltre ora e quaranta di visione risente dichiaratamente della celluloide sfornata da maestri della Settima arte tricolore del calibro di Dario Argento, Sergio Leone e Lucio Fulci. Non a caso, se da un lato nel cast troviamo anche il David Warbeck che per quest’ultimo interpretò, tra gli altri, …e tu vivrai nel terrore! L’aldilà, dall’altro è presente un sicario di origini italiane il cui cognome è Lenzi, come quello dell’autore di Milano odia: La polizia non può sparare e Gatti rossi in un labirinto di vetro. Il resto, con un’ultima parte interamente dedicata all’azione e un inseguimento automobilistico messo in piedi coi pochi mezzi a disposizione, lo fanno “brucianti” torture, seghe conficcate in pieno collo, viscere in bella vista e schizzi di liquido rosso come stessimo guardando un sanguinoso fumetto riportato su schermo.

Una breve clip di scene eliminate, quarantacinque minuti di dietro le quinte, quasi undici di outtakes e trentadue in cui il regista e alcuni degli attori parlano del film dodici anni dopo la sua uscita occupano la sezione extra del disco.

 

A day of violence (2010)

“La redenzione ha un caro prezzo da pagare” recita il retro della fascetta di questo dvd, in cui assistiamo agli ultimi giorni di vita di Mitchell Parker alias Nick Rendell, il quale giace morto all’obitorio. Ma chi era Mitchell Parker? Circondato da tutto il marciume che il mondo aveva da offrire, in vita servì i bassi ranghi degli Esattori, e pensò che la fortuna fosse arrivata quando trovò centomila sterline in contanti nel divano di un cliente.

Quindi, è del suo oscuro passato che andiamo progressivamente alla scoperta; man mano che apprendiamo che, perseguitato dalla gang a cui aveva rubato dei soldi, è costretto a fuggire e ad usare il denaro al fine di liberarsi una volta per tutte dai propri demoni.

E si comincia con una sequenza di sesso ai limiti dell’hard; prima che la narrazione si sposti a ventiquattro mesi dopo e che, in un piccolo ruolo, troviamo il Giovanni Lombardo Radice di Paura nella città dei morti viventi e La casa sperduta nel parco. Tanto per ribadire ancora una volta la venerazione che Ward nutre dei confronti della celluloide nostrana degli anni Settanta e Ottanta. Ma, essendo cambiati i formati di ripresa e la tecnologia rispetto all’epoca in cui venne girato il film precedente, le immagini e la fotografia risultano decisamente più curate, facendo distaccare l’operazione da quel certo sapore amatoriale che aveva invece caratterizzato Sudden fury. Per il resto è inutile stare a precisare che crudezza e ferocia non manchino neppure in questo caso, includendo nel mucchio torture odontoiatriche e, soprattutto, un’impressionante evirazione trasudante emoglobina.

Con contenuti speciali rappresentati da tre diversi trailer, una breve clip di scene eliminate e novantasette minuti di making of.

 

Beyond fury (2019)

Interpretato da Nick Roberts, l’ex mercenario Michael Walker riprende l’allenamento militare perché intenzionato a dare la caccia a coloro che lo hanno brutalmente attaccato, uccidendone la fidanzata incinta di otto mesi e il bambino che portava in grembo.

Una sequenza, quest’ultima, che già mantiene a inizio visione tutta la cattiveria promessa a cominciare dal primo dei tre lungometraggi. Ma, con Giovanni Lombardo Radice nuovamente coinvolto e stavolta calato nei panni dello spietato villain Ivan Lenzivitch (ecco un altro probabile omaggio a colui che diresse Il coltello di ghiaccio e Il trucido e lo sbirro), stavolta il plot è decisamente più semplice e abbracciante la classica struttura dei revenge movie a stelle e strisce, da Commando con Arnold Schwarzenegger alla saga bronsoniana de Il giustiziere della notte. Chiaramente, però, sempre con il tutto condito dalle esagerazioni grafiche che sembrano quasi rimandare agli splatter tedeschi di Andreas Schnaas e Olaf Ittenbach. Tra l’insostenibile momento del piede disintegrato a suon di martellate, corpi crivellati da proiettili, cocci di bottiglia conficcati nel collo e lo stupro della Gemma dal volto di Tina Barnes, che lascerebbe tranquillamente pensare possa aver preso ispirazione da uno analogo visto in Luca il contrabbandiere del sopra menzionato Fulci. Senza contare una motosega pronta per l’uso… fino alla liberatoria strage finale di quello che, con i consueti effetti di trucco realistici ed efficaci, si rivela il più curato tassello del trittico, maggiormente strutturato sui dialoghi e accompagnato da una colonna sonora che riecheggia lo stile di John Carpenter.

Trailer, sei minuti di dietro le quinte e quasi un’ora e dieci di featurette in cui il regista ripercorre tutta la sua carriera e la lavorazione dei tre film fanno da contenuti extra.

 

Francesco Lomuscio