Corrado, un nome una garanzia

Articolo a cura di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger.

Corrado Mantoni, noto a tutti semplicemente come Corrado, è stato un conduttore televisivo, autore per il piccolo schermo e personaggio radiofonico italiano. Esordì nel 1944 in una trasmissione per i militari, Radio naja. In seguito condusse diversi programmi per lo stesso mezzo, (Oplà, 1949; Rosso e nero, 1951; Sorella radio, 1960; La trottola, 1963) e per la televisione (Controcanale, 1960-61; L’amico del giaguaro, 1961-64; La trottola, 1965-66), raccogliendo i primi successi. Considerato un anti-divo e apprezzato per la discrezione e la garbata ironia che lo distinguevano, Corrado si affermò definitivamente in tv negli anni Settanta presentando per la RAI le trasmissioni Canzonissima (1970 e 1971), Domenica in (1976-79), Fantastico 3 (1982) e, dal 1982 al 1990, il gioco a premi Il pranzo è servito per Mediaset (su Canale 5).
Il suo nome, tuttavia, è rimasto legato più strettamente alla trasmissione La Corrida: sfida tra artisti dilettanti che, dopo il successo radiofonico degli anni Settanta, Corrado – affiancato dal maestro Roberto Pregadio- portò dal 1986 al 1997 in televisione (Canale 5), riscuotendo nuovamente i consensi del pubblico. Chi scrive, negli anni ‘80, era una bambina e ricordo che lui era uno dei padri fondatori della televisione in Italia, uno dei personaggi televisivi più amati di sempre.
Sempre in quegli anni, Corrado ha realizzato e condotto altri programmi, sempre di successo. Tra il 1980 e il 1981 scrisse come autore per la Rai Buonasera con… Rossano Brazzi (Rete 2) e presentò La mia voce per la tua domenica (Rai Radio 1), Corradodue (Rai Radio 2) e Gran Canal (Rete 2). Dall’aprile del 1982 Corrado passò al gruppo Fininvest, e ne inaugurò gli studi di Roma. Tra i suoi programmi più celebri sono da ricordare Il pranzo è servito e il già citato La corrida.

Ebbe anche un discreto successo come cantante: indimenticabile la sigla di Fantastico Tre “Carletto” del 1982 e “Sei contento papà” del 1983. Subì un intervento alle corde vocali nel febbraio 1985,, che non fermarono tuttavia la attività professionale.

Personalmente i miei preferiti sono proprio La Corrida e “Il pranzo è servito ” Sotto la sua magistrale direzione, il gioco con le portate, più seguito dell’ora di pranzo divenne per tutti i bambini della mia generazione un cult. Innumerevoli famiglie sintonizzavano la TV sul suo show perché si faceva amare da grandi e piccini. La bonaria simpatia del conduttore romano hanno reso quel gioco televisivo un must irrinunciabile degli anni 80. Quanti momenti di spensieratezza e di armonia condivisi con i nonni paterni e materni e con i familiari grazie al Grande Corrado. Che poi ebbe la genialità di inventarlo quel programma, insieme al fratello Riccardo Mantoni.

Il programma era simile quasi ad una goliardica e pittoresca festa paesana, in cui 10 concorrenti si sfidavano tra canzoni, balli, poesie e spettacoli fantasiosi. Giudice insindacabile, il pubblico in studio.
Se l’esibizione piaceva i concorrenti ricevevano applausi, altrimenti il pubblico fischiava, battendo mestoli di legno sulle pentole e producendo altri rumori con vari oggetti, accompagnati dal suono di una sirena quando il semaforo in studio cambiava colore. Grazie alle capacità dei simpatici concorrenti che all’ironia del suo storico conduttore, considerato un vero e proprio “patriarca”, “La Corrida” ha mantenuto inalterato il suo successo ricevendo negli anni sempre alti ascolti.

Uomo di grande lucidità mentale e fisica, coi suoi programmi accompagnava la settimana di tanti italiani, facendogli compagnia col suo volto familiare e rasserenante. Il mio augurio è che i ragazzi di oggi possano prendere esempio da Corrado che con sua signorilità educazione preparazione e sensibilità ha saputo lasciare un segno. Oggi, purtroppo, impazzano sui social ed in TV la maleducazione, la scarsa preparazione e la presunzione. L’umiltà d’altronde è dei grandi.

Foto tratta dal web. Foto di proprietà del fotografo che ne ha realizzato lo scatto.

Molto importante e significativo, per me ma non solo, fu il suo rapporto con Raffaella Carrà. La storia di due colleghi, amici per davvero. Lacrime, abbracci e risate ad ogni incontro. L’11 novembre 1988 alle celebrazioni per le 1500 puntate de Il pranzo è servito c’era anche lei. E non poteva essere altrimenti. Perché per Corrado, il “suo” Corrado, avrebbe scalato le montagne: “Tu sei come il vino buono, più invecchia e più è doc”. Parole che Raffaella Carrà pronunciò con gli occhi lucidi. Le accadeva sempre quando si ritrovava di fronte al suo partner preferito. Una guida, un maestro, ma soprattutto un amico. Raffaella e Corrado si volevano bene. Lei esternava quel sentimento con continui attestati di stima, lui replicava con lo sguardo divertito, accompagnato però da carezze colme di dolcezza. Se Corrado andava a trovarla alla Rai, la Carrà ricambiava presso la Fininvest. A La Corrida, per esempio, provarono a ballare la Soca Dance. “Guarda che è un ballo che viene dalle Antille”, spiegò Raffa. “Io credevo da Roma, pensa te”, ribatté lui. La danza si trasformò ben presto in un sedere contro sedere che terminò con la sua roboante ed inimitabile risata: “Come si fa a non amarlo”. Quando l’8 giugno 1999 Corrado se ne andò, la Carrà afferrò carta e penna per testimoniarne il ricordo con queste, intense parole: “Se oggi sono generosa con i miei compagni di lavoro, se uso l’ironia e l’autoironia, se sono vicina alla gente, se non ho paura di essere positiva, se mi faccio rispettare quando serve, se so sentirmi utile come autore tv, se non ho timore di mostrare i miei sentimenti, ma con riserbo, lo devo anche a te. Sono stata fortunata: ti ho avuto come compagno del primo lavoro importante, fondamentale per tracciare il modo con cui intraprendere il cammino futuro di una giovane attrice che non conosceva la tv. E tu mi hai insegnato tanti valori e comportamenti che non scorderò mai”. A Corrado va il mio grazie ed il mio applauso per avermi trasmesso – a sua insaputa – valori fondamentali per il saper vivere civilmente in una società oggi malata”.