Crifiu: energia di vita, leggerezza, vento caldo di passioni pop

Quando la bellezza si misura in quell’energia fresca, latina, calda d’estate ma anche di tramonti e luci notturni di rinascite. La bellezza per i Crifiu passa anche soprattutto dalle tantissime contaminazioni che il pop main stream ha a contatto con la world e l’elettronica. Nuovo singolo per la band “collettivo” salentina dei Crifiu: si intitola “Dj Dj” e con l’estate e la rinascita porta con se anche tanta simbologia mitologica che ruota attorno al concetto della danza. Indaghiamo assieme:

Noi iniziamo sempre con il parlare di bellezza. E penso che dentro un singolo come “Dj Dj” la bellezza abbia anche sfaccettature spirituali o sbaglio?
Come diceva il poeta “La Bellezza salverà il mondo” e noi abbiamo sempre cercato di contemplarla, seguirla e nutrirla nelle nostre canzoni. Qui in “Dj Dj” le sfaccettature della Bellezza sono sì spirituali (parlando di musica, arte e cultura nutrimento di anima e corpo) ma non solo, chiamando in causa l’uomo e il suo percorso che è fatto anche di carne. È un inno alla musica, alla danza e al canto come antichi metodi che l’uomo conosce per oltrepassare la crisi e ritornare a splendere, nella Bellezza di un nuovo sorriso. E la Bellezza fa parte di noi da sempre e da sempre l’abbiamo cercata perchè siamo uomini e anthropos significa “guardante in su”, animati dal Desiderio che ci abita e il cui senso primo è “fissare le stelle”, “volgersi verso ciò che non si ha”. Già nelle parole c’è, quindi, quell’intimo antico sacro legame che ci unisce alla Bellezza. Del cielo e della terra: uomo e cosmo, passato e futuro, storia e infinito. Siamo una cosa sola. Come diciamo nella canzone, infatti, siamo fatti fisicamente della stessa sostanza delle stelle e in fondo, anche “Dj Dj” è un altro nostro brano che canta la vita e la sua Bellezza.

E in generale per voi la bellezza cos’è e dove rintracciarla?
Abbiamo sempre pensato alla Bellezza nella sua declinazione etica, non solo formale, richiamando quell’antico legame con il Bene che la Bellezza custodisce dentro di sé. Bello e buono, bello è buono. È un pensiero del mondo classico che unisce all’estetica del bello, l’etica del buono fondendole in un’unica visione. Bellus è diminutivo di bonus. Bellezza è l’esistenza; Bellezza è l’identità della nostra Terra, la perfezione di una Natura che ci dà la vita e che oggi più di ieri è in sofferenza; è il profilo dell’orizzonte che ammiriamo attraversando l’Italia in furgone per i nostri concerti; la gente che incontriamo, grandi e piccoli. Bellezza è il canto degli uccelli all’aurora e la mano che aiuta a rialzare l’altro. Bellezza è l’alterità. L’abbattimento dei confini, il con che prevale sul fine. Bellezza è dare voce al Desiderio che ci anima, è coniugare i verbi al plurale, è dire Noi al posto di Io, è fare più che dire, agire più che parlare perché siamo quello che facciamo, non quello che diciamo. Ecco la Bellezza è Essere, ognuno nella sua diversità, perché è nella “convivialità delle differenze” che si costruisce la Pace.

Posso dirvi che ascoltando il brano e il suo leitmotiv, questo titolo sembra un poco fuorviante?
Abbiamo dedicato un brano al Dj, includendo in questo (per noi) iperonimo i musicisti, gli speaker radiofonici, gli mc e tutti coloro che diffondono la musica, guardando a questa figura (così tanto in voga ma alla quale finora non c’era ancora una canzone dedicata) da un altro punto di vista che ti farà sembrare il titolo del brano meno fuorviante di quello che appare (😊). Da sempre per l’uomo, abbiamo detto, la musica è cura e terapia. E se la musica è terapia, oggi, il curatore, lo sciamano è il Dj. Per noi che veniamo dal Salento, poi, la musica e la danza sono gli antichi metodi che conosciamo per danzare con il ragno e sputarne il veleno, simboli di quel fenomeno culturale e religioso del tarantismo, espressione e superamento delle crisi individuali e collettive che in un contesto contadino venivano raffigurate attraverso una simbologia e una modalità espressiva capace di delineare un orizzonte metastorico entro cui la “crisi di presenza” veniva ribaltata di segno per tornare nella storia e continuarla a farla. Le “tarantate” danzavano per giorni sulla musica di un gruppo di suonatori di violino, fisarmonica e tamburo a cornice che, con la loro terapia domiciliare, sceglievano la musica giusta per stimolare (“scazzicare”) il ragno mitico fino al superamento della crisi. Per noi quel gruppo di suonatori, oggi, si chiamano Dj che nelle piazze e nei dancefloors mixano i loro brani per far danzare i nuovi pizzicati della giungla metropolitana dei nostri giorni, affinché ci portino “per un momento tutti fuori dai guai”. Simbolo di questo brano, inoltre, è un antico pittogramma preistorico, il “Dio che balla”, raffigurante uno sciamano danzante sopra due serpenti, ritrovato nella “Grotta dei Cervi”, il complesso pittorico neolitico più imponente d’Europa, sito nel Salento. Lo sciamano danzante sembra evocare ante litteram quel fenomeno del tarantismo, fenomeno storico-religioso, appunto, caratterizzato dal simbolismo della taranta, ragno simbolico il cui morso richiedeva il ricorso alla terapia coreutico-musicale, alla danza, alla musica, ai colori e al canto per liberare dal veleno. Nella sua antichità, il “Dio che balla” dimostra che la musica è cura, antidoto, via di salvazione.

Dal mondo avete sempre preso tanto… e questa volta ho come l’impressione che il vostro radar punti in oriente, almeno sulle primissime battute del pezzo… non so se sbaglio…
Come sempre ci piace unire al pop la world music, mescolando dance, urban, elettronica e melodie del Mediterraneo. Pensiamo, anzi, che la world music sia il nuovo pop internazionale. Anche qui, come è nel nostro stile, abbiamo campionato dei suoni “esotici” che attraversano il brano come un fiume carsico emergendo in alcuni punti in maniera più focalizzata. Il suono “orientale” è quello di un “Duduk”, antico strumento musicale tradizionale armeno. Il bello del brano è che è un omaggio al Dj reso con strumenti musicali suonati: ci piace unire nel nostro repertorio sonorità radiofoniche e contemporanee ben conosciute a mondi poco esplorati e ospitati nelle radio. Suoniamo diversi tipi di strumenti dal bouzouky al tin whistle, da vari tipi di flauto a diversi strumenti a corda e varie tipologie di percussioni.

Elettronica o strumenti della tradizione?
Ben equilibrati e in dialogo tra loro, questi due mondi, elettronica e strumenti della tradizione, permettono di affrescare orizzonti musicali inediti e creano il nostro sound. Pubblichiamo brani che stimolino e ispirino prima di tutto noi che li componiamo per poter arrivare al pubblico che ci segue. Questi due universi fanno parte del nostro linguaggio. Il nostro brano carta d’identità Rock & Raï (di cui quest’anno festeggiamo i 10 anni con un Tour che ci sta portando in buona parte dell’Italia -qui il sito ufficiale della band www.crifiuweb.com- e che omaggiamo perché ci ha portato tante bellissime opportunità, dal Primo Maggio di Roma allo Sziget Festival di Budapest, rimanendo il brano che non possiamo non fare ai concerti perché il pubblico che viene ai nostri live vuole cantare e danzare insieme a noi. Qui il videoclip ufficiale del brano è sintesi di questo nostro modo di scrivere, coniugando elettronica a world music, pop alle melodie del Mediterraneo, il “mare tra le terre”.
Seguiteci perciò online (FaceBookInstagramYouTubeTwitter) e ai concerti per assaporare dal vivo quello ci siamo detti. Un abbraccio dai Crifiu.