Il Criticone n.35 – Anteprima recensione “La coppia dei campioni” con Massimo Boldi e Max Tortora

Non solo cinepanettoni. Torna Massimo Boldi in una stagione diversa da quella in cui siamo abituati a vederlo; non siamo infatti sotto Natale e neanche a novembre, ma nel rischioso periodo di maggio, quando in Italia la stagione cinematografica è tristemente ormai al capolinea. Parte quindi come una scommessa questo “La coppia dei campioni“, in uscita domani in 300 sale e in cui, accanto all’attore milanese, troviamo per la prima volta Max Tortora a rinnovare i fasti dell’eterna dicotomia Roma-Milano. Ecco quindi il dirigente milanese Fumagalli (Boldi), sposato con una ricca e snobbissima contessa (Pia Lanciotti) e con la dispendiosa amante (Anna Maria Barbera) che vive sullo stesso pianerottolo, essendo così sempre “pronta all’uso”. Invece il magazziniere romano Zotta (Tortora) è spesso in lite con la moglie (Flora Canto) che lo minaccia perennemente di andarsene, pur essendo incinta e con un altro ragazzino da crescere, visto lo scarso interesse paterno.

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L’espediente per far convivere forzatamente i due è quello di una lotteria aziendale della multinazionale per la quale entrambi lavorano, grazie alla quale vincono due biglietti per la finale di Champions League a Praga. Dovranno però tornare dalla capitale ceca con la foto della coppa accanto al logo aziendale, pena il licenziamento. Ovviamente i due, molto diversi tra loro, a pelle non si prendono ed iniziano loro malgrado il viaggio per la finale. Un fortissimo maltempo costringe però l’aereo ad un atterraggio di emergenza in Slovenia e i due dovranno ingegnarsi per arrivare a Praga con mezzi di fortuna, tra incomprensioni linguistiche, screzi, donne tentatrici e tanti frizzi e lazzi a cui il comico milanese ci ha ormai abituati da anni.

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L’intento del regista Giulio Base (“Don Matteo“), che ha scritto e diretto il film, era di creare un road movie con protagonisti due personaggi diversi tra loro ma accomunati da una bontà di fondo, con la scontata amicizia finale che si verrà a creare. Inoltre Base auspicava un film “che desse anche delle emozioni”, non riuscendoci però neanche lontanamente, e quella che dovrebbe essere una “scena madre” con Boldi separato da Tortora che ripensa alle loro avventure mentre se ne va su un carretto (con tanto di rallenty), risulta invece davvero penosa. Posto che di base la sceneggiatura è abbastanza debole, dopo la scelta della coppia Boldi-Tortora alcune cose sono state inevitabilmente modificate per adattarle alla comicità dei due. E qui nascono i problemi, perché mentre Max Tortora con il suo romano bonaccione e a tratti “sordiano” riesce a strappare più di una risata evitando accuratamente di fare il De Sica bis, Massimo Boldi invece è sempre se stesso, volente o nolente e anche la pur discreta amalgama tra i due attori non funziona fino in fondo.

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Max Tortora e Massimo Boldi con il regista Giulio Base

Arrivato a 70 anni e con una staticità che non gli permette più di proporre la sua comicità slapstick, il Massimo nazionale fa davvero fatica a risultare divertente e ovviamente il film ne risente, con tutto il peso lasciato sulle spalle del povero Tortora, che riesce in parte a non far affondare la baracca. Per carità, come già accaduto in “Matrimonio al sud“, il discorso è lo stesso: Massimo Boldi è un grande attore, ma i copioni non lo aiutano e anche lui ci mette del suo, proponendo sempre lo stesso personaggio, le stesse gag e le stesse battute che ormai non divertono più. Forse sarebbe finalmente il caso che qualcuno gli proponesse un prodotto diverso, come fece già Pupi Avati vent’anni fa con “Festival“.

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E con Boldi pollice verso anche per la povera Anna Maria Barbera, costretta suo malgrado a recitare quasi sempre da sola e al telefono, con monologhi composti unicamente dalle sue solite storpiature di nomi e battute atroci come «Cent’anni di solitudine l’ha scritta per me.. Gabriel Garcia Postalmarket» o, indicando se stessa in abiti provocanti, «..se proprio vuoi bere, bevi me.. io sono un Dom Peri-gnoc!». Anche Pia Lanciotti nei panni della signora Fumagalli, oltre che insopportabile come personaggio è davvero troppo caricata per risultare credibile. Nonostante i buoni propositi, Giulio Base realizza un’opera davvero mediocre, che culmina con la tristissima scena della pornostar Aleska Diamond in limousine che apre lo sportello e mostra le sue grazie ai nostri due arrapati eroi.. roba che neanche nel cinepanettone più becero!

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Un vero peccato perché sulla carta c’erano i presupposti per un film almeno decente, nonostante il genere road movie sia ormai stato riproposto in tutte le salse possibili. Cosa salvare, quindi, di questo film? Poco.. Sicuramente Max Tortora, la moglie Flora Canto (ex tronista che però se la cava egregiamente), il cameo di Massimo Ceccherini nei panni di un pappone di Pistoia e la nonna rincoglionita Lucia Guizzardi. Se la cava anche Valerio Base, giovanissimo figlio di Giulio nei panni di quello di Tortora, e a cui va un voto ben più alto di quello assegnato a sceneggiatura e regia del padre (abuso di inutili dolly). Chissà se, come già accaduto qualche mese fa con “Matrimonio al sud” (che era anche peggiore), anche stavolta il pubblico premierà al botteghino questo “La coppia dei campioni“. Diciamo che al confronto “Nonno scatenato” è quasi un capolavoro.. Devo aggiungere altro?

VOTO: 4

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Nei prossimi giorni pubblicheremo anche le interviste che abbiamo realizzato con i due protagonisti, Massimo Boldi e Max Tortora. Stay tuned!

 

Ivan Zingariello

La coppia dei campioni