Dalila Mancusi è un’artista poliedrica che ha saputo conquistare il pubblico con il suo talento e la sua sensibilità, spaziando dal teatro alla moda, dalla televisione alla poesia. Con un percorso ricco di esperienze significative, Dalila si racconta in questa esclusiva intervista a Mondospettacolo, condividendo i momenti chiave della sua carriera, le sfide affrontate e i sogni che la guidano verso il futuro. Un viaggio emozionante che celebra l’arte in tutte le sue forme.

Dalila, il tuo curriculum mostra un percorso ricco e variegato, che spazia dal teatro alla moda, dalla televisione alla poesia. Come descriveresti la tua evoluzione artistica dagli esordi a oggi?

Ho iniziato come modella, inizialmente dando priorità all’aspetto esteriore, nonostante fossi già matura e profonda. Nel tempo, il mio bagaglio di esperienze e la mia cultura si sono arricchiti, e le priorità sono cambiate. A dire il vero, sin dall’inizio ho calcato le passerelle con la speranza di emergere come attrice. Mi sono sempre definita una seminatrice di emozioni: ho intercettato le mie risorse interiori e, consapevole di essere ipersensibile, ho cercato sin da bambina di dare voce ai miei sentimenti. Il mio sogno è sempre stato quello di condurre una vita da artista.

Hai iniziato giovanissima con il teatro a Foggia, partecipando a spettacoli come quello al Teatro Don Uva nel 2002. Qual è il ricordo più vivido di quell’esperienza e come ha influenzato il tuo amore per la recitazione?

Al Teatro Don Uva abbiamo messo in scena uno spettacolo che concludeva un percorso per diventare animatori turistici. Mi sono cimentata come attrice e presentatrice: fu divertentissimo! L’evento fu organizzato da Nando Pagliara, nome noto a Foggia, sempre attivo nel mondo dello spettacolo della mia città. Una presenza molto apprezzata fu quella del carismatico Nico Davide, anche lui figura di spicco nel panorama artistico locale. Quella fu una delle mie prime esperienze a teatro e da quel momento non si è mai spenta la scintilla divina.

Il mondo della moda ti ha vista protagonista in numerose sfilate e shooting, come quello con Vanni Natola per Telenorba nel 2003. Qual è stato l’impatto di queste esperienze sul tuo modo di vivere il palcoscenico e la tua presenza scenica?

Ho preso parte a centinaia di sfilate, molte delle quali organizzate dalla Fashion Time di Antonio Romano, di cui ero la prediletta! Lo shooting con Vanni Natola, uno dei fotografi più noti a livello nazionale, andato in onda su Telenorba, resta uno dei maggiori successi della mia carriera. Con Vanni sono ancora in contatto: è una persona che stimo e a cui voglio bene. Sono stata sin da subito disinvolta davanti alle telecamere, ma è ovvio che le esperienze accrescono le tue capacità e fanno emergere sempre di più le tue potenzialità.

Hai avuto l’opportunità di lavorare come presentatrice in programmi come Movida su Teleradioerre e al Festival Spazio Giovani. Come ti sei trovata a passare dal ruolo di modella/attrice a quello di conduttrice, e quali sfide hai affrontato?

Ho presentato Movida su Teleradioerre, il Festival di musica live indipendente Spazio Giovani al Teatro Mediterraneo di Foggia, ma soprattutto l’esperienza più gratificante è stata con Telemolise al Teatro Italo-Argentino di Agnone. Presentare mi gratifica molto perché amo parlare e, modestamente, ho un ottimo eloquio.

La tua formazione è impressionante, con corsi di recitazione avanzati, come quello con la Meisner Technique, e laboratori di scrittura poetica. Come hanno influenzato queste esperienze il tuo approccio all’arte e alla recitazione?

Amo studiare e approfondire, amo ogni forma d’arte, ma reputo la poesia la più magnifica tra tutte. Un poeta è il più grande conoscitore dell’animo umano e, guarda caso, saper scandagliare l’anima è un requisito indispensabile anche per essere un bravo attore. Bisogna studiare, ma bisogna anche essere fortunati e nascere con determinate caratteristiche. Artisti si nasce, non si diventa. I tratti distintivi della mia personalità sono ciò che mi ha portato a fare ciò che ho fatto nella vita. Appartengo al profilo psicologico dell’intuitivo introverso, presente nell’opera Tipi psicologici di Jung: ho una personalità artistica. Insomma, non bastano i corsi e i libri, artisti si nasce!

Nel 2018 hai recitato nello spettacolo teatrale La collina, ispirato a Spoon River. Cosa ti ha lasciato questa esperienza e come hai affrontato il processo di costruzione del personaggio?

Lo spettacolo teatrale La collina fu un’esperienza emozionante. Ho recitato una poesia presente nell’antologia di Spoon River, cercando di compenetrarmi e immedesimarmi nel personaggio, nel protagonista della poesia. Io adotto il metodo Stanislavskij.

Hai lavorato anche in un documentario con Ermasfilms nel 2019. Puoi raccontarci di più su questo progetto e sul tuo ruolo? Come è stato passare dal teatro al set di un documentario?

Ho interpretato Eva Dea, una donna intelligente e generosa, una benefattrice. Ho lavorato con Ines Manka, Marco Cassina e Paolo Linetti a questo progetto: queste persone hanno riposto fiducia in me e il risultato è stato sorprendente!

La tua partecipazione a Miss Italia e le sfilate di moda ti hanno portata sotto i riflettori in contesti molto competitivi. Come hai gestito la pressione e quali lezioni hai imparato da queste esperienze?

Miss Italia è stata una delle esperienze più belle della mia vita, mi sono divertita tantissimo! Nessuna competizione! Eravamo tutte amiche e ci volevamo bene. La lezione che ho imparato da Miss Italia? Di credere nei propri sogni! I sogni, se tu vuoi, diventano realtà!

Sei stata ospite in programmi televisivi per parlare di moda e artiterapie. Quanto è importante per te dare voce a temi come l’arte e la creatività?

A Casa Convì, programma condotto da Piero Russo su Teledauna, sono stata invitata per parlare di temi che mi stanno a cuore, uno fra tutti: il potere benefico, se non addirittura salvifico, dell’arte. Parlare e discorrere tanto in tv non mi consente solo di divulgare, ma anche di far emergere la mia vera essenza.

Attualmente sei impegnata in laboratori di scrittura poetica a Milano. Come si intrecciano la poesia e la recitazione nel tuo percorso artistico, e pensi che questa esperienza influenzerà i tuoi futuri progetti?

I laboratori di scrittura poetica nascono come momento di confronto, sono molto fruttiferi. Ripeto, la poesia e il teatro richiedono entrambe l’intelligenza del cuore, sono due straordinarie forme d’arte senza le quali non riuscirei a vivere. I progetti futuri hanno sempre l’arte come protagonista.

Qual è stato il momento della tua carriera in cui ti sei sentita più orgogliosa, e perché?

Il momento della mia vita in cui mi sono sent Takashi orgogliosa risale al 2007, quando ho ottenuto 30 all’esame di Teoria Sociologica. Mi rendo conto che non si tratta della mia carriera, ma in un certo qual modo lo è. Quell’esame mi ha cambiato la vita.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi sogni nel mondo dello spettacolo? C’è un ruolo, un progetto o un regista con cui vorresti lavorare?

Vorrei interpretare Gia Carangi, magari raccontando la sua breve vita nei teatri italiani.


2 risposte a “Dalila Mancusi: Un Viaggio tra Teatro, Moda e Poesia”

  1. Avatar Giommaria Monti
    Giommaria Monti

    Artista poliedrica e coltissima, che ho il privilegio di conoscere. Trasmette la passione per l’arte e la poesia come poche persone, posso testimoniare la preparazione e la capacità di trasformare la cultura in arte: fatta di emozioni, sentimenti, trasporto.

  2. Avatar Ferdinando Loffreda
    Ferdinando Loffreda

    Spettacolare

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