Daniele Mammarella – Past, present and let’s hope

  • Daniele Mammarella così giovane e già così virtuoso. Non è facile trovare un artista della tua età che sappia già suonare in questa maniera. A quando risalgono i tuoi esordi?
  • Iniziai a prendere lezione di chitarra all’età di 8 anni… tutto iniziò dal fatto che mio nonno, appassionato di musica popolare abruzzese, tornò a casa con una fisarmonica e una chitarra poiché voleva fortemente che uno di noi nipoti imparasse a suonare uno strumento, ne siamo tanti… Così, visto che nessuno si faceva avanti, un po’ per mio nonno e un po’ perché quello strumento a sei corde mi affascinava, iniziai a prendere lezioni.

 

  • Cosa ti spinge a creare brani strumentali inediti, in questo caso suonati con la chitarra?
  • Beh, di certo la passione per la chitarra acustica, sai? Questo strumento, diceva sempre il mio Maestro Beny Conte, è una piccola orchestra a portata di mano. Questa è una cosa che mi ha sempre affascinato, poter suonare più strumenti musicali da solo… Penso sia una cosa fantastica, amo il Fingerstyle da quando ero bambino e poter raccontare storie semplicemente suonando, senza parlare e il fatto che la gente le capisce penso sia una cosa magica.

 

  • La passione per la musica e per alcuni artisti di riferimento è indiscutibile. Con chi vorresti collaborare effettivamente?
  • Per rispondere a questa domanda credo mi serva almeno una pagina intera ahah! Iniziamo con il dire che penso di essere il più grande “malato” di Beatles su questo mondo, quindi se proprio vogliamo andare in avanti con la fantasia e i sogni, direi di certo che mi piacerebbe avere una collaborazione con Paul McCartney! A parte questo, penso che attualmente uno dei miei più grandi riferimenti per il Fingerstyle attualmente sia Alan Gogoll, un chitarrista australiano con un modo di suonare particolare tutto suo, vi consiglio vivamente di andare ad ascoltare i suoi lavori. Ogni tanto mi ci sento tramite Instagram, lì ho anche il disco e mai avrei pensato di ritrovarmi in classifica tra i migliori 8 in un concorso internazionale cinese di Fingerstyle Guitar, quindi, direi proprio che se avessi un’opportunità di collaborazione, attualmente mi piacerebbe assolutamente farla con lui.

 

  • Il tuo primo lavoro discografico “Past, present and let’s hope” racchiude le composizioni del tuo ultimo periodo, o include anche brani di vari anni fa?
  • L’album si intitola “Passato, Presente e Speriamo” appunto perché contiene i primi brani che iniziai a scrivere in età adolescenziale, vedi “Danny’s blues”, “Destiny”, “Crazy Mind”, “Beyond” e “Dry Road” (suonata nel disco con il mio grandissimo amico di sempre Armando Rossi”), brani scritti nell’ultimo periodo, come: “Donkey’s Life”, “Brisk Up”, “Wild” e “Past, Present and Let’s Hope” e infine “Speriamo” che tutto ciò continui… Nel disco c’è anche una piccola chicca per gli amanti, come me d’altronde, dei film di Bud Spencer & Terence Hill, infatti la traccia N° 5 è proprio dedicata a loro, un medley riarrangiato da me delle due colonne sonore dei due miei film preferiti: “Dune Buggy” (dal film: “Altrimenti ci arrabbiamo”) / “Grau Grau” (dal film: “Io sto con gli ippopotami”). Purtroppo non vi nego che ne ho dovute scartare un bel po’.

 

  • La particolarità di ogni singolo pezzo dell’album è che dura poco, come mai questa scelta?
  • Ho ascoltato tanti album di questo genere, da sempre e molti dopo il quinto brano mi annoiavano. Li ho studiati a fondo e cercato, secondo il mio modestissimo parere, la ricetta giusta per far sì che il mio primo album di esordio arrivasse a tutti, non solo agli appassionati del Fingerstyle; questa scelta si sta rivelando una mossa vincente, ho da sempre voluto creare un album da “bere” in poco tempo.
  • Il tuo disco non annoia mai ed è un pregio non comune. Hai mai pensato di collaborare anche con qualcuno che possa aggiungere la voce alle tue melodie?
  • Assolutamente sì! Infatti nel secondo album… No no, non ci dico niente, shh…

 

  • Come si legge dai tuoi siti, social, etc., la tua attività live è fervente e tocca anche locations importanti. Qual è la soddisfazione a poter suonare live davanti alla gente e che rapporto effettivamente hai col pubblico?
  • Ho avuto e sto avendo la fortuna di presentare la mia musica in location davvero stupende, per me è un onore aver preso parte alla stagione ufficiale 2020 dello storico Teatro Marrucino di Chieti e di far parte della stagione ufficiale “Concerti al tempietto” del leggendario Teatro Marcello di Roma (16 agosto), per non parlare del fatto che a novembre avrò l’onore di suonare presso il “Festival de la Guitarre” a Madeira (Portogallo). La soddisfazione più grande è quella del riscatto per tutti i sacrifici che fatto nella vita per essere lì su quel palco, gli applausi, le urla e l’approvazione che senti arrivare dalla platea sono un qualcosa che non riesci a spiegare, ho pianto tante volte sul palco. Come dicevo prima, il poter raccontare storie solo esclusivamente suonando e il farsi capire è la cosa più bella che esiste in questo mondo. Da sempre il mio intento è quello di rendere dal vivo, un concerto di sola chitarra fingerstyle come se fosse una band, dare le stesse emozioni, far reagire il pubblico, farlo ballare e battere le mani a tempo, sapere e vedere con i miei occhi che ciò per cui ho lottato sta riuscendo, beh è impagabile… Perciò voglio ringraziare di cuore tutte le persone che mi seguono.

 

  • Girando e cercando sul web, si nota che le critiche al tuo lavoro per ora sono più che soddisfacenti. Quanto è importante che gli addetti ai lavori possano ascoltare il tuo disco?
  • Assolutamente tantissimo, sono sempre in ansia quando il mio disco viene recensito, è bello sia leggere commenti positivi che negativi, che in qualche modo possano aiutarti a fare di meglio la prossima volta.

 

  • Dove si può trovare il tuo album? Ne stai già preparando un altro? Se sì, avrà la stessa forma di questo?
  • Il mio Album “Past, Present and Let’s Hope” potrete trovarlo, innanzitutto ai miei concerti, poi grazie alla distribuzione curata dalla mia etichetta Music Force, su Amazon, ITunes, Apple Music, Spotify (insomma tutti gli stores digitali), qualsiasi negozio fisico e ho scoperto, facendo per caso una ricerca su internet che si può trovare anche su alcuni siti cinesi e russi. Il giorno dopo la prima presentazione del mio Album (8 ottobre 2019), la prima cosa che ho fatto, è stata buttare giù le idee per il secondo e diciamo che è quasi pronto! Per quanto riguarda la “forma”, il prossimo sarà un po’ più elaborato, durerà sicuramente di più… Per quanto riguarda il genere, non mi staccherò mai dalle mie origini, dalla musica che mi ha fatto fare i primi passi, cioè il Folk, quindi sì, troverete sicuramente molto Blues in quest’ultimo.
  • In un periodo in cui la gente non è più abituata ad andare al negozio di dischi, ma ad ascoltare “gratuitamente” tutta la musica che c’è in giro, quanto è importante aver stampato fisicamente il disco?
  • Tantissimo, il disco fisico rimane, è un biglietto da visita, un ricordo indelebile che lasci alle persone, anche se magari lo butteranno su uno scaffale impolverato, tu sai che è lì e che in qualche modo al momento in cui lo andranno a guardare, si ricorderanno di te. Poi sono sempre stato un appassionato della copia fisica, tutt’ora ascolto i CD in macchina, sai, si crea un rapporto speciale con quell’oggetto… Poi mi è stato anche utilissimo per permettermi di fare conoscenza con grandi persone del mondo dello spettacolo.

 

Un saluto e un abbraccio grandissimo alla redazione di Mondospettacolo e un gigantesco grazie per la bellissima intervista, a presto!