Dario Dee: un pesce corallo nel vetro fino

Dall’amore al conflitto siriano. Dall’impatto sociale ai colori sgargianti del pop digitale. Estetica di fascino ma anche di rione popolare. Estetica che quasi somiglia ad una trap di maniera e che per lunghi tratti si fa internazionale e per molti altri si fa quasi adolescenziale. Dario Dee torna con un disco che in qualche modo risponde e raccoglie il testimone di scritture precedenti e gioca al dialogo con un titolo dai forti significati: “Dario è uscito dalla stanza”. Punto a capo: canzoni nostrane, di pubblico, di videoclip dal gusto pop e dal taglio che ritrova in se il noir digitale del nuovo soul. Dario Dee parla di se ed è il sé che mette in mostra. Noi indaghiamo sul fronte estetica ascoltando a ripetizione il tormentone di questo singolo dal titolo “Il mio pesce corallo rosso”. E quanta società tra le righe…

Estetica. Noi puntiamo molto il dito sull’estetica. E penso che sia anche una parola fondamentale per la tua forma canzone. Cosa significa quindi per te estetica?
Ho sentito parlare per la prima volta di estetica al liceo durante le lezioni di filosofia e di arte. Sin dal principio l’umanità si è prodigata nel rappresentare seguendo un’idea del bello a volte non “sincera”. Oggi i social sono anche e soprattutto questo: raccontiamo le nostre realtà con dei filtri che agli occhi degli altri fanno sembrare magnifiche le nostre giornate. Io preferisco essere veramente sincero, a volte anche facendo scelte artistiche e di vita non proprio popolari. Voglio essere me stesso, questo è per me oggi il bello.

Dai tuoi testi arriva forte il fascino delle assonanze. Un forma di costruzione lirica a cui ricorri spesso non è così?
Si vero, mi diverte. E proprio perché cerco di essere quanto più spoglio da sovrastrutture che non amo le rime perfette. Non parliamo per rima e non siamo esseri perfetti. Che noia la perfezione.

Anche il titolo culla dentro di se importanti significati, forse più sociali di alcune canzoni. Uscire dalla proprio stanza è importante… non è così?
Si… per molti anni mi sono chiuso in casa, uscivo solo per le lezioni di pianoforte e canto, avevo pochi amici. Come potevo fidarmi dei miei coetanei se il loro gioco preferito era quello di essere bulli? E’ stata la Musica a darmi forza e coraggio. Il coraggio di scrivere e raccontarsi. All’inizio mi sentivo completamente nudo, oggi poco meno. Mi piacerebbe che ognuno, nel suo, trovasse il coraggio di uscire dalla propria stanza per lasciare una traccia vera su questo pianeta.

Oggi siamo totalmente immersi in messaggi quasi esclusivamente estetici. Ed il contenuto a cui si presta davvero poca attenzione. Cosa ne pensi?
Quella che all’inizio del nuovo millennio sembrava essere una “Second Life”, una vita virtuale parallela, oggi è diventata l’unica vita. Per carità l’occhio vuole la sua parte! Tutti siamo anche un po’ questo… ma spero non solo. Ad esempio quando scrivo scelgo con cura ogni parola, le parole sono importanti e racchiudono migliaia di storie. È affascinante la parola. Dovremmo essere un po’ contenuto e un po’ scrigno, come un boero! Fuori la carta rossa e luccicante, poi dentro il profumo e il croccante della cioccolata, infine il caldo del liquore e la corposità dell’amarena; questa è un’immagine che ho rubato ad un collega cantautore!

i la vita che hai attorno. La salsa è quella che vive in equilibrio tra rap, trap, elettronica e canzone d’autore. Cosa manca?
Manca la musica fatta sul palco. La sto programmando in una chiave di lettura nuova per l’album; in acustico e con poche macchine in scena a parte Posi e Nega (la mia loop e il mio vocal harmonist). Sarà molto intimo e al tempo stesso divertente e schietto.