In un’epoca in cui siamo spesso intrappolati nei copioni sociali, “De Bergerac” diretto da Michele Santeramo offre un’ispirazione potente per scrivere il proprio “romanzo della vita”. Lo spettacolo, che ha registrato il tutto esaurito nelle date originali del 9 e 10 maggio, ha visto l’aggiunta di una data straordinaria l’11 maggio, dimostrando il grande successo di pubblico e la rilevanza culturale del Teatro Era.
Un’innovativa reinterpretazione
La produzione del Teatro Era – Teatro della Toscana si distingue per la sua reinterpretazione innovativa della storia di Cirano. In questa versione, Cirano, interpretato da Edoardo Leo, si ribella all’idea di replicare incessantemente la propria storia. Al suo fianco, Rossana e Cristiano, interpretati rispettivamente da Anna Foglietta e Marco Bonini, rappresentano il legame indissolubile tra attore e personaggio.
La libertà di scrivere il proprio destino
La regia di Santeramo esorta il pubblico a prendere in mano la penna e scrivere il proprio destino, abbandonando le convenzioni e le aspettative sociali. Questa filosofia è riflessa nella scelta artistica dello spettacolo: un copione non memorizzato, scenografie e costumi appena abbozzati, e luci volutamente non completamente puntate. Ogni elemento scenico è progettato per coinvolgere il pubblico in un’esperienza teatrale interattiva.
Un gioco di società da condividere
Alla fine della rappresentazione, il pubblico non è solo spettatore, ma diventa parte attiva del processo creativo. Grazie a un QR code, gli spettatori possono portare a casa il testo dello spettacolo, trasformandolo in un nuovo “gioco di società” da condividere con amici e familiari. Questo approccio innovativo non solo rompe le barriere tra palco e platea, ma invita ciascuno a riflettere sulla propria capacità di scrivere e riscrivere la propria storia.
“De Bergerac” è più di uno spettacolo; è un invito a esplorare la nostra libertà narrativa e a esprimere la nostra individualità in un mondo che spesso ci spinge verso l’omologazione. Un’opera che risuona profondamente e che continua a ispirare ben oltre il sipario calato.

Il regista Michele Santeramo
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