Demon Slayer The Movie: Il Treno Mugen, il campione d’incassi giapponese

Prodotto dallo studio di animazione Ufotable e diretto da Haruo Sotozaki, Demon Slayer The Movie: Il Treno Mugen si appresta a rimanere negli annali  come un vero e proprio punto di riferimento dell’animazione mondiale.

Il film è tratto dal manga di Koyoharu Gotōge, il più venduto degli ultimi cinque anni, nonché dalla serie anime e in Giappone ha battuto il record di incassi di uno dei mostri sacri dell’animazione come La città incantata (2001) di Hayao Miyazaki.

Il treno mugen 3

La storia ci racconta di Tanjiro, l’ammazzademoni protagonista della saga, e dei suoi compagni che, completata la riabilitazione presso la Villa delle Farfalle, proprio sul finale della prima stagione della serie animata, ricevono informazioni sulla loro prossima missione: raggiungere il treno Mugen, dove oltre quaranta persone sembrano essere scomparse in un brevissimo lasso di tempo. Tanjiro, assieme a sua sorella Nezuko e agli inseparabili Zenitsu e Inosuke, si unisce a uno dei più potenti spadaccini della squadra ammazzademoni, ossia il “Pilastro delle Fiamme” Rengoku Kyojuro, per scoprire il mistero che si cela dietro alle misteriose sparizioni. Il gruppo si troverà ad affrontare un potente demone a bordo del treno stesso, ma non solo… anche sé stessi.

Il treno mugen 2

Partiamo dall’evidenza! Il film, come la serie del resto, la quale ha una propria fortissima caratterizzazione, è un tripudio di colori e un gioiellino di grafica. Il lungometraggio, il primo probabilmente di molti, mantiene infatti un altissimo profilo tecnico di animazione e CGI, proprio la caratteristica che ha contribuito fortemente al successo dell’anime, proponendo freschezza, definizione e grande luminosità. Nel film, addirittura, molte di queste qualità escono probabilmente migliorate, raffinate, nonostante una narrazione che si svolge tutta di notte (i demoni sono infatti “allergici” alla luce del giorno): certamente rimarranno impressi nella mente degli spettatori  l’alba sul finale del film, la cura dei dettagli di Rengoku stesso, il Pilastro della Fiamma. Persino i fondali, uno dei punti deboli della serie, ne escono decisamente più apprezzabili.

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I fatti di Demon Slayer The Movie: Il Treno Mugen segnano certamente un punto importante nel processo di crescita del protagonista Tanjiro, il quale, dopo la tragica fine della propria famiglia, evento che dà ufficialmente inizio alla storia dell’opera, si ritrova di nuovo ad affrontare una perdita, stavolta di un compagno, che, tra l’altro, si era proposto di fargli da mentore e completarne l’addestramento nel controllo dello stile di combattimento basato sull’elemento fiamma. Dalla storia sappiamo che Tanjiro in realtà si è addestrato nell’uso dell’elemento acqua, tuttavia il padre conosceva una danza molto simile ad un Kata da combattimento legato al fuoco, di cui l’unica testimonianza risiede in uno sbiadito ricordo.

L’uso della fiamma avrebbe potuto aiutarlo a comprendere meglio il suo stesso genitore. Speranza per ora andata in frantumi, proprio come il mondo onirico nel quale il villain di turno riesce a imprigionarli, forzandoli pertanto a quello scatto di maturazione e presa di coscienza capace di insegnare ai protagonisti i pericoli del rifugiarsi nei propri sogni rinunciando al confronto con la realtà, anche se amara e complicata. Questo vuol dire, tra le altre cose, abbandonare la fanciullezza. Nel complesso, una narrazione certamente frenetica (tuttavia necessaria, visto che il capitolo del treno, in pratica, rappresenta da solo un intero arco narrativo che funge da ponte con la seconda stagione della serie), che riesce comunque a non sciupare il carico emotivo e a ben sposarsi con la colonna sonora affidata alla cantante Lisa, la quale, con il brano di apertura del film, Akeboshi, si è aggiudicata il premio di canzone dell’anno ai sessantatreesimi Japan Record Awards.

 

 

Dario Bettati