Detective per caso: noi e la Giulia

Durante i titoli di testa di Detective per caso abbiamo Massimiliano Bruno e Stefano Fresi in divisa da poliziotti impegnati in un inseguimento automobilistico, ma non sono loro due i protagonisti della oltre ora e venti messa in piedi da Giorgio Romano, proveniente dal piccolo schermo.

Come non ne è protagonista neppure Claudia Gerini nei panni della detective Ramona dello sceneggiato Occhio privato, eroina della venticinquenne Giulia interpretata da Emanuela Annini, ragazza down il cui zio Giuseppe possiede il volto di Lillo e rientrante nello stuolo di attori professionisti disabili e normodotati che costituiscono il cast del film.

Un progetto innovativo mirato ad abbattere le barriere delle diversità calando questi ragazzi in ruoli generalmente affidati a nomi affermati; mentre a fare da contorno sono, tra gli altri, Stella Egitto nella parte della Marta che ha la fama di una poco di buono con problemi di droga, una Paola Cortellesi ispettore di polizia, Mirko Frezza delinquente con Paola Tiziana Cruciani come madre e, in una brevissima apparizione, un Valerio Mastandrea imbianchino.

Tutti coinvolti in un plot che vede Giulia prima presa a rendere meno noioso il proprio impiego presso l’Ufficio Oggetti Smarriti della stazione giocando a dedurre dettagli sui proprietari di ciò che viene raccolto, poi ad intraprendere una vera e propria indagine finalizzata a provare l’innocenza del cugino coetaneo Piero alias Alessandro Tiberi (da non confondere con l’omonimo interprete di Generazione mille euro), accusato di rapina presso la discoteca in cui ogni Venerdì sera si radunano insieme al loro gruppo di amici.

Plot che, con Lorenzo Salvatori, Giordano Capparucci, Giulia Pinto, Matteo Panfilo, Tiziano Donnici e Giuseppe Rappa a completare il comparto giovanile, mira, quindi, a fondere commedia per ragazzi e soggetto da thriller a tinte gialle.

Una fusione che sembra in parte strizzare l’occhio ai prodotti di Disney Channel, lasciando tranquillamente intuire, allo stesso tempo, il background televisivo del regista a causa dei ritmi e del look generale non strettamente consoni ad una produzione cinematografica.

Ma ciò che principalmente ci interessa di Detective per caso è l’intento di sottolineare il talento degli artisti diversamente abili che vi hanno preso parte per ricordare che vi sono esseri umani che vivono le proprie ambizioni e i propri sogni.

Ed è la loro simpatia a rappresentare il maggiore pregio dell’operazione, adatta soprattutto al pubblico delle scolaresche.

 

 

Francesco Lomuscio