Da venerdì 19 febbraio è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Silhouette”, il nuovo singolo di Diego Random.
Silhouette è un brano dalle sonorità intime e dirompenti che lascia spazio a melodie ampie e ad una narrazione carica di emozioni. Racconta la necessità di contatto fisico e mentale con la persona che si ama e al contempo le difficoltà e i tormenti che spesso ne conseguono. L’autore da spazio alle sue metafore attingendo ad un immaginario legato al mondo della cultura urban e streetwear, che incornicia questo singolo. Continui sono i riferimenti alla contrapposizione tra tormenti e gioie, bene e male, angeli e demoni, che confluiscono trovando una pace agrodolce nel caos dell’amore.
Ciao Diego, benvenuto a Mondospettacolo. Parlaci del tuo nuovo singolo, “Silhouette”: come è nato questo brano e cosa vuoi raccontare a chi lo ascolta?
Silhouette l’ho scritta nel febbraio del 2020, quasi un anno prima rispetto a quando è uscita. A luglio l’abbiamo registrata e per la prima volta abbiamo colto la magia effettiva che potesse trasmettere questa canzone.
Quello che voglio raccontare all’ascoltatore è una storia d’amore con alti e bassi, gioie e dolori, sentimenti forti su uno sfondo ad immaginario streetwear e giovanile. Ascoltarla è il miglior modo per entrare nel suo mondo.
Ti ricordi qual è il primo rapper che hai ascoltato?
Il primo di cui ho memoria è Fabri Fibra. Era una domenica e con i miei genitori mentre si cucinava e apparecchiava, ascoltavamo musica dalla radio e se non sbaglio passarono “applausi per fibra”, nel 2006, avevo 6 anni.
Ricordo che rimasi folgorato dal ritmo e dal modo in cui usava la voce e diceva le cose.
Io scrivevo poesie e amavo la musica, la scintilla per il rap scoppiò da lì a poco.
Quali sono gli artisti che non possono mancare nella tua playlist?
Potrei fare elenchi infiniti, fortunatamente mi piace tantissima musica, ascolto tanti generi e artisti diversi. Vado a periodi. Ora come ora sicuramente Drake, Travis Scott, Future, Jaden Smith e Kid Kudi non stanno mancando.
Perché hai scelto di farlo uscire dopo “Fulmini”?
Per trasportare l’ascoltatore in un mondo, sia a livello di musica che di approccio, completamente diverso rispetto a “Fulmini”. Sono due singoli che per quanto diversi, si completano e stanno bene assieme.
Progetti futuri?
Sto lavorando ad un EP, non so ancora quando uscirà ma manca poco. Fulmini e Silhouette sono due estratti di questo progetto, spero riesca a farlo uscire il prima possibile perché ho veramente l’esigenza personale e artistica di pubblicare un progetto più ampio affinché sia disponibile a tutti.
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