Direttamente da Baby gang, Mondospettacolo incontra Anna Patrignani, col mito della Magnani

Nelle sale cinematografiche dal 17 Luglio 2019 Baby gang è l’ultimo lungometraggio diretto da Stefano Calvagna, incentrato, come il titolo stesso lascia intuire, su una banda di piccoli criminali dediti a rapine, clonazione di carte di credito e sfruttamento della prostituzione minorile. Operazione di taglio decisamente neorealista, ha preso direttamente dalla strada e dalla vita di tutti i giorni non solo i giovani protagonisti, ma anche la Anna Patrignani che, tra l’altro, subisce da essi un’aggressione nel ristorante in cui lavora e che Mondospettacolo.com ha incontrato in occasione dell’uscita del film.


Baby gang rappresenta la tua prima esperienza come attrice?

Sì, io non faccio l’attrice nella vita, ma svolgo l’attività di ristoratrice. Questa è la mia prima esperienza come attrice, anche se quando ero molto giovane ho fatto qualche comparsa nei fotoromanzi della Lancio. Ma nulla di che. Questa è stata la mia prima vera esperienza perché Stefano Calvagna riesce sempre a coinvolgere tutti, evidentemente è bravo lui in questo.

 

Baby gang è un film che deve molto al Neorealismo, in quanto sia tu che i ragazzi protagonisti siete stati scelti senza avere esperienze cinematografiche, ma direttamente tra la gente comune, dalla vita reale di ogni giorno. Come ti sei trovata a lavorare con il cast?

Benissimo, sono persone molto semplici, tranquille e, soprattutto, reali. Si nota questo loro essere reali.

 

Ti sei ispirata a qualche attrice in particolare o, comunque, esiste qualche attrice che avresti visto bene in questo tuo ruolo?

Le attrici che io preferisco sono Anna Magnani e Virna Lisi, quindi ho probabilmente pensato a loro. Forse, essendo una romana di vita vera, la Magnani delle due è quella che maggiormente si avvicina al personaggio che io interpreto nel film.

 

Essendo tu una persona che svolge quotidianamente un lavoro all’interno di un’attività commerciale, quindi a rischio di attacchi da parte della delinquenza come è possibile vedere nel film, cosa pensi di questi fenomeni delle baby gang e dei piccoli criminali, che purtroppo sembra stiano prendendo sempre più piede?

Questo è un problema della società. I ragazzi hanno pochissime possibilità di trovare lavoro, quindi cerchiamo di non dare sempre colpa alla società. In linea di massima i ragazzi studiano ma poi non trovano lavoro, quindi il fatto di non avere in seguito una svolta nella vita li porta a frequentare cattive amicizie, perché se ne stanno al bar dalla mattina alla sera e in posti che, sicuramente, non sono i più adatti. Secondo me, inoltre, dovrebbero praticare di più lo sport, già inserendolo nelle scuole. Purtroppo sono brutte realtà che esistono, anche io ho subito delle rapine. 


Durante la lavorazione del film c’è stato, per te, un momento particolarmente difficile?

No, era tutto molto tranquillo, forse anche troppo semplice. Io poi non ho una tecnica, ma Stefano è così, riesce a far sentire a proprio agio tutte le persone perché le rende naturali, non le obbliga ad essere un personaggio ma a fare, bene o male, ciò che sono nella vita quotidiana.

 

Se ti venisse proposto di prendere parte ad un altro film, che personaggio ti piacerebbe interpretare?

Sinceramente, non ci ho proprio pensato, anche perché non credo di avere più l’età per cominciare a fare l’attrice. Con molta probabilità mi piacerebbe interpretare un personaggio di Anna Magnani perché lo troverei molto vicino a me, ma, ripeto, è una cosa a cui non ho mai pensato (ride).


Francesco Lomuscio