Éric Rohmer, pseudonimo di Jean Marie Maurice Schérer, è stato un regista, sceneggiatore, scenografo, montatore, critico cinematografico e scrittore francese, uno dei maggiori esponenti della Nouvelle Vague. È stato critico cinematografico sui Cahiers du cinéma, sin dalla fondazione nel 1951. Dopo aver realizzato numerosi cortometraggi nel corso degli anni cinquanta, ha esordito nel lungometraggio nel 1959. Ha realizzato ventitré film, la maggior parte dei quali organizzati in tre cicli narrativi: Sei racconti morali (1962-1972), Commedie e proverbi (1981-1987) e Racconti delle quattro stagioni (1990-1998).
I racconti delle quattro stagioni (Racconto di primavera, Racconto d’inverno, Un ragazzo, tre ragazze – in originale Conte d’été, letteralmente Racconto d’estate – e Racconto d’autunno) sono ora disponibili su RaiPlay in versione integrale e restaurata, in doppia lingua (originale e doppiata in italiano), con sottotitoli in italiano.
Racconto di primavera (Conte de printemps) è un film del 1990. È il primo episodio del ciclo dei Racconti delle quattro stagioni. Chiuso il precedente ciclo, Commedie e proverbi, Rohmer sembra voler perseguire un ritorno alle origini testimoniato soprattutto dal contenuto filosofico che non può fare a meno di rimandare a La mia notte con Maud, con i richiami a Immanuel Kant al posto delle discussioni su Blaise Pascal. Kant viene scelto soprattutto come simbolo della contraddizione. E non è un caso che Jeanne dichiari esplicitamente di avere bisogno di un “giudizio sintetico a priori” sul quale fondare il senso della propria vita, la cui nozione filosofica mette in crisi Eve durante la cena in cui fa la conoscenza di Jeanne. E sempre a proposito di contraddizione, le due protagoniste femminili si muovono ognuna tra due case, la propria e quella del fidanzato, oppure Parigi e Fontainebleau. Con Anne Teyssèdre, Florence Darel, Hughes Quester, Eloise Bennett.
Trama
Jeanne, una giovane insegnate di filosofia fidanzata con il matematico Mathieu attualmente lontano per motivi di studio, dopo aver conosciuto ad una festa Natacha simpatizza con lei e si trasferisce a casa sua. Le due ragazze diventano amiche e si confidano i loro problemi. La prima è preoccupata del suo rapporto con Mathieu, mentre la pianista si sente trascurata da William, detesta sua madre e l’amante di suo padre. L’odio nei confronti di quest’ultima nasce dal fatto che Natacha è convinta che le abbia rubato un gioiello di famiglia.
Racconto d’inverno (Conte d’hiver) è un film del 1992 scritto e diretto da Éric Rohmer. Presentato in concorso al Festival di Berlino, è il secondo episodio del ciclo dei Racconti delle quattro stagioni, segue Racconto di primavera e precede Un ragazzo, tre ragazze. Come la protagonista del film, Rohmer era rimasto talmente emozionato dalla scena della “resurrezione” in Shakespeare, la “statua” della regina defunta che prende vita, da scegliere di inserirla quasi integralmente nella sua pellicola. Tra l’altro, è proprio dal titolo della commedia che ha origine la serie dei Racconti delle quattro stagioni. Come lo spettatore di Shakespeare, anche quello di Rohmer è portato a ritenere quantomeno improbabile il lieto fine della storia, soprattutto perché questo avviene dopo una serie di quadretti familiare in cui Félicie e la bambina sono felici insieme a Loïc, e solo alla fine scopriamo che il regista ci ha deliberatamente portato fuori strada. Rohmer sostiene di essere partito a ideare la trama dalla scena dell’autobus, con il ricongiungimento tra i due amanti, per costruire a ritroso il resto del film, che non è la storia del loro amore, bensì quella del rapporto tra Félicie e altri due uomini. Con Charlotte Véry, Frederic van den Driessche, Hervé Furic.
Trama
Félicie ha un innamorato, Loic; ha anche una figlia, Elise, di quattro anni; infine, ha il cruccio di non aver mai più rivisto Charles, il padre di Elise, dopo l’estate galeotta in Bretagna nel corso della quale era rimasta incinta. In rotta con Loic, se ne va a Nevers, ma questo non le servirà a guarire dal suo mal d’amore per Charles.
Un ragazzo, tre ragazze (Conte d’été) è un film del 1996 scritto e diretto da Éric Rohmer. È il terzo episodio del ciclo dei Racconti delle quattro stagioni, segue Racconto d’inverno e precede Racconto d’autunno. Fu presentato nella sezione Un Certain Regard del 49º Festival di Cannes. Il film ebbe una buona accoglienza a Cannes, mentre i precedenti film Conte d’hiver nel 1992 e Rendez-vous de Paris nel 1995, avevano avuto poca fortuna. Conte d’Été sarà ben accolto in numerosi paesi (esce in più di venti paesi), e sarà selezionato nei festival di Toronto, Singapore, Buenos Aires. Registrerà più di 300 000 ingressi in Francia, diventando uno dei maggiori successi di Rohmer insieme a Les Nuits de la pleine lune, Le Rayon vert, L’Ami de mon ami e Conte d’automne. Sarà soprattutto, accanto a Le Rayon vert (più di 400 000 ingressi), il suo maggior successo finanziario. Ciò gli garantirà quella libertà artistica che egli già perseguiva, riducendo della metà, rispetto agli altri autori, i budget per i suoi film. Con Melvil Poupaud, Amanda Langlet, Aurélia Nolin, Gwenaëlle Simon.
Trama
17 luglio-5 agosto. Gaspard va al mare, sulla costa bretone. Si installa da solo nella casa di alcuni amici; poi va in spiaggia: una spiaggia affollata di adolescenti, di fronte a Saint-Malo. Gaspard è là perché ha una specie di appuntamento con una fidanzata anch’essa più “probabile” che reale. Ma la ragazza non si fa vedere, e Gaspard passa il tempo intrecciando chiacchiere, passeggate, confidenze, con altre due coetanee incontrate sul posto.
Racconto d’autunno (Conte d’automne) è un film del 1998 diretto da Éric Rohmer. Rohmer racconta che ha scelto attrici dalle voci non teatrali, che utilizzassero tonalità diverse. Inoltre ha curato molto la gestualità. I movimenti degli attori disegnano arabeschi, geometrie. Ad esempio: Isabelle incrocia le braccia dietro la nuca e pare disegnare una losanga, la capigliatura “faraonica” di Magali un triangolo. Valerio De Paolis, il presidente della casa di distribuzione BIM, definisce il film “brillante, spumeggiante, ironico e divertente”. Ci sono dialoghi moderni e rappresenta giochi sentimentali fra persone di diversa età. Ha avuto successo popolare anche in Italia.
Trama
Magali è una viticultrice di 45 anni che si sente sola. Questo sentimento cresce ogni giorno di più da quando suo figlio e sua figlia sono andati a vivere altrove. Una delle sue amiche, Isabelle, le cerca, a sua insaputa, un marito, mettendo un annuncio su un giornale. Anche Rosine, la fidanzata di suo figlio, vuole presentarla al suo professore di filosofia Etienne.
Luca Biscontini
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