Con “Next in Line”, i DLEMMA esplorano emozioni profonde tra musica grintosa e testi intensi. Il nuovo singolo segna un passo fondamentale per la band romana, che sa unire rock moderno e vulnerabilità. Una melodia sincera che parla ai cuori di una generazione in cerca di connessione.

Ragazzi, è un piacere avervi qui. Dopo “Alien” e “Stuck”, avete pubblicato il singolo “Next in Line”, un brano che lascia evincere rabbia e fragilità, anche attraverso l’alternanza tra strofe e  ritornello. Quale espediente avete utilizzato per rendere al meglio l’effetto di contrasto?

L’effetto di contrasto tra strofe e ritornello spesso lo marchiamo tramite un abbassamento generale delle dinamiche durante le strofe. Questo è molto presente in Alien, mentre Stuck e Next in Line si prestano meno a questo tipo di lavorazione e sono più assimilabili a una mitragliata, in quanto le sezioni hanno dinamiche molto simili.

Credete che il rock possa dare una maggiore carica emotiva ai testi? Cosa si nasconde dietro la potenza degli strumenti?

Per ora abbiamo sempre scritto su temi non tanto semplici: sentirsi diversi (Alien), l’incapacità di agire (Stuck), ora sentimenti di rabbia e rivincita (Next in line). L’energia che il rock ha sempre avuto è, secondo noi, il modo migliore per farlo, ti libera e ti da quella potenza che a volte è il vero strumento che ti fa uscire da situazioni in cui non vorresti essere.

Ci sono echi delle vostre esperienze personali?

Certo, ogni nostro testo prende spunto dalle nostre esperienze personali. Next in Line riguarda una persona che abbiamo conosciuto (e che non ci sta simpatica) che ha in pratica rovinato un periodo per fortuna breve della mia vita e che adesso sta dove deve stare, ossia lontano da me.

Cosa vi unisce dal punto di vista artistico? Le vostre esigenze si sono sempre incontrate?

Il genere rock/grunge ci ha sempre accomunati e questo ci ha dato una grande mano, soprattutto nel processo creativo di scrittura.

Nella band c’è sempre chi è più esigente, a chi non piace mai niente e chi è più tranquillo, comunque si riesce sempre ad arrivare a dei pezzi  che piacciono a tutti. Magari arriviamo in sala stanchi, arrabbiati, con la testa fra le nuvole ma quando iniziamo a suonare c’è sempre un buon mood e fonici, produttori, tecnici ci dicono sempre che raramente vedono band che stanno bene insieme come stiamo noi.


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