Il cane è il miglior amico dell’uomo.. e ogni tanto anche il suo più grande e divertente “guaio”. O, almeno, se si tratta dei protagonisti canini di Dog Days, dove i cani sono il collante che unisce le differenti storie di cui si compone la commedia del regista Ken Marino.
La prima è quella di Elizabeth (Nina Dobrev), una stralunata giornalista single che cede al fascino della ex star della NFL Jimmy Johnston (Tone Bell). Poi c’è Tara (Vanessa Hudgens), una stravagante barista che si prende una cotta per il veterinario Mike (Michael Cassidy) e si innamora di Garrett (Jon Bass), strambo proprietario del New Tricks Dog Rescue. Non rimane certo in disparte la coppia di Ruth (Jessica St. Clair) e Greg (Thomas Lennon), i quali, alle prese con i due gemelli appena nati, lasciano il loro cane all’immaturo fratello di lei, Dax (Adam Pally), che occupa il tempo suonando in una band con Lola (Jasmine Cephas Jones).
Alle loro storie si affianca quella di Grace (Eva Longoria) e Kurt (Rob Corddry), i quali affrontano l’adozione della piccola Amelia (Elizabeth Caro) e incrociano il loro destino con quello di Walter (Ron Cephas Jones), un anziano vedovo alla ricerca del carlino smarrito, con l’aiuto del ragazzo delle pizze Tyler (Finn Wolfhard).
E, senza dubbio, a legare il tutto in questa commedia decisamente corale e stucchevolmente romantica sono i cani, che muovono le file delle vite e delle scelte dei protagonisti umani ma che, pure, non riescono a diventare il vero sale del film.
Innamoramenti, gag comiche, amicizia, destini che si incrociano e sensibilizzazione al rapporto con gli animali sono i temi che fanno da sfondo a una trama particolarmente scarna. Non c’è nulla di nuovo o originale nelle vicende che scorrono sullo schermo. Quello che succede manifesta il sapore del già visto e del prevedibile e nessun tema o riflessione scende oltre il livello del superficiale.
Eppure, se ci si siede in sala senza pretese di contenuto e originalità, Dog Days riesce a concedere un po’ di divertimento e di tempo leggero puntando sulla comicità di determinate sequenze. Certo, senza puntare ad essere la commedia dell’anno.
Valeria Gaetano
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