Oltre ad essere regista di fiction e di bei documentari, il tedesco Wim Wenders è capace di rendersi sperimentatore a tutti gli effetti, estrapolando tutto il sapore di cinema di un qualsiasi audiovisivo.

In tal caso, singolare è l’operazione intitolata Room 666, ovvero una serie di interviste svolte in una camera d’albergo a Cannes nel 1982, con Wenders – che era al festival per presentare il suo Hammett – Indagine a Chinatown – impegnato a leggere in silenzio un pezzo di carta chiedendosi dove sarebbe finito il cinema nel futuro a venire. E quando gli intervistati sono nomi del calibro di Jean-Luc Godard, Paul Morrissey, Mike De Leon, Monte Hellman, Rainer Werner Fassbinder (a pochi giorni dalla sua morte), Werner Herzog, Steven Spielberg e Michelangelo Antonioni, le risposte non possono che essere una vera e propria porta spalancata sul sapere cinematografico, pregno di pensieri preveggenti su cosa sarebbe divenuta la Settima arte. Chi con concetti ottimisti e chi con meno entusiasmo sullo stato di salute del cinema.

Un mediometraggio che rimane un pezzo storico incentrato sulle aspettative di diversi artisti che parlano nei confronti del pubblico che conoscono, che li segue o anche che li ama, senza perdere il senso di realismo che si cela tra i fotogrammi di un qualsiasi lungometraggio (contando anche che il film stesso ha un altro valore aggiunto comprendendo, come accennato, l’ultimo intervento del compianto Fassbinder).

Un’operazione replicata poi nel 2023 tramite Room 999, grazie all’iniziativa della regista di origini milanesi Lubna Playoust, la quale, con una carriera di attrice alle spalle (tra i film interpretati The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun di Wes Anderson), torna sui passi di quella esperienza wendersiana intervistando un altro gruppo di registi in una camera d’albergo durante il festival di Cannes del 2022, dunque quarant’anni dopo Room 666.

E tra i nomi coinvolti abbiamo stavolta Wenders stesso seguito a ruota, tra gli altri, da David Cronenberg, Joachim Trier, James Gray, Lynne Ramsay, Claire Denis, Baz Luhrmann, Olivier Assayas, Paolo Sorrentino, Cristian Mungiu, Ruben Ostlund e Alice Rohrwacher; ognuno con la propria idea di cinema o di immagine cinematografica per mettere in chiaro cosa ci riserva il futuro, essendo pronti alle rivoluzioni a venire, senza però rimpiangere un certo passato artistico che mai si ripeterà.

Room 666 e Room 999 sono due operazioni divise da quattro decadi, ma che risultano essere le facce opposte della stessa medaglia per osservare come l’artista che si fa portavoce di un’opera cinematografica possa divenire il più spettatore possibile, ovvero più vicino al pensiero del grande pubblico per poter così condividere confessioni, riflessioni e anche segreti su quello che la Settima arte rappresenta e ha rappresentato ieri, oggi… e domani.

Racchiusi in un’unica custodia amaray grazie a CG Entertainment (www.cgtv.it), i blu-ray di Room 666 e Room 999 presentano diversi contenuti speciali. Il primo i cortometraggi Arisha, the bear, and the stone ring, Ein haus fur huns diviso in Aus der famlie der panzerechsen e Die insel, Reverse angle, Same player shoots again, Silver city revisited e un’intervista di venti minuti a Wim Wenders; il secondo un trailer e una clip intitolata Lubna Playoust presenta Room 999.


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