DOPPIO TAGLIO

Come i media raccontano la violenza contro le donne. A Ferrara il 13 febbraio con l’adesione dell’Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna,

Venerdì 13 e sabato 14 febbraio 2015 alle 21 Ferrara Off Teatro (viale Alfonso I d’Este 13), in collaborazione con UDI e Centro Donna Giustizia Ferrara, insieme all’assessorato Pari Opportunità del Comune di Ferrara, presenta una produzione Art Up Art: MARINA SENESI in DOPPIO TAGLIO di Cristina Gamberi, adattamento di Marina Senesi, voci fuori campo di Filippo Solibello e Marco Ardemagni, regia di Lucia Vasini e musiche originali di Tanita Tikaram. Uno spettacolo che affronta la tematica della la violenza contro le donne, distinguendosi per la scelta di uno sguardo trasversale: non il racconto della vittima, né quello di un testimone o tanto meno del carnefice, ma la rivelazione di alcuni curiosi meccanismi attraverso i quali il racconto dei media plasma e distorce la nostra percezione del fatto, trasformando anche la più sincera condanna in un’arma, appunto, a “doppio taglio”.

La rappresentazione di venerdì 13 febbraio, grazie all’adesione dell’Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna, è stata inserita nel programma nazionale di formazione professionale con il riconoscimento di crediti, e prevede una tavola rotonda con le autrici.

Marina Senesi è un’attrice/autrice che si è sempre distinta per la capacità di fondere in un’unica cifra la forza dell’ impegno e il gioco dell’ironia (molti ricorderanno il suo spettacolo di teatro civile La Vacanza, patrocinato dal Premio Ilaria Alpi, le sue campagne per Caterpillar–Radio2Rai e per l’associazione LIBERA contro le mafie). Cristina Gamberi è dottore di ricerca in Studi di Genere all’Università di Napoli Federico II. Insieme al Progetto Alice è ideatrice di percorsi formativi nelle scuole sull’educazione al genere e sulla violenza contro le donne. Dal loro incontro è nata l’idea di riadattare per il palcoscenico una ricerca accademica della Gamberi, decostruendo l’impianto lessicale e iconografico degli articoli diffusi su stampa e web, per interpretare il ‘taglio’ comunicativo che i media applicano (più o meno involontariamente ) nel descrivere l’uccisione di una donna per mano del proprio uomo. Tutto questo, elaborato in una narrazione semplice ed immediata, capace di interessare, incuriosire e sorprendere.

L’originalità e la forza di questa proposta hanno immediatamente convinto altre due artiste d’eccezione: Lucia Vasini, che firma la regia, e la cantautrice inglese Tanita Tikaram (la voce calda e sensuale di “Twist In My Sobritety” – indimenticabile hit – tornata a incantare il pubblico internazionale con il suo ultimo lavoro, “Can’t Go back”), che regala allo spettacolo uno splendido inedito, intriso di sonorità folk e sophisti-pop, dal titolo decisamente emblematico: “My Enemy”.

Con il contributo delle inconfondibili voci fuori campo di Filippo Solibello e Marco Ardemagni (conduttori del programma mattutino cult di Radio2 Rai: Caterpillar AM) e con il susseguirsi di immagini che scorrono parallele al racconto, scopriamo come la cronaca raramente si sottragga – anche oggi – alla regola di una tradizione letteraria volta ad alleggerire la responsabilità dell’aggressore quando si ritiene che la donna abbia varcato i confini imposti al suo genere. Ci accorgeremo che, sia pure nella finzione fotografica, la vittima è esposta allo sguardo del lettore mentre il carnefice è solo un’ombra (imprendibile per definizione) oppure viene rappresentato solo attraverso una piccola porzione del corpo, e tutto questo senza che il lettore avverta qualcosa di sbagliato: paradossalmente proteggiamo la privacy di lui! Anche i capelli della vittima possono essere un rimando alla figura di scapigliata che, in letteratura e nell’arte figurativa, rappresenta la perdita dell’innocenza e la donna moralmente caduta. La vittima quindi – al di là delle buone intenzioni di chi scrive e di chi legge – è ritratta come inerte, inerme, isolata e coi segni di una sessualità subita che la “macchia” indelebilmente.

La narratrice si chiede, e ci chiede: “Una donna che si vede socialmente rappresentata così è incentivata alla denuncia? Perché mai dovrebbe fidarsi se sa che noi non stiamo dalla sua parte? Se, come nella maggior parte dei casi, l’immagine proposta dai media ritrae la vittima in soggettiva, cioè come se l’aggressore fosse di fronte a lei, noi lettori, comprese noi donne che ci dichiariamo impegnate e sensibili, che altro stiamo facendo se non guardare la vittima dalla stessa visuale del suo aggressore?”

Quando Marina mi ha coinvolto in questo progetto” – racconta Lucia Vasini“ho immediatamente detto di sì per l’entusiasmo e la sincerità che la contraddistingue in ogni viaggio all’interno del teatro civile. Quando una sera dopo le prove mi ha telefonato a casa per dirmi: ‘Andiamo a Londra domani, a incontrare Tanita Tikaram?’, ho detto subito di sì senza pensare a nient’altro se non alla voce magica di questa grande musicista. L’’incontro con Tanita è stato veloce (due ore), giusto il tempo della colazione nel centro della città. Ma in quelle due ore il tempo si è dilatato come succede durante veri incontri. …E le note di regia vorrei fossero proprio le parole di Tanita, formulate in un divertente italiano, attraverso una domanda diretta a Marina mentre velocemente raggiungevamo la metropolitana per il ritorno a Milano:Marina, io non credo che il tuo racconto urli aggressivo, vero?’ Ci siamo guardate e intese: ‘No,no!’, abbiamo risposto in coro.”

Info e prenotazioni: www.ferraraoff.it – 392.8220835

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Marzia Spanu

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