È morta Silvana Pampanini. La verità su Miss Italia e su Malafemmena e Totò

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È morta Silvana Pampanini, una delle più famose dive del cinema italiano. L’attrice 90enne si è spenta stamattina all’ospedale Gemelli di Roma, dove era ricoverata da due mesi e mezzo. Dopo aver accusato dolori addominali, il 24 ottobre scorso era stata operata d’urgenza, e rioperata subito dopo. Dopo alcuni giorni in terapia intensiva, si era leggermente ripresa, ma non era più uscita dall’ospedale.

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Nata a Roma il 25 settembre del 1925 e diplomata al Conservatorio di Santa Cecilia, a 21 anni partecipò alla prima edizione di Miss Italia, arrivando per un soffio al secondo posto. A differenza di quanto dichiarato dai giornali (vittoria assegnata ex aequo dopo sollevazione popolare), in realtà le cose andarono diversamente. Da una parte c’era Silvana Pampanini, carnale e molto procace, sostenutissima dal pubblico. Dall’altra c’era Rossana Martini, bellezza delicata da Madonna dei quadri rinascimentali. Ci furono votazioni tumultuose terminate sempre pari, al punto che giuria e pubblico si divisero in due schieramenti, una parte a favore dell’empolese Martini e l’altra da quella della romana Pampanini. Risultate infruttuose tutte le votazioni, un giurato si alzò e chiese pubblicamente: “Ma insomma, dobbiamo scegliere il tipo di donna che si può sposare e raccomandare di sposare al proprio figlio, oppure quella che si vorrebbe avere come amante?“. Dopo qualche momento di imbarazzante silenzio generale, ci fu la votazione definitiva che decretò la vittoria di Rossana Martini. Il pubblico esplose in tumulto e ci furono contestazioni, insulti alla giuria, parolacce per la vincitrice, ma alla fine il risultato rimase quello: 1a la Martini, 2a la Pampanini, senza ex aequo. Quest’ultima si prenderà poi la rivincita, grazie ad una carriera ben più importante rispetto alla collega.

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Divenne un’autentica diva e icona di bellezza italiana, conosciuta anche fuori dai confini nazionali (in Francia fu soprannominata Ninì Pampan). A partire dal 1947 partecipò a ben 60 film in 20 anni, diretta anche da grandi registi come Steno (Un giorno in pretura), Monicelli (E’ arrivato il cavaliere), Soldati (O.K. Nerone), Zampa (Processo alla città), Comencini (La tratta delle bianche), Germi (La presidentessa), Matarazzo (La schiava del peccato), De Santis (Un marito per Anna Zaccheo), Dino Risi (Il gaucho) e Sergio Corbucci (La peccatrice dell’isola). Curiosamente girò sempre 3 film con i maggiori protagonisti del cinema italiano. Accanto a Totò partecipò a “I pompieri di Viggiù” (1949), “47 morto che parla” (1950) e “Racconti romani” (1955). Poi tre film con Nino Manfredi, tre con Vittorio De Sica, tre con Vittorio Gassman, tre con Ugo Tognazzi, tre con Amedeo Nazzari. Fece eccezione Walter Chiari, 6 i film con lui, e soprattutto Alberto Sordi, al quale fu accanto in ben 9 pellicole nell’arco di 30 anni, da “La bella di Roma” (1955) a “Il tassinaro” (1983).

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Il famoso film in cui Sordi caricava a bordo del suo taxi politici e vip, tra cui anche la Pampanini nei panni di se stessa, è stato l’ultimo per l’attrice romana. Fu un fugace ritorno al cinema, che aveva praticamente abbandonato nel 1967, dopo aver partecipato anche ad alcuni film messicani, preferendo poi la TV. Recitò per l’ultima volta nel 1999, nel ruolo della signora Del Sol, anziana madre di Alba Parietti nella miniserie tv “Tre stelle” prodotta da Mediaset. Nel nuovo millennio sono state tantissime le sue ospitate come opinionista tv, soprattutto in programmi come “La vita in diretta” e “Pomeriggio Cinque“.

Totò fece di tutto per sposarla. E lei ricordava “Mi faceva capire che mi voleva molto bene, che mi voleva sposare, ne aveva parlato con papà che però gli diceva: ‘Totò, guardi, Silvana è una ragazzina, non ci pensa proprio a queste cose’. Era sempre molto gentile e carino, nel camerino mi faceva trovare i mazzolini di fiori, quelli tutti montati con il pizzo sotto delicatissimo, il profumo, i cioccolatini. Un giorno venne da me per dirmi: ‘Silvana, ci pensi’. Allora a me uscì quella frase che avrei voluto riprendere ma non si poteva più, ormai era detta: ‘Totò, io ti voglio molto bene, ma come a un padre’. Ecco. Lui però ha capito e ha continuato a volermi molto bene,e siamo rimasti sempre amici. Ci siamo incontrati tante volte e anzi lui mi adorava ancora di più proprio pensando che ero una ragazza a posto e che non avevo approfittato di questa situazione“. Per decenni si pensò che Totò scrisse la sua “Malafemmena” pensando a lei e al suo rifiuto, ma si scoprì poi che in realtà la canzone era dedicata a Diana Bandini, prima moglie del Principe De Curtis, che lo lasciò dopo l’ennesima scappatella del grande attore napoletano. In un documento depositato alla SIAE, allegato al brano, c’è l’inequivocabile dedica “A Diana“.

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Accreditata di numerosi flirt con altri colleghi attori, da Omar Sharif ad Orson Welles, e leader politici internazionali, da Re Faruk d’Egitto a Fidel Castro, nel 1996 scrisse la sua autobiografia “Scandalosamente perbene“. Snobbata dalla critica e mai premiata dal cinema, nell’aprile del 2003 il presidente Carlo Azeglio Ciampi la nominò Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana.

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In una delle sue ultime apparizioni tv, a “Domenica In” dichiarava: “Non bisogna mostrarsi fragili. Si dice che la vita è bella. La vita è bella se te la fai tale, ma tutti abbiamo pensieri e preoccupazioni. Ho avuto un solo grande amore, ma ad un mese dalle nozze lui è morto, e mi sono salvata con il lavoro”. Anche in età avanzata non rinunciò mai ad un trucco pesante e all’immancabile parrucca, oltre che ad abiti vistosi, risultando spesso ai limiti del kitsch.

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I funerali si svolgeranno a Roma venerdì 8 gennaio alle ore 11 presso la Parrocchia Santa Croce, in Via Guido Reni 2.

 

Ivan Zingariello