Per la regia di Nisha Ganatra, E poi c’è Katherine è una commedia americana con protagonista una Emma Thompson che sa salvare e tenere in piedi l’intero film.
L’attrice impersona Katherine Newberry, che potremmo quasi definire una dinamica “Gigi Marzullo di ferro” con più ospiti da intrattenere, conduttrice brillante di uno show televisivo notturno. Una formula che in trent’anni di trasmissioni deve fare i conti con un calo di ascolti, anche a causa dell’accusa di essere “una che odia le donne”, rischiando così di essere sostituita.
Unica donna ad avere un suo programma di lunga durata, si rivela dispotica ed energica, per uno staff di soli uomini che sa tenere al guinzaglio e controllare in ogni dettaglio. Per correre ai ripari, mette in atto una strategia di azioni, con l’intento di ristabilire la parità di genere.
Tra i collaboratori fa assumere d’impulso Molly Patel (Mindy Kaling), proveniente da un’industria chimica della periferia della Pennsylvania e al suo primo incarico come prima e unica donna in uno staff di scrittori di testi di un programma. Intanto, voci di corridoio e il gossip dei media insinuano che Katherine verrà presto rimpiazzata da una conduttrice più giovane e cool, e qui scatta l’incarico al suo staff di svecchiare e rendere lo show più ricco di stimolanti novità.
Molly, che da sempre è stata una fan di Katherine, è decisa a dimostrare il suo valore professionale per dare una svolta alla carriera della conduttrice, un grande azzardo che potrebbe riportarla nell’industria chimica.
Una commedia dove non mancano le risate ma che, tutto sommato, non entusiasma come vorrebbe. Emma Thompson, già premio Oscar e maggiormente conosciuta per i propri ruoli drammatici, si esplica nel suo talento comico, con la morale che “a nessuno è permesso di potersi adagiare sugli allori”, specie nel mondo della tv, e con la volontà di sfatare il luogo comune che le donne non sanno essere divertenti. Perché tramite E poi c’è Katherine la regista intende celebrare soprattutto queste ultime, ma non riesce a regalare quella comicità tale da promuoverne la visione.
Alessandra Broglia
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