Each Our Noise: dancefloor metropolitana

Torna in scena il duo di Emanuele Stocco e Melissa Conte, torna in scena la dancefloor degli Each Our Noise con un singolo ed un disco delicato e mai ridondante, energico nei suoi colori accesi ma mai accecanti, sottilmente elegante e doverosamente adolescenziale nei tratti più ispirati. “Metropolitan Dancefloor” lanciato in rete dal singolo “Avventura” parla di una bellezza non istintiva ma forse ampiamente ragionata, parla di essere se stessi e di altre soluzioni, parla di visioni che prescindono dall’oggettività ma si affidano al sogno che abbiamo di noi. La dancefloor mi riporta inevitabilmente dentro le dolci pennellate di Frisco, movida e cocktail ma anche notturni – manco a dirlo – metropolitani.

Noi iniziamo sempre parlando di bellezza. La sottolineiamo sempre ma non per evidenziare la bellezza estetica quanto più quella che si nasconde tra le righe, che spesso si nasconde anche alla vista. Per gli Each Our Noise cosa significa bellezza?
La bellezza è un buon americano, scegliere un disco da ascoltare, partire per un viaggio.
La bellezza è qualcosa che ti provoca un emozione che arriva direttamente al cuore.
Spesso tra di noi, ci ritroviamo a scherzare sui nostri “difetti”, questo ci ha aiutato nel tempo a imparare a conoscerci e ad accettarci per quello che siamo.

Dove la cercate e… c’è una formula che usate per trovarla sempre?
Quando una persona si prende cura di sé, si ama ed è così fortunata da riuscire ad accettarsi per quello che è, per noi trasmette bellezza. Ovviamente la bellezza nel nostro lavoro è un argomento a 360 gradi, la ricerchiamo nei testi, nelle melodie, nelle foto, e in tutto ciò che farà parte della canzone; molto spesso la troviamo attraverso la sperimentazione e la ricerca di nuovi suoni e nuove idee.

Veniamo ai cliché che inevitabilmente attingono ad un passato glorioso. Perché il vostro tempo è quello della dance anni ’90?
Avete presente quei CD mega colorati tipo Hit Mania Dance Estate che profumavano di menta quando li strofinavi o le raccolte dei Festival Bar?
Ecco beh, veniamo da quella generazione che ha vissuto in piena regola quegli anni e si è formata attraverso quello specifico substrato culturale. Quel periodo storico musicale per noi rappresenta un elevato grado di spensieratezza. Quindi il nostro tempo non poteva che essere quello.

Pensando al futuro? Dentro questo nuovo disco cosa avete catturato per il futuro?
Quando scrivi una canzone in un certo momento, con una certa intenzione, è interessante vedere poi come si trasforma e come cambia la sua interpretazione nel tempo. Nel nuovo disco abbiamo cercato di tenere lo sguardo ben puntato sull’avvenire e di mirare al petto dell’ascoltatore.

A chiudere e parafrasando (a modo mio) il vostro video: restare se stessi è la vera soluzione contro le tante trasgressioni estetiche e di apparenza?
Questo video è lo specchio di quello che eravamo e che siamo diventati, rappresenta la nostra evoluzione, le varie figure che incontriamo durante il brano siamo noi in ma altri periodi del nostro percorso.
Rispondendo alla domanda, sì, essere se stessi è sempre la migliore delle soluzioni e lo si può essere anche indossando una maschera, tingendosi i capelli di blu o travestendosi. Nessuno dovrebbe giudicare una persona dall’apparenza, questa è la cosa più importante.