Nel 1976, quando ormai la sua carriera cinematografica da regista – dopo quella di attore – era più che avviata, avendo diretto lungometraggi come Brivido nella notte, Lo straniero senza nome, Breezy e Assassinio sull’Eiger, Clint Eastwood realizzò uno dei suoi western maggiormente iconici: Il texano dagli occhi di ghiaccio, da un romanzo di Forrest Carter intitolato Gone to Texas.
Nei panni del contadino del Missouri Josey Wales, il noto “cavaliere pallido” del cinema americano ci mostra dunque la storia di un uomo accecato dalla vendetta dopo aver visto massacrare la moglie e il figlio per mano di un gruppo di criminali appoggiati dall’esercito nordista, i quali gli hanno addirittura raso al suolo la casa. Unendosi ad un gruppo di confederati sudisti decisi a farsi giustizia da sé, Josey diventa quindi presto diverrà un criminale a piede libero, rimasto solo contro tutti e alla ricerca di coloro che gli hanno distrutto la vita e quella dei compaesani patrioti.
Con la risultante di quello che è un titolo fondamentale della filmografia eastwoodiana dietro alla macchina da presa, in quanto Il texano dagli occhi di ghiaccio rappresenta un passo importante perché rappresentativo della poetica di un autore degno di essere preso in considerazione, non più ritenuto un mero occhio buono per l’intrattenimento commerciale.

La direzione di questa pellicola rientra nel calderone di opere ispirate al cinema di un Sam Peckinpah o di un Sergio Leone del caso (quest’ultimo vera fonte di ispirazione per il buon Clint, avendolo consacrato come attore), grazie al modo di ricreare un contesto storico tra momenti adrenalinici e introspezioni ricche di sfaccettature, rivedendo totalmente, oltretutto, il termine di antieroe nel filone western nel poggiare sul valido script firmato da Philip Kaufman (futuro regista di Terrore dallo spazio profondo e Uomini veri) insieme a Sonia Chernus.
Fu in questa occasione che il mito di Eastwood attore cominciò ad andare di pari passo con quello di Eastwood regista, rivelando in più occasioni innate doti che, con il passare degli anni, lo avrebbero portato alla consacrazione totale, poi lodata anche agli Oscar (con i crepuscolari Gli spietati e Million dollar baby). A valorizzare ulteriormente Il texano dagli occhi di ghiaccio, poi, provvedono le musiche dell’ottimo Jerry Fielding, insignite all’epoca anche di una nomination agli Academy Awards, e uno stuolo di buoni volti secondari, alcuni cari al cinema del buon Clint, tra cui Sondra Locke, Bill McKinney, Sam Bottoms, John Vernon e Chief Dan George.
Warner Bros Entertainment Italia celebra oggi il film attraverso un’edizione home video che lo include sia in 4k Ultra HD che su blu-ray, entrambi corredati di contenuti speciali. Nel primo abbiamo infatti un commento audio del critico cinematografico Richard Schickel, sette minuti di A outlaw and an antihero, sette di The cinematography of an outlaw: rafting Josey Wales, ventinove di Clint Eastwood’s West, sette di Eastwood in action, ventinove di Hell hath no fury – The making of The outlaw Joseey Wales e diciassette di Clint Eastwood: a cinematic legacy – Reiventing westerns; nel secondo, invece, lo stesso commento audio Richard Schickel, più un trailer, ventinove minuti di Clint Eastwood’s West: un ponte col passato, trenta di Hell hath no fury: dietro le quinte e sette di Eastwood in action: documentario.
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