In collaborazione con Koch Media, Paramount celebra Scream di Wes Craven in occasione del suo venticinquesimo anniversario, e lo fa rendendolo disponibile in un’edizione dispensatrice della pellicola sia su supporto blu-ray che 4K Ultra HD da nuovo master.
Offrendo quindi la ghiottissima occasione per riscoprire il lungometraggio attraverso cui, nel 1996, il compianto cineasta originario di Cleveland provvide per la terza volta a reinventare il genere horror, come già fece ad inizio anni Settanta tramite L’ultima casa a sinistra e, a quasi metà decennio successivo, grazie al geniale Nightmare – Dal profondo della notte.
Un classico, quest’ultimo, che il regista stesso omaggia sia cimentandosi in una fugace apparizione nei panni di un bidello abbigliato alla maniera di Freddy Krueger, sia includendo tra i principali protagonisti dell’insieme uno Skeet Ulrich che tanto ricorda proprio l’esordiente Johnny Depp del capostipite del franchise incentrato sull’artigliato Signore degli incubi.
Lo Skeet Ulrich il nome del cui personaggio Billy Loomis altro non richiama che il dottore interpretato da Donald Pleasence nell’Halloween – La notte delle streghe che, ad un certo punto del film, viene visionato in videocassetta (del resto, ricordiamo che all’epoca il dvd ancora non esisteva) da una combriccola di giovani in vena di festa.
Anche perché è proprio al capolavoro firmato nel 1978 da John Carpenter che guarda principalmente la sceneggiatura a firma di Kevin Williamson, mirata a rispolverare, ribaltandoli, gli stilemi di quel sottogenere denominato slasher e cui – al di là di predecessori quali Black Christmas – Un Natale rosso sangue di Bob Clark e Reazione a catena – Ecologia del delitto di Mario Bava – il primo massacro attuato da Michael Myers fece da apripista.
Un sottogenere che prevede la morte per chi fa sesso, chi si droga, chi si ubriaca e chiunque dica “Torno subito” e che, rappresentato da vicende in cui persone in uno spazio più o meno chiuso periscono una dietro l’altra sotto i colpi dell’omicida o della creatura di turno, dopo il grande successo raggiunto in era reaganiana per merito, in particolar modo, della saga di Venerdì 13 e delle sue innumerevoli imitazioni si esaurì negli anni Novanta; come un po’ tutto il resto dell’horror in fotogrammi, allora fagocitato da edulcoratissime produzioni quali il Dracula coppoliano e simili.
A cominciare dalla situazione iniziale da antologia che, con una Drew Barrymore assediata in casa da un misterioso maniaco telefonico, fornisce una moderna “variante al cellulare” di quella posta al centro del cult Quando chiama uno sconosciuto di Fred Walton, Scream ha quindi consentito allo slasher di rinascere. Regalandogli oltretutto un nuovo iconico serial killer che, dal volto nascosto dietro una maschera (Ghostface, per la precisione) che tanto ricorda il soggetto ritratto nel dipinto L’urlo di Edvard Munch, ha finito per entrare nell’immaginario collettivo al fianco di storici trucida-giovani del calibro di Jason Voorhees e Leatherface.
Un serial killer impegnato a seminare il terrore nella cittadina di Woodsboro; dove un anno prima, tra l’altro, venne uccisa la madre della studentessa Sidney Prescott incarnata da Neve Campbell, a quanto pare ora nuova vittima prescelta del misterioso assassino. Del quale scopriamo l’identità (oltretutto inaspettata) soltanto una volta superata la sequela di colpi di scena disseminati nell’ultima mezz’ora della veloce ora e cinquanta di visione il cui ottimo cast, oltre al non accreditato Henry Winkler del telefilm Happy days nel ruolo del preside, annovera Courteney”Friends”Cox in quello della reporter Gale Weathers, David Arquette nella divisa del buffo vicesceriffo Linus Riley, la Rose McGowan di Doom generation e un Matthew Lillard magnificamente sopra le righe. E, se l’uccisione con saracinesca elettrica si rivela la maggiormente fantasiosa dell’operazione, quella consumata davanti al furgone della regia tv testimonia la maniera in cui l’autore di Sotto shock e Il serpente e l’arcobaleno conoscesse molto bene la lezione relativa alla differenza tra suspense e sorpresa impartita dal Maestro assoluto Alfred Hitchcock.
Mentre citazionismo cinefilo e ironia la fanno da padroni (viene perfino citato Wes Carpenter!) per lanciare intelligentemente, inoltre, un messaggio chiaramente rivolto ai benpensanti che hanno sempre condannato la pericolosità della Settima arte di paura: i film dell’orrore non fanno nascere nuovi pazzi, li rendono soltanto più creativi.
Un dietro le quinte diviso in due parti, due clip di domande e risposte con cast e troupe, un commento audio di Craven e Williamson, sei minuti di making of e sette di featurette Eredità di sangue: Scream 25 anni dopo fanno da contenuti extra in entrambi i dischi.
Francesco Lomuscio
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