Autore di commedie giovanili cult come Non per soldi…ma per amore e Singles – L’amore è un gioco, nel 2000, quattro anni dopo aver conquistato il pubblico grazie al dramma Jerry Maguire interpretato da Tom Cruise, Cameron Crowe si dedica a Quasi famosi, che attinge dalle sue passate esperienze, soprattutto in qualità di reporter musicale per il Rolling Stone.
Un vero e proprio atto d’amore per un cineasta che della musicalità ha sempre fatto un proprio credo, narrando stavolta il viaggio di crescita di un giovanissimo protagonista, suo alter ego.
Siamo nel 1973 e il giovane William Miller (Patrick Fugit) è un adolescente amante della scrittura, nonché orgoglio della possessiva madre Elaine (Frances McDormand), che per hobby si diletta a scrivere articoli nella rivista musicale Creem di Lester Bangs (Philip Seymour Hoffman). Fino al giorno in cui, appunto, gli arriva una proposta allettante dall’importante testata Rolling Stone, che gli propone un articolo su una tournè musicale in giro per gli Stati Uniti. La band da seguire è quella degli Stillwater, che ha per leader il chitarrista Russell (Billy Crudup). In un viaggio che finisce per rappresentare per tutti un percorso di crescita, tra momenti esilaranti e parentesi profonde, ricche di esperienze e di persone emblematiche, come la bella groupie Pennie Lane (Kate Hudosn).
Lungometraggio semi autobiografico che pulsa vera e propria ribellione musicale nei suoi colorati fotogrammi, Quasi famosi è oggi, nel XXI secolo, un piccolo classico del cinema americano che trova nella propria coinvolgente narrazione il grande punto di forza, facendo sì che Crowe sfoggi tutto il sapere in fatto di sentimenti e sottili risate.
Con la sua struttura da film on the road, il titolo racconta di un particolare momento di cambiamento della musica rock, grazie ad un plot ricco di sfaccettature e scontri introspettivi in cui l’innocenza del Miller interpretato da un più convincente Fugit si lascia travolgere proprio da questo evento, oltrepassando il confine dell’adolescenza verso la vita adulta.
E, chiaramente, la colonna sonora non può che essere succosa: America di Simon and Garfunkel, Simple man dei Lynyrd Skynyrd, Tiny dancer di Elton John, Sparks degli Who, One way out degli Allman Brothers Band, That’s the way dei Led Zeppelin e Feel flows dei Beach Boys sono solo alcune delle canzoni che costellano la visione di Quasi famosi, che vanta oltretutto la presenza di un cast di grande valore.
Oltre ai validi Crudup, Jason Lee, Noah Taylor e Hoffman, infatti, il film si poggia anche (o soprattutto) sulla grande presenza di una brava Hudson e di una sempre grande McDormand, entrambi candidate agli Oscar come migliori attrici protagoniste. Un’altra nomination, inoltre, andò al montaggio, mentre una statuetta è stata agguantata da Crowe stesso per la migliore sceneggiatura originale.
Riscoperto da Eagle pictures in collaborazione con Sony pictures Home Entertainment, Quasi famosi viene reso disponibile in un’edizione combo contenente la versione estesa della pellicola (centosessantuno minuti di durata) su supporto 4K Ultra HD e quella cinematografica (centoventitré minuti) in blu-ray, con tanto di contenuti speciali in ambedue i dischi.
In quello 4K Ultra HD abbiamo un commento audio di Crowe e amici, mentre il blu-ray offre addirittura due sezioni distinte: New Releases, dispensatrice di Filmaker focus: Cameron Crowe on Almost famous (otto minuti), Casting & costumes (dodici minuti), Rock school (dieci minuti), scene estese (nove minuti) e Odds & Sods (otto minuti), e Greatest Hits, in cui troviamo una breve introduzione del regista, una mini intervista a Lester Bangs, un estratto diviso in dieci parti intitolato Cameron Crowe’s Top album’s of 1973, il demo di Love comes and goes di Nancy Wilson, Cleveland concert (quindici minuti), Small time blues (due minuti), Stairway (dodici minuti) e il trailer. Senza dimenticare, però, neppure Hidden talent, estratto diviso in tre parti.
Mirko Lomuscio
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