In un periodo storico di revival e di reboot cinematografici di personaggi mitici appartenenti agli indimenticabili anni Ottanta, non poteva certo mancare il ritorno di un’icona cult come Beetlejuice, “spiritello porcello” nato nel 1988 dalla mente di un Tim Burton alle prime armi, prossimo a titoli indimenticabili quali il dittico dedicato a Batman, Edward mani di forbice e Ed Wood.
Riunendo parte del cast originale, il tardivo sequel Beetlejuice Beetlejuice vede quindi Michael Keaton riprendere i panni del “bio esorcista” dalla parlata facile e il look improbabile, affiancato dalle riconfermate Winona Ryder e Catherine O’Hara, più la presenza di Justin Theroux, la nostra Monica Bellucci (attuale compagna del regista), l’irrefrenabile Willem Dafoe e la neo star Jenna Ortega, promossa al cinema burtoniano dopo la sua collaborazione alla serie tv Mercoledì.
Divenuta la conduttrice di un programma televisivo basato sul paranormale, Lydia Deetz (Ryder) avverte d’improvviso che qualcosa dal passato stia per rifarsi vivo: ovvero Beetlejuice (Keaton). Dopo che suo padre Charles (nel film originale interpretato da Jeffrey Jones, escluso da questo sequel per motivi legal-scandalistici) muore in un disastro aereo, Lydia torna quindi nella vecchia casa di Winter River, portando con sé la madre Delia (O’Hara), il proprio compagno – nonché suo manager – Rory (Theroux) e sua figlia Astrid (Ortega), avuta da un passato matrimonio con un altro uomo: Richard (Santiago Cabrera), deceduto in una spedizione in Amazzonia. Un gruppo di persone che si ritrova dunque ad avere a che fare con determinate vicende legate al mondo dei non morti. E il ritorno di Beetlejuice non rappresenta altro che il principio, perché con lui si faranno “vivi” anche la vendicativa ex moglie Delores (Bellucci) e un poliziotto dell’aldilà di nome Wolf Jackson (Dafoe), che in vita altri non era che una nota star del cinema action.

Più volte annunciato e poi rimandato, voluto fortemente da Burton e dal suo protagonista Keaton Beetlejuice Beetlejuice si è finalmente concretizzato nel 2024, cercando di amalgamare nella sua folle e articolata trama quanto più materiale possibile, in modo da soddisfare sia i fan del capostipite che gli spettatori dell’ultimo cinema burtoniano. Un ennesimo elogio dark dal regista de Il mistero di Sleepy Hollow, una sana commedia nera pregna di elementi macabri e singolari personaggi sopra le righe in cui a dominare è il desiderio di riderci sopra venendo cosparsi da pura atmosfera horror, più trucchi ed effetti speciali vecchia scuola (make up prostetici e animazioni stop motion non mancano all’appello).
Una dimostrazione che il cinema di Burton ha ancora voglia di farsi notare, tra omaggi a Mario Bava e pura filosofia dark dalla parte degli “emarginati”; con l’ulteriore pregio di ritrovare attori di un certo prestigio quali la Ryder e la O’Hara spalleggiarsi nuovamente, affiancate da new entry come la prezzemolina Ortega e le spalle Bellucci e Dafoe. Nel mezzo abbiamo anche una comparsata di Danny DeVito, altro affezionato ai set di Burton (Batman – Il ritorno, Mars attacks!, Big fish – Le storie di una vita incredibile, Dumbo). E poi c’è ovviamente Keaton, che, ritornando nei panni di Beetlejuice, dimostra quanto sia ancora divertente e divertito, nel prendersi gioco di tutti a suon di battute al fulmicotone e parentesi assurde destinate a diventare cult.
Edito da Warner Bros Home Entertainment in edizione steelbook contenente sia la versione 4K Ultra HD che quella blu-ray del film, Beetlejuice Beetlejuice include in entrambi i dischi i seguenti contenuti speciali: un commento audio di Tim Burton, ventisette minuti di The juice is loose: The making of Beetlejuice Beetlejuice, otto di The ghost with the most: Beetlejuice returns!, sei di Meet the Deetz, nove di An animated afterlife: the stop-motion art of Beetlejuice Beetlejuice, sei di Shrinkers, shrinkers everywhere!, dodici di The handbook for recently deceased e sette di ‘Til death do we park: Bettlejuice and Lydia’s first dance.
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