Nell’interazione tra coefficienti spettacolari ed echi speculari ad appannaggio della Casa di produzione cinematografica Pixar Animation Studios, specializzata sin dai tempi di Toy story in cartoni animati d’ultima generazione che veicolano messaggi edificanti mediante il presunto connubio di tecnologia e poesia, c’è posto per l’etica della messa in scena?

Sfornato dalla Pixar, Elio, incentrato sull’omonimo bimbo rimasto orfano affascinato dall’utopica prospettiva di essere rapito dagli alieni per non pagare dazio ai traumatici passaggi d’età, si presta bene a un’attenta riflessione in merito allo status d’autorialità del prodotto d’animazione a stelle e strisce.

AMBASSADORS – When 11-year-old Elio (voice of Yonas Kibreab) is beamed up to space, he finds himself in the Communiverse, an interplanetary organization with representatives from galaxies far and wide. Like humans, the members of the Communiverse come in all shapes, sizes and personalities. Among them are Ambassador Mira (far left), Ambassador Helix (third from left), Ambassador Questa (center), Ambassador Tegman (third from right) and Ambassador Turais (second from right). Disney and Pixar’s “Elio” releases in theaters June 20, 2025. © 2025 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

Diametralmente opposto, sia in prassi che in spirito, all’aura contemplativa conferita dal Maestro giapponese Hayao Miyazaki anteponendo la genuina ed empatica dinamica cromatica connessa alla sapienza artigianale dei fotogrammi disegnati a mano rispetto al potere di suggestione esercitato in Elio dall’ambiente spaziale. Creato per mezzo di un obiettivo specifico in grado di convertire in giganteschi dettagli luminose quelli minuscoli catturati dal microscopio. Nell’incipit ad andare oltre il senso di déjà vu ed ergo la pigrizia delle idee prese dai nani sulle spalle dei giganti provvede l’illusione della profondità di campo affidata alla virtù tanto di semplificare le faccende complesse, donando quindi leggerezza ad argomenti altrimenti troppo pesanti, quanto di congiungere l’impatto figurativo della forma al godimento dei contenuti dell’opera rappresentata. Ravvisabili nel concetto di solitudine, di condivisione, di aggressione, di mediazione, di genitorialità ed empietà. Tuttavia non basta la sospensione dell’incredulità innescata dall’utilizzo del 3D, dalla simulazione della profondità, dalla deformazione prospettica a opera dell’impianto formale sul versante contenutistico, dall’impressione che gli oggetti trascendono il recinto del grande schermo per toccare le vette della poesia andando oltre l’incombenza di allestire connessa, da ormai quasi cent’anni, al metteur en scène del pioneristici guru transalpini. Occorre invece capire se nel mirabile ed eccentrico habitat del Comuniverso dove Elio Solis è stato catapultato, dapprincipio per sua immensa gioa, si possono riscontrare, insieme alla sensazione di meraviglia fiabesca per i serbatoi d’acqua ingranditi ad arte alla stregua d’immense cascate fluttuanti con la palingenesi spaziale della forza di gravità, le tracce davvero profonde del carattere d’ingegno creativo. Indispensabile per veicolare l’immaginario d’un autore con la “a” maiuscola, tipo Miyazaki, nell’inusitata destrezza di riuscire ad appaiare la paura dell’ignoto ai brividi comportati dall’impiego di strumenti formali d’altissima scuola al servizio dell’opportuna densità contenutistica. Ravvisabile nell’egemonia dell’iterazione d’immagini eminentemente sobrie ed evocative sulla reiterazione d’immagini, stringi stringi, roboanti e risapute. Frutto della scaltrezza anziché dell’ingegno.

HI MOM! – In Disney and Pixar’s “Elio,” America Ferrera lends her voice to the smart and super-confident Olga, who runs a top-secret military project.* While Olga is working to decode a strange signal from outer space, her son Elio (voice of Yonas Kibreab) is inadvertently beamed up to an interplanetary organization with representatives from galaxies far and wide and mistaken for Earth’s ambassador to the rest of the universe. Disney and Pixar’s all-new feature film “Elio” is directed by Adrian Molina (screenwriter and co-director of “Coco”) and produced by Mary Alice Drumm (associate producer of “Coco”)—the intergalactic misadventure launches in theaters March 1, 2024. © 2023 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

La co-regia delle pur alacri Domee Shi e Madeline Sharafian, subentrate in zona Cesarini ad Adrian Molina, artefice del film d’animazione per famiglie Coco imperniato sul valore del nucleo domestico nella realizzazione dei sogni, conferisce all’assunto, non farina del loro sacco, una precisione d’accenti. Impreziositi dalla sicurezza di taglio della coriacea prospettiva femminile nella vicenda del preadolescente, disadattato sul pianeta terra, bullizzato dai coetanei gradassi coi deboli a corto di autostima e pavidi coi castigamatti sicuri di sé, che, al contrario, impara nello spazio ad approfondire il sentimento dell’amicizia. L’etica della messa in scena, cementata dagli alfieri dell’altero ed erudito lavoro di sottrazione, consiste nel reperire, grazie alla virtù di togliere al visibile per aggiungere all’invisibile, i piccoli dettagli colmi di significato d’uno spazio immenso, sfuggente, invece d’immergere gli spettatori adulti, a braccetto coi piccini sedotti subito dalla bizzarria dei contesti extraterrestri, in una fertile alternativa al quotidiano avaro di sorprese ed emozioni. Alla stregua delle traversie di Elio che per legittimarne la propria ammissione in quella sorta di paradisiaco luna-park, col manuale universale delle utenze associato in chiave parodistica all’intelligenza artificiale rimossa dalla spontaneità di tratto dei sentimenti sinceri, coi vincoli di suolo e di sangue sugli scudi, si propone d’intavolare negoziati con il guerrafondaio Lord Grigon. Che richiama ovviamente alla mente Putin. La complicità sorta col figlio dell’autocrate condottiero armato dalla testa ai piedi, che privilegia l’alloro all’ulivo, non sembra riverberare l’opinione delle due autrici dell’ultimo minuto sull’intesa tra pochi costituita dall’amicizia. Preferita all’intesa dei copiosi combattenti spaziali. Votati all’annullamento dell’avversario. Il clima di mistero degli apologhi sugli eventi tragici legati al valore dell’immaginazione e alla potenza dell’invisibile risulta veleggiare sulla superficie. In barba alla maestosità dell’impianto visivo. Che quindi stenta ad assurgere al complesso strutturale delineato dai timbri cromatici translucidi, sanciti dagli alacri frame che compongono un mondo cosmico contrario alla sopraffazione in contrasto con un altro assetato di dominio, qualcosa di realmente differente dalla configurazione del senato in Star wars. Dalla scoperta dell’alterità in Incontri ravvicinati del terzo tipo. Dall’inquietudine, che connette il body horror alla fantascienza, in Alien di Sir Ridley Scott. Dalla valenza disturbante dei movimenti di macchina dell’ineguagliabile John Carpenter ne La cosa. Dallo sguardo puro dei fanciulli rivolto da Steven Spielberg in E.T. L’extraterrestre al deposito d’incertezze e d’angosce snudato da un alieno spaventevole dapprincipio, familiare in seguito.

ALIEN BONDS – Elio (voice of Yonas Kibreab), a space fanatic with an active imagination, finds himself on a cosmic misadventure where he must form new bonds with eccentric alien lifeforms, eccentric alien lifeforms, including Glordon (voice of Remy Edgerly), a tender-hearted princeling. Directed by Madeline Sharafian, Domee Shi and Adrian Molina, and produced by Mary Alice Drumm, Disney and Pixar’s “Elio” releases in theaters June 20, 2025. © 2025 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

La conversazione dei film frutto dell’estro poliedrico dei numi tutelari tirati in ballo accresce senz’alcun dubbio lo spasso, che fa tornare pupi persino i barbagianni brontoloni, sulla scorta del rapporto emotivo tra habitat ed esseri umani e delle varianti d’ordine ludico. Conformi al processore d’identificazione dei film per famiglie allergici ai dispendi di fosforo. In quest’ottica Coco andava maggiormente in profondità scandagliando, quantunque con la debita leggerezza, il valore familiare che rischia di divenire un disvalore. Nelle figure familiari che distinguono immediatamente il sangue del loro sangue, ponendo sul medesimo piano la zia impiegata nelle centrale militare di controllo dello spazio sulla terra e il tiranno che ambisce al controllo di quello spazio infinito, prevale la retorica di presa immediata dei buoni sentimenti. L’immersione nei mondi sconosciuti, benché supportata dai ragguagli al servizio del genere sci-fi, risente della penuria dell’autentica ed emblematica geografia emozionale. Chiamata in causa da Miyazaki in Laputa – Castello nel cielo e Conan il ragazzo del futuro per assicurare ai vincoli identitari con gli spazi e i luoghi dell’immaginario ivi congiunto qualcosa di ben più rivelatorio dell’atmosfera di casalinga affabilità di Elio. La versione italiana, col fanciullo dal cognome che richiama all’idea dell’isolamento doppiato dall’amabile Alessandra Mastronardi e Lord Grigon provvisto della carismatica voce dell’abile Adriano Giannini, non devia dalle convenzioni dell’opera a tema che promuove il passaggio dall’introversione all’estroversione. Al pari della staffetta della corona di alloro portata dai comandanti del futuro alla stregua di quelli del passato nel ritorno dalla guerra con l’ulivo. Simbolo imperituro di pace. L’opinione che traspare al riguardo dalla scrittura per immagini delle pur avvertite co-registe, a dispetto dello sforzo compiuto per dare alla componente giocosa il medesimo spessore delle componenti filosofiche ed esistenziali, non risulta così interessante da tramandare ai posteri. Perché resta ancorata all’evasione, sebbene fantastica, dallo spessore della realtà nuda e cruda, dai gesti estremi, dall’uragano di sangue e di fuoco degli impietosi conflitti. Che richiedono la conoscenza intima di un autore tout court, come Miyazaki, cresciuto ai tempi della seconda guerra mondiale, per congiungere nell’universo per grandi e piccini l’orrore del dolore giustapposto ai veicolo di speranza per l’amor vitae. Identificato nei vincoli di sangue e di suolo. Preservati dai fanciulli diventati uomini. Fuori dalla portata della Casa Pixar. Nonostante le pingui e strombazzate risorse tecnologiche ed economiche.


Una risposta a “Elio: benvenuti nel Comuniverso Pixar”

  1. Avatar Anna Pastore
    Anna Pastore

    Applausi a te!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Plugin WordPress Cookie di Real Cookie Banner
Verificato da MonsterInsights