Emanuela Corsello è una figura di spicco nel mondo della moda e del cinema. Con una formazione in antropologia culturale e un’innata passione per il settore audiovisivo, ha fondato nel 2008 la Your Way Management, affermandosi come punto di riferimento per modelle e attori. La sua carriera si è poi intrecciata con il mondo del cinema grazie alla collaborazione con Andrea Lamia, fino a diventare titolare dello Studio Lamia nel 2022. In questa intervista ci racconta il suo percorso, le sfide affrontate e la sua visione sull’evoluzione del settore.


Hai una formazione accademica in antropologia culturale con indirizzo cinematografico. In che modo questo background ha influenzato il tuo approccio al mondo della moda e della pubblicità?

Sicuramente il mio indirizzo di laurea in ambito cinematografico mi ha dato la possibilità di studiare e approfondire la conoscenza della storia del cinema, dagli albori fino ai giorni nostri. Questo è stato un grande supporto nella mia carriera di agente cinematografica. Ho avuto modo di vedere innumerevoli film, anche introvabili, grazie alla facoltà che frequentavo, il che mi ha fornito una solida base per il mio lavoro, sia da un punto di vista tecnico che storico. Per quanto riguarda la moda, invece, sono totalmente autodidatta: non ho mai frequentato corsi di formazione o lauree specifiche, ci sono capitata per caso.

Nel 2008 hai fondato la Your Way Management. Quali erano le tue ambizioni iniziali con l’agenzia e come è cambiato il settore da allora?

Quando ho fondato la Your Way Management, ero piena di aspettative. Volevo renderla una delle agenzie di moda più forti di Roma e, con tanta tenacia e pazienza, ci sono riuscita. Ho gestito e rappresentato modelle in tutta Italia, creando collaborazioni con le più importanti agenzie di Milano e con grandi realtà internazionali. Il settore, però, è cambiato molto nel tempo, specialmente con il Covid, che ha causato un brusco calo nell’industria della moda. Molti brand romani hanno chiuso e, nonostante una recente ripresa, Milano resta la capitale indiscussa del settore, mentre Roma è sempre un passo indietro.

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nella gestione della Your Way Management?

Gestire un’agenzia è molto impegnativo. La prima grande sfida è stata affermarsi in un settore già dominato da realtà consolidate, conquistando la fiducia dei clienti. Un’altra sfida quotidiana è mantenere un rapporto umano con le modelle: ascoltarle, sostenerle psicologicamente nei momenti difficili e, a volte, fare anche da “mamma”. Serve tanta energia per non farsi travolgere emotivamente dalle loro vicende personali, pur restando un punto di riferimento solido.

Nel 2010 hai iniziato la collaborazione con Andrea Lamia e il suo Studio Lamia Management. Come è nata questa partnership e quali opportunità ti ha offerto nel mondo del cinema?

È iniziata per caso. Io e Andrea ci siamo ritrovati a lavorare nello stesso ufficio: io nella moda, lui come agente cinematografico. Da lì ho iniziato ad appassionarmi al suo settore e ho cominciato a collaborare con lui nella gestione degli attori. Ho imparato da lui a rappresentare gli artisti e, affiancandolo, ho iniziato a interfacciarmi con le produzioni e i casting director. Questo mi ha aperto le porte del mondo del cinema, tanto che nel 2022 Andrea ha deciso di affidarmi la sua agenzia, nata 35 anni fa.

Lavorare sia nel mondo della moda che in quello cinematografico richiede sensibilità e competenze diverse. In che modo riesci a conciliare questi due ambiti?

Richiede tanta pazienza, professionalità e umanità. Sia le modelle che gli attori devono essere guidati con fermezza, ma al contempo devono poter trovare in noi agenti un supporto psicologico. Non è facile dosare diplomazia, dolcezza e risolutezza, ma è essenziale.

Essere agente di cinema significa anche saper individuare e valorizzare i talenti. Quali qualità ritieni fondamentali in un attore o un’attrice per emergere nel settore?

Oltre allo studio e alla preparazione artistica, servono quel quid, quel talento naturale, quella “faccia pazzesca” che buca la macchina da presa… e tanta, tanta umiltà.

Quanto conta oggi la presenza sui social media per un artista?

Purtroppo, conta molto. Oggi funziona così: “se sei sui social, esisti”. Molti vengono notati proprio tramite i social, spesso senza alcuna formazione attoriale. I social sono una forma di autopromozione che un artista deve saper sfruttare.

Ci sono attori o attrici con cui hai lavorato e di cui sei particolarmente orgogliosa?

Sì, tra i tanti che ho seguito con passione, cito Romano Talevi, Stefano Gianino, la giovane promessa Valentina Filippeschi, Sarvari Ferraris, che vedremo presto in una serie Rai, e Alessandro Pala, attualmente impegnato su un set internazionale.

Di recente hai partecipato all’Ostia Film Festival Italiano. Che esperienza è stata per te?

Sono onorata di partecipare a eventi di grande prestigio che valorizzano il cinema italiano e internazionale, con particolare attenzione alle tematiche sociali. La direzione artistica di Francesca Piggianelli è impeccabile e la ringrazio per coinvolgermi sempre in queste grandi rassegne.

La frase che ti rappresenta è: “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio” di Oscar Wilde. Come si riflette questa citazione nel tuo modo di lavorare?

L’ho fatta mia nel tempo. Spesso si tende a parlare troppo, a lasciarsi guidare dall’impulso. Io ho imparato a tacere quando necessario: meglio il silenzio che parole superflue o dannose. Nel lavoro e nella vita, le parole sono macigni.

Qual è il consiglio più importante che daresti a chi sogna di entrare nel mondo della moda o del cinema?

Studiare, studiare, studiare. Il talento è importante, ma va accompagnato dalla tecnica. Mai improvvisarsi.

C’è un progetto futuro su cui stai lavorando e che puoi anticiparci?

Attualmente stiamo  su vari set in contemporanea con svariati nostri attori e siamo in attesa che escano film e serie tv a cui hanno preso parte i nostri rappresentati, di cui non posso dire nulla, neanche il titolo dei vari progetti per accordi  di riservatezza con le produzioni, ma posso anticipare che Studio Lamia è parte dell’organizzazione artistica del Premio Cinematografico  Atena Nike, ideato da Fabio Saccuzzo , giunto ormai alla sua quarta edizione e che si terrà a Taormina a fine giugno. 


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