Erika Eramo è la protagonista del nostro editoriale di oggi.
La poliedrica Erika Eramo (Journalist-Actress-Model-Cosplayer-Writer), ha voluto festeggiare i 16 anni di carriera giornalistica, noi di Mondospettacolo siamo andati ad intervistarla.
Oggi è una data simbolicamente importante per te perché festeggi 16 anni di carriera giornalistica. Lo fai con noi e con i lettori in una maniera insolita, ovvero omaggiando un’attrice italiana molto amata, Stefania Sandrelli, sul set “La Chiave” di Tinto Brass. Come mai?
Nel 2016 conobbi in Sicilia un fotografo di moda molto simpatico. L’occasione era un concorso legato al mondo dello spettacolo. Ero lì in qualità di inviata, ma lui non lo sapeva e mi scambiò per un’attrice. Il siparietto fu divertente. Mi disse: “Tu giornalista? Ma i tuoi colleghi sono invadenti ed inopportuni, mentre tu così discreta e riservata!”. In effetti non aveva tutti i torti. Non ho un rapporto idilliaco con i colleghi, salvo rari casi, anche per questi motivi di divergenze caratteriali. Me la ridevo anche per altro però. Non era la prima volta che mi capitava che mi chiedessero se facevo l’attrice, vuoi per la mia espressività, vuoi per le frequentazioni nell’ambito cinema, vuoi per gli interessi. Infatti nonostante il lavoro principale fosse quello giornalistico mi ero cimentata già a teatro e in alcuni cortometraggi, tanto per poter rispondere alla gente: “Non sono attrice ma…”. Ancora oggi se qualcuno mi incontra, non seguendomi sui social, non indovina il mio lavoro, ma la parola “attrice” fa subito capolino tra le possibilità.
Perché proprio Stefania Sandrelli?
Nella scena di cui sopra il fotografo mi disse: “Tu hai l’anima dell’attrice. Mi ricordi per la femminilità e simpatia Stefania Sandrelli. Se un giorno riuscirò a fotografarti lo farò come se davanti avessi lei”. Purtroppo non ci riuscimmo più ad incontrare e all’inizio di quest’anno è venuto a mancare. Questo lavoro è un regalo a Stefania e alla sua femminilità, ma non dimentico lui che per primo mi diede l’idea. Gli dedico perciò il lavoro.
Come mai questo film?
Innanzitutto per il titolo. Io sono fissata con le chiavi ed il loro doppio senso. Quante volte si usano termini come la chiave di lettura, la chiave di violino o la chiave di volta. E come verbo nell’ambito sessuale? Non a caso cinque anni fa chiamai il mio sexy shop “Chiave Erotika”. Poi qui c’è il tocco del maestro Brass che esalta la Sandrelli. Uscì nelle sale il 19 ottobre del 1983, 37 anni fa, 10 anni dopo Malizia con Laura Antonelli. Fu il maggior successo commerciale del regista.
Ti cali bene nei ruoli sensuali delle dive degli anni ’70-’80 come la Antonelli e la Sandrelli. Chi ti piace di più? Ci sarà una terza attrice o bastano loro?
Entrambe. Forse per i lineamenti ricordo più Laura, ma sono godereccia come Stefania. Vi anticipo che nel 2021 per gli 80 anni della Antonelli, oltre a “Peccato Veniale” che vi ho promesso, ci sarà una sorpresa sfavillante. Per Stefania non escludo un altro regalino. Per la terza attrice… perché no? Voi seguitemi, che questi film conturbanti sono nelle mie corde.
Torniamo al connubio/dicotomia tra giornalista ed attrice… ma ci sarà un’anima che senti più tua. Chi è veramente Erika?
Erika è una persona camaleontica, un vulcano di anime ed idee, che la porta continuamente a sperimentare. Mi annoierei a fare un classico lavoro. La base è la comunicazione. Scrivere è il mio mestiere e, sinceramente, presumo di farlo bene. Ho un mio stile. Può piacere o no, ma di certo so distinguermi dalla massa. L’immagine, altrettanto importante, è l’altezza che moltiplicata per quella base vi dà l’area -decisamente ampia- in cui mi muovo, anche se assomiglia più ad un cerchio che a un quadrato (ndr, ride).
Questo binomio comunicazione-immagine è infatti la tua forza sui social. Spesso si vedono belle foto senza contenuto o contenuti privi di forza visiva. Tu li sai fondere. Ti fai aiutare da qualcuno? Senti di dover ringraziare qualcuno?
I contenuti sono esclusivamente miei. Devono rispecchiare il mio vissuto, le mie idee, la mia ironia. Per quanto concerne la parte visiva ho tanti fotografi e registi con cui collaboro. In particolare Guido Ricci mi segue in tutti i principali progetti, come questi su Laura e Stefania. Sa cogliere la mia anima bambina e matura, giocando con i contrasti e sublimandoli. C’è talmente sinergia che siamo rapidissimi sul lavoro. Un animale notturno e sensibile come me, con cui capirsi senza parlare. Poi c’è Mauro Nardi, che è più di un parrucchiere: il mago delle acconciature, sempre disponibile nei miei orari improbabili. Non dimentico Alessandro Demagic che mi coordina l’attività fotografica sui social e mio cugino Piero Eramo, che trasforma le foto in splendide locandine. Last but not least… negli ultimi mesi mi sta dando un grande aiuto Emanuele Tinari, pubblicizzandomi con le pagine moda e bellezza sui social. E’ velocissimo ed efficiente, oltre ad avere una grande pazienza. E’ soprattutto grazie a lui che ho raddoppiato il mio seguito. Purtroppo il problema principale qui è il tempo… fugge, fugge, ma dove andrà mai? (ndr, ride).
Quali lati vuoi far trasparire dai tuoi scatti?
Il mio eterno gioco tra sensi ed intelletto. Sono alla continua ricerca. Una mia amica d’infanzia, Eliana, diceva sempre: “il tuo cervello è una portaerei”. Come una nave da guerra lancio idee o recupero in chiave mia quelle altrui, muovendomi in orizzontale e in verticale. Poi la mia voglia di giocare, come una dispettosissima Trilly, di provocare, di spiazzare, di distruggere le certezze della gente, per farla ripartire da capo. In genere sono contro il sistema ingessato e le sue regole stupide. Voglio il top, anche a costo di essere maniacale. Sapete la famosa frase di Oscar Wilde (di cui oggi ricorre l’anniversario della morte): “Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio”?
A cosa dobbiamo questo allegro e rivoluzionario spirito da simpatica canaglia?
Da neonata la pediatra mi fece cadere dal fasciatoio durante una visita e sbattei la testa. Pochi secondi mi persero di vista ed io…sbam… rotolai giù. Non stavo mai ferma. Dico sempre scherzando che in quel momento o divenni più intelligente o più matta. Noi siamo più belli quando rotolando cadiamo. Anche le stelle sono più affascinanti se cadenti. Non a caso in quel momento esprimiamo il desiderio. Forse è una metafora della mia vita. Nei momenti peggiori ho sempre tirato fuori il meglio. Fare gol col culo per terra, di spalle e pure in rovesciata è decisamente più fico. Se volete il fermo immagine per questo contenuto vedi Maradona in Pescara-Napoli in Coppa Italia il 2 settembre ‘84. Visto? Ora trovatemi qualcosa di più spiazzante!
C’è bisogno davvero di un diario come nel film per comunicare al partner le proprie fantasie? Ci siamo evoluti dagli anni ’80?
No, anzi, ci siamo involuti. Per non parlare di quest’anno che ha reso ancora più frustrate e depresse le persone. Io mi sento come una che vigila sul mondo alla deriva e con la mascherina sbagliata…per intenderci preferisco quella di Eyes Wide Shut (ndr, ride). Non si possono sentire le campagne mediatiche che incitano all’astinenza. Come faccio ad essere d’accordo coi miei colleghi? Poi vedo scene tristi ed apocalittiche di ventenni che si baciano con la mascherina. Non baciatevi proprio se siete così imbevuti di paure. Il bacio è sporco per definizione. Se a vent’anni siete così asserviti e sclerotici la vostra vita è finita prima di iniziare. Riappropriatevi del piacere, quello ruspante e spontaneo, piuttosto.
Abbiamo parlato di chiave di lettura. Dopo tante interviste puoi darci una chiave di lettura inedita per capirti?
Sono appassionata di numeri. Propongo perciò una chiave numerologica. Oggi ricorrono i miei 16 anni di carriera e 16 è il mio numero. Questo è un numero karmico che ha una potenza mistica ed essenziale. Indica l’elevazione per distinguersi, la voglia di evolversi, la forte volontà, la capacità introspettiva, la determinazione, l’esigenza, la convinzione nelle proprie idee. Di solito gli individui contrassegnati dal 16 sono catalizzatori dei cambiamenti altrui e hanno doti psichiche. E’ l’unico numero pari non passivo. Fa eccezione infatti esprimendo lo straordinario dinamismo della svastica -suo segno grafico- indicante il sole che ruota nel cielo. Da una parte vi è la parte spirituale (1 più 6, l’uno indica la leadership ed il sei l’altruismo, che sommati danno la perfezione), dall’altra la realtà terrena (4X4). I lavori ad esso collegati sono quelli di scrittore, attore e guaritore. Ora, sui primi due ho già dato. Non escludo di concedere più spazio alla parte psichica per diventare una futura guaritrice, anche se la massa non mi merita (ndr, ride). Seguitemi su IG e se avete la mia stessa lunghezza d’urto proponete idee. Diamoci l’opportunità di guarire l’anima. Il mio account è @adarduaadexcelsa.
Erika, la nostra intervista termina qui. Noi di Mondospettacolo ti rinnoviamo i nostri complimenti per tutti i tuoi fantastici lavori e ti diamo appuntamento al prossimo editoriale.
Un bacio speciale ai lettori di Mondo Spettacolo e soprattutto al suo super direttore Alex. Quando siete tristi leggete i miei post. Botte di adrenalina assicurate!
La Redazione
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