Negli ultimi giorni, la comunità internazionale ha espresso crescente preoccupazione per una possibile escalation verso un conflitto globale, in seguito all’uso di missili a lungo raggio contro la Russia e alla conseguente revisione della dottrina nucleare da parte del presidente Vladimir Putin.
Secondo quanto riportato da Reuters, Putin ha approvato un aggiornamento della dottrina nucleare russa, indicando che Mosca potrebbe ricorrere all’uso di armi nucleari in risposta a un attacco missilistico convenzionale da parte di una potenza nucleare. Questo cambiamento è stato interpretato come una reazione alle notizie secondo cui l’amministrazione Biden avrebbe autorizzato l’Ucraina a utilizzare missili americani a lungo raggio contro la Russia. La nuova dottrina considera un attacco con missili convenzionali, droni o altri velivoli come una possibile giustificazione per un attacco nucleare. Inoltre, qualsiasi attacco contro la Russia da parte di un membro di una coalizione sarà visto come un’aggressione da parte dell’intera coalizione.
Business Insider sottolinea che questa revisione abbassa la soglia per l’uso di armi nucleari da parte della Russia, ampliando le condizioni in cui un attacco nucleare potrebbe essere considerato. La tempistica di questo cambiamento coincide con l’approvazione da parte degli Stati Uniti dell’uso da parte dell’Ucraina di armi americane per attacchi a lungo raggio contro la Russia, suggerendo una risposta diretta alle decisioni occidentali.
The Times analizza le implicazioni di questa nuova dottrina, evidenziando che Mosca ora prevede l’uso di armi nucleari in risposta a un’aggressione che minacci la sovranità o l’integrità territoriale della Russia, anche se si tratta di un attacco convenzionale da parte di uno stato non nucleare supportato da una potenza nucleare. Questo rappresenta un abbassamento della soglia rispetto alla precedente dottrina, che prevedeva una risposta nucleare solo se l’esistenza dello stato russo fosse stata minacciata.
Il New York Post riporta che l’Ucraina avrebbe utilizzato per la prima volta i missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti, gli ATACMS, per colpire una struttura militare russa nella regione di Bryansk. Questo attacco coincide con la firma da parte di Putin di una legge che consente una risposta nucleare a seguito di attacchi con missili a lungo raggio, aumentando le preoccupazioni per una possibile escalation del conflitto.
In Italia, Il Messaggero evidenzia che la Russia è stata colpita per la prima volta da missili americani, portando Putin a modificare la dottrina nucleare, indicando la possibilità di una risposta atomica a missili provenienti dall’Ucraina.
Questi sviluppi hanno sollevato timori diffusi riguardo a una possibile escalation verso un conflitto più ampio, con analisti e leader mondiali che esortano alla cautela e al dialogo per evitare un’escalation incontrollata.
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