Escape plan 3 – L’ultima sfida: uno Stallone per ogni stagione

Sylvester Stallone sembra essere destinato ad una ferrea ripartizione della sua attività: assurto involontariamente a reperto nazionale di cinema, ormai ben più che maturo, pare non preoccuparsi più di tanto della destinazione finale dei prodotti, se non per un placido e bonario ammiccamento al suo pubblico di riferimento

Tarantinate estreme che, però, non arrivano ad essere pulp, come nella serie Expendables, malinconiche riflessioni (suo malgrado) sulla via del tramonto (vedi Creed o il più datato Copland), camei gustosi nei Guardiani della Galassia.

Fino ad arrivare a quella che si è trasformata negli anni in una vera e propria saga: Escape plan, arrivata al terzo ricalcolo narrativo, pure se di narrativo c’è ben poco.

Ray Breslin (Stallone, appunto) e soci indagano sulla scomparsa di un uomo risalendo fino al responsabile, figlio sbandato di uno dei suoi compari. Attacco e fuga, c’è ben poco altro in questi prodotti usa e getta che servono a Sly, probabilmente, solo a scopo alimentare.

E, se a voler guardare il lato positivo c’è un che di metaforico nella storia (l’eredità della tradizione è marcia), a pensare male l’intera durata (novantacinque minuti scarsi) è un susseguirsi di improbabili frasi ad effetto, raffinati escapisti e bonarie paternali da chi non può avere più nulla da dire, sia come autore che, soprattutto, come attore.

Con Dave Bautista co-protagonista,Escape Plan 3 – L’ultima sfida di John Herzfeld è più che un classico prodotto studiato a tavolo, senza neanche trasmettere la goduria della serie Z, senza più il guilty pleasure, ma solo stracolmo di segmenti inseriti ad hoc per piazzarsi sui vari mercati di riferimento (le diverse piattaforme home, il mercato asiatico), inquadrature forzate e forzose per mascherare i segni dell’evidente età che avanza e non lascia scampo, botte da orbi comprese.

La distribuzione italiana? L’unica e atroce alternativa allo straight to video: il fresco delle sale estive come riparo dalla calura.

 

 

GianLorenzo Franzì