Famiglia allargata: vita, peripezie e amore da inquilini in salsa comica

La Famiglia allargata di Emmanuel Gillibert dipinge simpaticamente le vicissitudini della convivenza forzata. Protagonista è l’eterno Peter Pan Antoine (Arnaud Ducret) che, scapolo e ormai alle soglie dei quaranta, condivide uno strepitoso appartamento di Parigi con il migliore amico Thomas. L’equilibrio perfetto è destinato a rompersi quando Thomas si trasferisce a Los Angeles e lascia il quarantenne con la nuova e bellissima inquilina Jeanne (Louise Bourgoin). La ragazza arriva in casa portando con sé un’imprevedibile sorpresa: i suoi due figli nonché pesti Théo di otto anni e Lou di cinque.

Fin dalle prime scene, Gillibert dà alla sua storia francese un tocco americano, a cominciare dalla vita stravagante del suo protagonista che diventa l’occasione per guardare ai temi profondamente contemporanei della convivenza tra estranei e del rapporti tra uomo e donna, al fine di arrivare a un nuovo concetto di famiglia. Il problema è che, divertente ma anche tanto scontata, la commedia di Gillibert non sa toccare questi contenuti in maniera originale e innovativa. Famiglia allargata è un film già visto. Procede per stereotipi e situazioni che hanno il gusto del già sentito. E, se in certi momenti il regista sembra voler abusare volontariamente di questi stereotipi per farne il verso, il risultato non sempre è riuscito, perché si finisce per passare centocinque minuti a guardare una storia romantica e sentimentale fin nel midollo, che non racconta nulla che non si possa prevedere dall’inizio.

Eppure, mentre tutto procede come ci si immagina e ci si aspetta, senza colpi di scena e senza soprese, un merito va assegnato a Famiglia allargata, perché, con le sue gag e scenette sopra le righe (da commedia che si rispetti), si rivela in grado di far ridere. PQuindi, il lungometraggio di Gillibert va semplicemente preso per quello che è: un film leggero tramite cui trascorrere qualche ora a mente sgombra. Niente di più.

 

 

Valeria Gaetano