Conferenza stampa: Véro Tschanda Beya racconta Félicité di Alain Gomis

Félicité - Véro Tschanda Beya

Presso la prestigiosa Accademia di Belle Arti d’Egitto a Roma si è tenuta la conferenza stampa di Félicité di Alain Gomis, film vincitore del Gran Premio della Giuria del Festival di Berlino 2017. Presente l’attrice protagonista Véro Tschanda Beya, che ha raccontato la sua esperienza.

Un film su una donna africana

Félicité (Véro Tschanda Beya) è una donna di Kinshasa, in Congo, che lavora come cantante in un locale. Forte e indipendente, la sua serenità è compromessa da un brutto incidente stradale che coinvolge il figlio adolescente, Samo (Gaetan Claudia). Il ragazzo è in ospedale e rischia di perdere una gamba: Félicité allora prova tutto quello che è in suo potere come solo una madre disperata può fare. Il film, attento al sociale ma lasciando spazio anche al lato onirico e psicologico, ritrae concisamente e senza pretese la situazione di una donna congolese in difficoltà e si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino 2017.

L’esperienza di Véro Tschanda Beya

Véro Tschanda Beya non è un’attrice professionista: è nata e cresciuta a Kinshasa e di mestiere fa la cantante. «Inizialmente non volevo accettare la parte nel film – dichiara l’attrice – perché mi domandavo a chi potesse interessare una storia tanto banale e semplice come quella di Félicité. Adesso, uscendo dalle sale, leggo negli occhi degli spettatori occidentali che loro veramente hanno capito la storia della donna ed è questo l’importante, cioè che il messaggio passi e che sia capito».

Attenzione verso la realtà congolese

Il film nonostante sia dichiaratamente non documentario non può fare a meno di raccontare uno spaccato della società congolese, con le sue strade polverose e la difficile situazione inerente la sanità. Afferma Tschanda Beya: «Ciò che vedete nel film è tutto vero, preso dalla realtà. Davvero è difficile sostenere le cure e pagare le medicine in caso di difficoltà».

I simboli dell’Africa in Félicité

Alain Gomis è un regista francese di origine senegalese che per la prima volta si è avvicinato alla realtà del Congo grazie a questa produzione. Per questo, il film risulta facilmente comprensibile a un occhio occidentale, ma resta comunque intriso di simboli e riferimenti d’Africa. Come ricorda Véro Tschanda Beya, l’okapi che appare in uno dei sogni di Félicité è simbolo della speranza per il popolo congolese in quanto continua a vivere nonostante sia in via d’estinzione.

di Antonella Stelitano