Finalmente in blu-ray Turbo kid, tra 1997 post-apocalittico, splatter e tanta nostalgia anni Ottanta

L’ambientazione è il pianeta Terra del 1997, caduto in uno stato di perenne inverno nucleare e dove, in seguito all’apocalisse, l’acqua è diventata il bene più prezioso.

Ma l’aspetto curioso risiede nel fatto che, co-produzione tra Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti, Turbo kid, primo lungometraggio diretto da Yoan-Karl Whissell, Anouk Whissell e François Simard sotto lo pseudonimo unico RKSS (sigla di Roadkill Superstar), sia stato realizzato nel 2015, in quanto finalizzato a portare sullo schermo una fanta-vicenda futuristica come se, però, fosse stato concepito negli anni Ottanta.

Non a caso, a caccia di fumetti e altri feticci risalenti al decennio reaganiano, il giovane orfano protagonista interpretato da Munro Chambers se ne va in giro in un desolato scenario proto-Mad Max usufruendo di una bicicletta BMX, proprio come ai tempi di autentici classici del calibro de I Goonies di Richard Donner, nutrendo, contemporaneamente, un forte interesse per le avventure disegnate del supereroe Turbo rider; fino al momento in cui entra in possesso di un particolare guanto dagli straordinari poteri e che, spalleggiato dal coraggioso Frederic alias Aaron Jeffrey, in cerca del fratello, comincia a fronteggiare la violentissima combriccola capitanata dal malvagio Zeus, intento a spadroneggiare ed incarnato dal veterano Michael Ironside (lo ricordate nei panni di Ham Tyler nel popolare telefilm Visitors?).

Man mano che al suo fianco si pone anche la misteriosa e apparentemente stupidella Apple cui concede anima e corpo Laurence Leboeuf, nel corso di una coinvolgente avventura in fotogrammi che, tra cubi di Rubik e colonna sonora al sintetizzatore, non può fare a meno di conquistare il cuore di tutti coloro che non sono più capaci di esaltarsi dinanzi ai tripudi di effettistica digitale d’inizio terzo millennio sognando, invece, di poter tornare, prima o poi, all’epoca in cui spopolarono classici e cult del calibro di Ritorno al futuro di Robert Zemeckis e del dimenticato Il mistero del lago scuro di Brian Trenchard-Smith.

Tanto più che, al di là del plot tipicamente indirizzato ad un pubblico under 15, i suoi autori riescono nell’impresa di lasciare ulteriormente spiazzati tirando in ballo massicce dosi di gore, tra corpi divisi in due parti, facce frullate, mandibole strappate e, addirittura, un romantico bacio sotto una pioggia di liquido rosso.

Del resto, se da un lato in qualità di produttore esecutivo figura il Jason Eisener regista dell’action-movie Hobo with a shotgun, tutt’altro che esente da squartamenti e frattaglie, dall’altro, insieme a Bambola meccanica mod. Cherry 2000 di Steve De Jarnatt, è Splatters – Gli schizzacervelli di Peter Jackson a rientrare tra le dichiarate fonti di ispirazione della oltre ora e mezza di visione, opportunamente fornita di ironia atta a stemperare la cattiveria generale.

Oltre ora e mezza di visione al servizio, senza alcun dubbio, di uno dei maggiormente originali e affascinanti prodotti di genere partoriti dalla sempre più stanca e ripetitiva cinematografia del XXI secolo e che, dopo aver fatto parlare non poco di sé grazie ai passaggi in diversi festival, approda finalmente su supporto blu-ray italiano grazie a Koch Media, con trailer e ventitré minuti di making of nella sezione extra.

 

 

Francesco Lomuscio